Le stronzate di Pulcinella

IL SESTO SENSO

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view post Posted on 14/6/2010, 10:28
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Dio all'uomo ha dato la forza fisica... alle donne il sesto senso.


Non è solo una trovata scenica, ma secondo quando sostengono dei ricercatori americani e olandesi, il sesto senso esisterebbe davvero, e sarebbe molto sviluppato soprattutto nei non vedenti. Osservando un portatore di questo handicap, vedente alla nascita ma diventato cieco a causa di alcuni ictus che lo hanno colpito, i ricercatori dell’Harvard Medical School hanno osservato che lui camminava con la cosiddetta “vista dei ciechi“, una capacità che gli permetteva inconsciamente di evitare gli ostacoli, come se li vedesse.

In un esperimento, a questo non vedente veniva detto di camminare in un corridoio all’apparenza normale. In realtà era pieno di ostacoli che lui, senza il cane guida, evitava con molta scioltezza. Secondo una delle ricercatrici, Beatrice de Gelder:

Puoi subire una totale perdita della visione corticale, ma ancora avere delle capacità misteriose, che ti permettono di muoverti dentro e fuori da un luogo senza farti male.

Sono le donne le principali detentrici di questo meraviglioso e misterioso strumento chiamato anche 'intuito femminile' che le guida nelle loro scelte quotidiane.
Questa forza è contenuta in una particolare zona del cervello chiamata 'corpo calloso' che nella donna risulta più grande, circa il 20 % rispetto a quella dell'uomo, e maggiormente stimolata dagli estrogeni (ormoni femminili). Grazie a questi lampi di sensibilità ecco che la donna si trasforma in chiaroveggente e profeta riuscendo a vedere e sentire dei segni premonitori in grado di aiutarla nel prendere scelte che a volte sembrano immotivate ma che possono rivoluzionarle la vita.
Nel corpo calloso c'è un fascio di fibre nervose che mette in contatto l'emisfero destro, quello emozionale, con l'emisfero sinistro, quello razionale. La capacità di trasmissione dei due emisferi aiuta a stimolare il sesto senso rinforzato anche da una buona memoria storica. Il nostro cervello è in grado di custodire ed archiviare migliaia di esperienze che coinvolgono sia il raziocinio che il sentimento.
Con l'età questa importante ed utile capacità tende a perdersi, ad appannarsi, la sentinella che era pronta ad avvisarci del pericolo in arrivo si addormenta non riuscendo più a suggerirci il giusto modo di reagire. Alcuni scienziati hanno verificato che è possibile stimolare ed allenare questa capacità con degli esercizi mirati simili a quelli che aiutano ad aumentare la memoria, vediamo quali sono:

l'attività manuale, proprio perché necessita del collegamento tra i due emisferi celebrali, il creativo e il manuale, stimola e migliora la comunicazione interna. Dai quindi spazio al giardinaggio o alla creazione di gioielli, alla maglia o all'uncinetto, alla pittura o allo stencil e a tutte le forme legate al fai-da-te.
sotto l'unghia del dito medio della mano si nascondono delle terminazioni nervose che, se sollecitate, possono stimolare facoltà mentali nascoste: pratica ogni tanto una pressione su questa unghia per 1 minuto.
nel caso tu sia una persona molto razionale cerca di stimolare la connessione mentale creando un diversivo in modo da interrompere tutte quelle attività che svolgi in modo abitudinario, per esempio cambia spesso i negozi dove vai a fare gli acquisti più ripetitivi (giornalaio, panettiere, fruttivendolo), cambia la strada per andare a casa o al lavoro, apparecchia la tavola in modo diverso, lava i denti con l'altra mano, viaggia spesso.
devi prendere una decisione importante e hai poco tempo? Per stimolare il tuo sesto senso aiutati lanciando una monetina, poi ragiona sulla scelta che il fato ha voluto consigliarti come fosse quella definitiva. Come ti senti? Sei tranquilla o agitata? Delusa o contenta? Ascolta queste sensazioni ti porteranno dritte alla soluzione corretta.
Il " sesto senso" ha la capacità di rendere percettibile il non visibile,ed il tutto sta nel contesto della persona e nelle sue percezioni.

