| FABULLA
Sei bella, non c'è che dire, sei graziosa, è vero, sei ricca, non è un mistero per nessuno. Ma quando, o Fabulla, troppo ti lodi, non sei né ricca, né carina, né graziosa (diventi antipatica).
A LENTINO Ti trucchi da giovane, o Lentino, ti sei tinti i capelli, infatti son diventati improvvisamente corvini, da candidi che erano. Ma non puoi ingannare tutti: Proserpina (= la morte) indovina la canizie sotto la maschera dei capelli tinti e te la strapperà! Senza figli sei, ricco e stravecchio; e credi di avere degli amici sinceri? Le vere amicizie son quelle contratte in gioventù, quando si è poveri. Chi ti è amico da poco si augura la tua morte! Vuoi dir tutto con grazia, o Mattone. Parla una volta bene; e altra volta né con grazia né bene; e qualche volta paral [anche] male (con semplicità)
A CERINO
Dilacerato fino all' ombelico, di culo una reliquia non ti resta, Càrino, eppure fino all' ombelico senti il prurito. Oh scabbia insopportabile! Senza più culo, lo vuoi sempre in culo
A SABELLO Se il tuo culo è stecchito, mi domandi tu Sabello, e pretendi una risposta? In culo tu puoi andare, col tuo culo!
A ZOILO Col tuo fradicio culo, perché guasti Zoilo, tutta la vasca? Se v'immergi pure la testa, diverrà cloaca!
PLYCARMO Caghi, quando hai chiavato, Polycarmo. Dopo inculato, sai dirmi che fai?
ALMO Ama i castrati Almo e non gli tira: poi lamenta che Polla non fa figli!
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