| A CARINO
Dilacerato fino all' ombelico, di culo una reliquia non ti resta, Càrino, eppure fino all' ombelico senti il prurito. Oh scabbia insopportabile! Senza più culo, lo vuoi sempre in culo
NON E' PECCATO
Non è peccato, Lesbia, se del cazzo t'empi la bocca e poi l'acqua trangugi: lo sciacquone tu l'usi dove occorre
A CHIONE
Chione, la fama vergine ti dice: niente più puro v'è della tua fica. Se vai alle terme, allora, le mutande tirati, per pudore, sulle labbra!
CATULLA
Di quante sono e furono più splendida, più volgare di quante sono e furono, vorrei, Catulla, che tu diventassi splendida meno, ovvero più pudica.
A GALLIA
Galla, se tu sei in casa, i tuoi capelli stanno in licenza presso il parrucchiere alla Suburra; ed i tuoi denti, come vesti di seta, la sera deponi; di cento e più flaconi ben guarnita tu giaci, ma non è il tuo volto teco; e quelle sopracciglia che tu inarchi son fresche di giornata; né riguardo tu mostri per la tua fica canuta da porre nella tomba di famiglia. Prometti voluttà, ma il cazzo è sordo e, anche se ha solo un occhio, ben ti vede!
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