Tecniche ed esercizi per sviluppare il Sesto Senso
Il Sesto Senso per affinare le percezioni extrasensoriali di cui ognuno è dotato, ma che si riconoscono a fatica a causa del frastuono e della fretta di tutti i giorni.
Vi troverete le istruzioni per imparare a sviluppare le facoltà paranormali presenti in ognuno attraverso l’analisi dei sogni, la meditazione, la comprensione, la quiete, la disciplina personale, lo sviluppo dei cinque sensi e gli esercizi con la dimensione eterica.
Esercizi ed esempi pratici vi introdurranno gradualmente nella sfera delle percezioni paranormali e vi aiuteranno a sviluppare il sesto senso che, una volta acquisito, permetterà a chi lo desidera di fare un vero e proprio balzo verso un’orbita superiore, oltre il karma umano.

image

Sesto Senso
Tecniche ed esercizi per sviluppare il Sesto Senso
Il Sesto Senso per affinare le percezioni extrasensoriali di cui ognuno è dotato, ma che si riconoscono a fatica a causa del frastuono e della fretta di tutti i giorni.
Bisogna imparare a sviluppare le facoltà paranormali presenti in ognuno attraverso l’analisi dei sogni, la meditazione, la comprensione, la quiete, la disciplina personale, lo sviluppo dei cinque sensi e gli esercizi con la dimensione eterica.
Lo scopo è quello di sviluppare una maggior leggerezza dell’essere e portare più forza, gioia, luce nella vita di tutti.
L’uomo possiede cinque sensi – vista, udito, olfatto, tatto, gusto – che gli permettono di percepire e dialogare con il mondo che lo circonda.
Ma strani fenomeni della vita quotidiana, esperienze insolite, presagi telepatici o fenomeni di dejà-vu (la sensazione di aver già visto e vissuto momenti e situazioni) ci inducono a pensare che l’essere umano sia davvero dotato di un sesto senso, un senso supplementare che fa riferimento unicamente alla sfera psichica.

Per comprendere le sue manifestazioni vanno indagate le reazioni istintive delle persone e capacità come sensibilità, ricettività, chiaroveggenza, premonizione… in relazione alla psicanalisi, alla parapsicologia, alle scienze esoteriche, ma anche a tutto quanto di materiale e concreto è in grado di influenzare la vita.

Edited by sefora1 - 14/6/2010, 11:45
 
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view post Posted on 14/6/2010, 10:56
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STORIE INCREDIBILI




I cavalli mangiatori d'oro

Quando i Conquistadores giunsero per la prima volta nel Perù, centro del
grande impero degli Incas, gli indiani credettero che i cavalli da guerra
degli spagnoli fossero mostri feroci e implacabili, del tutto diversi dai
loro miti lama, specialmente quando scalpitavano, nitrivano e scuotevano
la testa. Gli indigeni chiesero nervosamente, tramite un interprete, ai
cavalleggeri spagnoli: "Che cosa mangiano questi feroci animali?". Gli
spagnoli additando i gioielli e gli ornamenti d'oro dei peruviani,
risposero: "Si nutrono di quelle cose di metallo giallo. Adesso sono
affamati, ma non vogliono essere visti mentre mangiano. Lasciate il cibo
davanti a loro e andate via".
Allora gli indiani raccolsero un mucchio di oggetti d'oro di cui gli
spagnoli si appropriarono, per poi richiamare gli indigeni e rinnovare la
loro richiesta: "Questi animali feroci hanno ancora fame. Portate altro
cibo".

