| A NESTORE
Nestore, non hai fuoco, né una toga, né uno strame di cimici per letto, non una coltre tramata di giunchi, schiavo non hai (ragazzo o in là con gli anni), neppure una bimbetta. Niente chiavi, né cani o serrature; neanche un calice, Nestore, eppure tu ti vanti d'essere, ti fai ciamare, povero e fra il popolo vuoi ti si ponga. Ma è millanteria. Povertà non vuol dire avere nulla
O GALLA Galla, se tu sei in casa, i tuoi capelli stanno in licenza presso il parrucchiere alla Suburra; ed i tuoi denti, come vesti di seta, la sera deponi; di cento e più flaconi ben guarnita tu giaci, ma non è il tuo volto teco; e quelle sopracciglia che tu inarchi son fresche di giornata; né riguardo tu mostri per la tua fica canuta da porre nella tomba di famiglia. Prometti voluttà, ma il cazzo è sordo e, anche se ha solo un occhio, ben ti vede!
DORMI GALLO Dormi, Gallo, con maschi dal gran cazzo, ch'è sempre ritto, mentre il tuo vacilla. Cosa mi devo, o Febo, sospettare? Un frocio ti credevo, ma la fama dice che proprio checca tu non sei...
A VACERRA Vacerra, sei un pentito ed un infame calunniatore; vivi a inganni e traffici; succhi i cazzi e sei pure consulente del circo. E non hai soldi. E' proprio strano
GLITTO Glytto, il tuo cazzo che non stava ritto fu reciso dal ferro. Che pazzia! Un prete senza palle già non eri?
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