Il blocco telepatico della mente

Wolf Messing morì nel 1974 e fu senza dubbio il più celebre sensitivo da
palcoscenico dell'Unione Sovietica. Il numero a cui doveva soprattutto la
sua notorietà consisteva nell’ubbidire a ordini suggeritigli per telepatia
da membri del pubblico. Quelli che diventarono suoi amici intimi, però,
avevano storie di fatti più spettacolari da raccontare, fra cui il suo
potere di controllare la mente di un'altra persona, anche a chilometri di
distanza.
Una di queste storie è stata raccontata dal dottor Alexander Lungin, la
cui madre fu per parecchi anni segretaria di Messing. L'episodio avvenne
quando Lungin studiava medicina a Mosca. Il suo docente di anatomia, il
professor Gavrilov, l'aveva preso in antipatia e continuava ad avvertire
il giovane che aveva intenzione di bocciarlo, indipendentemente da quello
che avrebbe potuto essere il suo profitto. Il giorno della resa dei conti
giunse quando Lungin dovette affrontare l'ultimo esame. Ogni studente
doveva sottoporsi a una prova orale andando a un tavolo a cui sedevano
parecchi esaminatori, uno dei quali l'avrebbe interrogato. Poco prima
della prova, Gavrilov annunciò in tono di giubilo a Lungin che l'avrebbe
interrogato personalmente. Terrorizzato dalla notizia, il ragazzo confidò
le sue paure a sua madre, che telefonò a Messing chiedendogli
d'intercedere per lui. Il sensitivo che abitava a parecchi chilometri
dalla scuola, la richiamò più tardi e le assicurò che l'avrebbe
accontentata.
Quando venne il momento fatidico, Lungin si diresse verso i suoi
esaminatori per sostenere la prova, ma Gavrilov non disse una sola parola,
limitandosi a guardare mentre Lungin veniva interrogato da un altro
professore. Il vendicativo insegnante rimase a guardare anche quando il
suo collega firmò il libretto universitario di Lungin a comprova
dell'avvenuto esame.
Naturalmente lo studente ne rimase felicissimo ma quello che successe poi,
fu ancora più strano.
Lungin lasciò l'aula e si mise a parlare con altri studenti. Il professor
Gavrilov uscì con passo altero qualche minuto dopo e chiese se tutti
avessero già sostenuto l'esame. Quando gli studenti risposero
affermativamente, Gavrilov fulmino con un'occhiata lo studente che
disprezzava.
"Lungin deve ancora passare l'esame", grugnì.
Gli studenti gli spiegarono che l'aveva già sostenuto e l'aveva superato.
"Com'è possibile che sia andato bene?", Gavrilov chiese in tono burbero.
"Non può essere. Chi l'ha interrogato?".
Il professore controllò i registri, diventò livido di rabbia e sgambettò
via. Alexander Lungin l'aveva in qualche modo messo nel sacco,
probabilmente con l'aiuto del suo famoso amico Wolf.

La strana visita di Dadaji

Può una persona essere presente in due posti contemporaneamente? L'idea
sembra completamente assurda, ma un caso del genere fu comunicato da due
rispettati parapsicologi nel 1975. Il dottor Karlis Osis e il dottor
Erlendur Haraldsson, quando si recarono in India nel 1970 per studiare i
guru locali, s'interessarono soprattutto a Dadaji, un uomo d'affari che
era diventato santone. Egli aveva una fitta schiera di seguaci nell'India
meridionale. Nell'indagare sui suoi presunti miracoli, i due ricercatori
vennero a conoscenza della seguente storia.
Agli inizi del 1970 Dadaji andò ad Allahabad, a 640 chilometri da casa
sua, e vi si trattenne presso una famiglia del luogo. Durante questo
soggiorno, uscì a meditare e più tardi disse ai suoi seguaci che aveva
bilocato a Calcutta. Disse anche alla signora che lo ospitava che avrebbe
potuto convalidare la sua storia mettendosi in contatto con la cognata di
lei, ivi residente. Il sant'uomo le fornì anche l'indirizzo della casa
dove era arrivato.
La famiglia che abitava in quella casa fu in grado di dimostrare la
veridicità dell’incredibile storia di Dadaji. Roma Mukherjee, una
discepola del santone, spiegò che stava leggendo un libro nel suo studio
quando le era comparso davanti Dadaji. La sua figura era dapprima
trasparente, precisò la donna, poi si materializzò del tutto. L'improvvisa
apparizione la spaventò a tal punto che essa gridò e chiamò suo fratello e
sua madre. Dadaji, nel frattempo, si limitò a chiederle a gesti di
portargli del te.
"Quando Roma tornò nello studio col tè", asserirono gli studiosi, "era
seguita dalla madre e dal fratello medico. Infilò la mano nella porta semi
aperta e diede a Dadaji il tè e un biscotto. La madre, attraverso una
fessura della porta, vide Dadaji: il fratello, da un punto diverso di
osservazione, vide soltanto la mano di Roma tendersi attraverso l'apertura
e tornare indietro senza più la tazza. Non c'era nessun ripiano dove essa
avrebbe potuto posare la tazza. Poi il padre, direttore di banca, rincasò
dopo aver fatto degli acquisti nel bazar. Egli non credette alle parole
dei suoi familiari e si rifiutò di prendere in considerazione le loro
obiezioni, ma spiò attraverso la fessura della porta e vide la figura di
un uomo seduto su una sedia."
Quando alla fine la famiglia entrò nella stanza, Dadaji era scomparso, ma
una sigaretta per metà consumata era rimasta sul tavolo dello studio. Era
della sua marca preferita.

L'uomo che comunicava con gli animali

Valdimir Durov era un eccezionale uomo di circo e uno straordinario
addestratore di animali, capace di far eseguire alle sue bestie tutti i
numeri e gli esercizi che voleva. Egli assicurava che il suo successo
proveniva in parte dalla sua capacità di stabilire un contatto psichico
con gli animali. A un certo punto queste affermazioni richiamarono
l'attenzione del professor W. Bechterev, direttore dell’Istituto di
ricerche cerebrali di Pietroburgo. .
Lo studioso, affascinato da questa possibilità, mise al vaglio le
affermazioni di Durov, con l'aiuto di un fox-terrier. La procedura
consueta era questa: Bechterev sceglieva una serie di ordini e poi li
comunicava a Durov, che prendeva fra le mani la testolina di Pikki, lo
fissava negli occhi e imprimeva le istruzioni nel suo cervello.
Come prima prova, Bechterev suggerì che Durov facesse in modo che il suo
cagnolino saltasse sopra una determinata sedia, si arrampicasse sul
tavolino accanto e poi raspasse il quadro che vi era appeso sopra. Durov
impiegò parecchi minuti per imprimere i segnali nel cervello di Pikki,
dopo di che la bestiola si mise al lavoro.
"Pikki, dopo qualche secondo, balzò dalla sua sedia a un altra accostata
alla parete, e con la stessa rapidità salto su un tavolino", riferì
Bechterev, "sollevatosi sulle zampe posteriori, raggiunse il ritratto con
la zampa anteriore destra e lo grattò per qualche istante." Bechterev
trovò anche che poteva comunicare egli stesso degli ordini a Pikki
seguendo le istruzioni di Durov.
Il celebre scienziato non poteva però escludere la possibilità che lui e
Durov dessero involontariamente l'imbeccata al cane coi movimenti degli
occhi, così in seguito mandò due suoi colleghi a lavorare con Durov e
Pikki a Mosca. Durov spiegò come faceva a imprimere i suoi comandi nel
cervello dell'animale, e gli scienziati eseguirono i loro esperimenti ad
occhi bendati o con le facce coperte da schermi di metallo. Anche in
queste condizioni Pikki fu in grado di ubbidire ai loro ordini psichici.
Ma l'appassionante dilemma non, è ancora stato risolto. Durov poteva
realmente comunicare col suo cane imprimendo istruzioni sul suo cervello,
oppure Pikki era un animale dotato di poteri paranormali?

In cerca dei "Sasquatch"

Grover Krantz sostiene che il campo di ricerca da lui prescelto ha
rovinato la sua carriera accademica e lo ha ridicolizzato agli occhi dei
suoi colleghi. Antropologo presso l’Università dello Stato di Washington,
egli si è specializzato nello studio del più elusivo primate del mondo, il
cosiddetto Bigfoot (Piedone) o Sasquatch, la cui presenza viene spesso
annunciata nelle fitte foreste nordoccidentali.
Racconti di enormi animali villosi simili a scimmioni che vivono sui Monti
Azzurri dello Stato di Washington e dell'Oregon, risalgono al
diciannovesimo secolo. Gli antropologi ortodossi tendono a liquidare
queste storie come leggende del folclore locale, ma non Krantz, secondo
cui il Sasquatch può essere il nostro parente più prossimo. Egli è
convinto che gli esseri umani possano essere i diretti discendenti di
questo timido clandestino dei boschi, di cui non sono mai stati trovati
dei resti.
Il controverso primate si è meritato il nome di Bigfoot per le orme
gigantesche che lascia, in certi casi lunghe anche un metro, separate fra
loro da intervalli di due metri. Secondo dei testimoni oculari, il
Sasquatch può essere alto anche due metri e mezzo e pesare otto quintali.
Il suo corpo è completamente rivestito di pelo marrone scuro a eccezione
della faccia camusa, delle palme delle mani e delle piante dei piedi. La
faccia è caratterizzata dalla fronte sfuggente e dalle arcate
sopraccigliari prominenti. Le sue proporzioni sono pressappoco quelle di
un essere umano, fuorché per le sue lunghe braccia penzolanti. Sembra che
si nutra di radici, bacche e talvolta di qualche roditore.
Un serio interesse per il Sasquatch rinacque nella primavera del 1987, con
la scoperta di quattro nuove orme e la pubblicazione dell'analisi di altre
eseguite dalle guardie forestali nel 1982. Quest'ultime misuravano 42
centimetri e mezzo di lunghezza; inoltre, a detta di Krantz, rivelarono la
presenza di derma sulle piante dei piedi, oltre a pori sudoripari e segni
di logoramento, tutti particolari anatomici che sarebbe quasi impossibile
imitare, anche per il più abile dei burloni.
Riferendosi alle impronte ossee nei calchi di gesso, Krantz fece anche
notare che la caviglia sembrava essere spostata in avanti rispetto al
piede più di quanto si poteva osservare in qualsiasi altro primate
conosciuto, uomo e gorilla compresi. Questo spostamento evolutivo,
aggiunse Krantz, sarebbe necessario per sostenere l'enorme peso della
creatura, un altro particolare che con ogni probabilità conferma
l'autenticità delle orme.
Krantz, da parte sua, non intende più correre rischi con le prove o con la
sua reputazione. Ha giurato che sparerà al Sasquatch a vista, nella
convinzione che il valore scientifico del risultato farebbe passare in
secondo piano le proteste degli ecologisti. "L'unico modo di convincere la
gente è quello di presentarsi con un esemplare in carne e ossa", ha
tagliato corto Krantz. Sino a quando non potrà abbattere un Sasquatch,
spera di potersi servire di un elicottero e di un rilevatore a raggi
infrarossi per cercar di localizzare almeno i resti in decomposizione di
un esemplare.

UFO sulla Nuova Zelanda

Le riprese e le fotografie di UFO sono relativamente rare. Ancor più
scarse sono quelle che reggono a un attento esame. Ma una delle immagini
migliori e più scrupolosamente analizzate fu ottenuta dall'équipe di una
stazione televisiva australiana la notte del 30 dicembre 1978 presso
Kaikoura, nella Nuova Zelanda.
Avvistamenti di UFO erano stati ripetutamente annunciati nelle settimane
precedenti, soprattutto nella zona dello Stretto di Cook, che divide
l'Isola del Nord dall'Isola del Sud. Nella speranza di realizzare un
servizio interessante, il giornalista Quentin Fogarty e il cameraman David
Crockett si portarono in volo a Wellington. Qui salirono sull'aereo da
trasporto Argosy, pilotato dal comandante Bill Startup, e partirono per
Christchurch, a sud delle due isole nuovazelandesi. A bordo c'erano anche
il copilota Bob Guard e Ngaire Crockett, moglie di David e tecnico del
suono.
Fogarth e Crockett stavano filmando tutto ciò che vedevano dall'aereo poco
prima dell'atterraggio quando la carlinga si animò. Startup e Guard
avvistarono parecchi UFO e contattarono i controllori di volo di
Wellington. Wellington, da parte sua, confermò gli avvistamenti, ottenuti
a mezzo radar. Quando Fogarty raggiunse la cabina di pilotaggio, erano
visibili cinque luci intermittenti, di dimensioni varianti da quelle di
una capocchia di spillo a quelle di una specie di grosso pallone luminoso.
In questo frangente Wellington informò l'aereo: "Un oggetto vola in
formazione con voi". Startup compì una virata di 360 gradi, ma niente fu
visibile nelle immediate vicinanze finché egli non spense le luci di
navigazione. Allora tutti poterono distinguere una singola vivida luce che
si librava nel cielo notturno. Crockett scambiò il suo posto con quello di
Guard, con la telecamera ininterrottamente in funzione. Durante il volo di
ritorno da Cristchurch furono avvistati altri UFO.
Il videotape delle Luci di Kaikoura è probabilmente la sequenza più
approfonditamente analizzata nella storia degli UFO. Anche qui, però, i
risultati sono in larga misura inconcludenti. Parecchie fonti potenziali
di luci, come i pianeti Venere e Giove, e i pescherecci illuminati,
possono essere escluse.
Forse non sapremo mai che cosa realmente la ripresa televisiva ci mostra,
fuorché che presenta chiaramente un oggetto volante non identificato.

Il sogno del figlio di Dante


La Divina Commedia di Dante Alighieri è considerata uno dei massimi
capolavori della letteratura di tutti i tempi. Ma se non fosse stato per
un sogno di un figlio del poeta, Jacopo, forse il manoscritto completo
sarebbe andato perduto per sempre.
Quando Dante morì, nel 1321, Jacopo e suo fratello Pietro caddero in preda
alla disperazione, non solo per la perdita dell'anziano padre, ma anche
perché egli aveva lasciato incompleto il manoscritto della Commedia. I due
misero a soqquadro la casa e scartabellarono fra le sue carte, ma le
pagine mancanti non furono trovate.
Mentre erano ancora in lutto, Jacopo fece un sogno: suo padre entrava
nella sua stanza, avvolto in un mantello dal candore abbagliante. Quando Jacopo gli chiese se avesse ultimato il suo capolavoro, Dante fece un cenno di assenso e indicò dove avrebbe potuto trovare la parte mancante.
Alla presenza di un avvocato amico di suo padre come testimone, Jacopo
entrò nelle stanze di Dante. Dietro una piccola cortina fissata alla
parete essi trovarono una finestrella che si apriva su un cubicolo
dov'erano custodite le ultime pagine del poeta, coperte di muffa. La
Divina Commedia era ora integra, grazie al sogno di un figlio fedele.

Un fantasma con un messaggio

L'alba del 6 dicembre 1955 Lucian Landau, un uomo d'affari londinese, ebbe
un'esperienza strana e drammatica. Stava dormendo nella casa di
Constantine Antoniadès a Ginevra quando sentì che qualcuno stava entrando
nella sua stanza. Si rivoltò nel letto e vide una debole pozza di luce in
cui distinse a poco a poco la figura della defunta moglie del padrone di
casa. Le stava accanto un cane alsaziano dall'insolito manto marrone.
L'apparizione non tardò a scomparire, ma, mentre svaniva, Landau la sentì
sussurrare: "Diglielo".
L'uomo d'affari londinese non esitò, quando l'incontrò più tardi a
comunicare l'informazione ad Antoniadès. Ma non spiegò subito
dettagliatamente che cosa era successo. Si limitò invece a chiedergli se
sua moglie avesse mai avuto un cane alsaziano.
"Oh, sì!", rispose Antoniadès, "È ancora vivo."
La risposta lasciò perplesso Landau, dato che non c'era segno della
presenza di un cane nella casa. Antoniadès spiegò allora che quando sua
moglie si era ammalata aveva affidato l'animale a un canile, poiché non
poteva prendersene cura. Quando alla fine Landau parlò all'amico
dell'apparizione, Antoniadès telefonò al canile, e apprese che il cane era
stato abbattuto qualche giorno prima.
La parola "diglielo" cominciava finalmente a rivelare un senso.
In seguito un ricercatore della Society for Psychical Research della Gran
Bretagna indagò sul caso, e in quest'occasione Antoniadès confermò lo
straordinario episodio. "Assicuro", dichiarò, "che non c'era nessuna foto
di mia moglie col cane o del cane da solo in nessun punto della casa dove
Landau avrebbe potuto averla vista prima del fatto."

ESP in borsa

Beverly Jaegers non è una paragnosta convenzionale. Non conduce sedute
spiritiche, e probabilmente si tirerebbe indietro se qualcuno le mostrasse
le carte dei tarocchi. Però vive in una bella casa di St. Louis,
acquistata coi soldi che ha fatto servendosi del suo sesto senso. La
Jaegers considera le facoltà paranormali con tutto il rigido senso pratico
di un affarista di Wall Street. Non si tratta, assicura, di una capacità
passeggera e non affidabile, ma di qualcosa che possiamo sfruttare in modo
produttivo nella nostra vita di tutti i giorni.
Per poter dimostrare di aver ragione, nel 1982 aiutò il St. Louis Business
Journal a effettuare un insolito esperimento. Il giornale voleva appurare
fino a che punto fossero affidabili i poteri della Jaeger, e quindi le
propose di cimentarsi con la borsa. L'esperimento iniziò quando il Journal
chiese a diciannove dei principali agenti di cambio di scegliere cinque
azioni che secondo loro sarebbero aumentate di valore. Queste azioni
furono poi tenute sotto controllo computerizzato per sei mesi. Anche se la
Jaeger non aveva nessuna esperienza o preparazione in materia di affari,
le fu chiesto di scegliere cinque azioni unicamente sulla base del suo
sesto senso.
Il risultato?
Durante il periodo dell'esperimento il mercato tendeva al ribasso, e
quando l'esperimento si concluse l'indice Dow Jones dei titoli industriali
era sceso di otto punti. Per colpa di questa tendenza sfavorevole, sedici
agenti di cambio finirono in miseria. Rimasero certamente sorpresi
nell'apprendere che, in questo stesso periodo, le azioni scelte per puro
intuito dalla Jaeger erano aumentate di valore del 17,2 per cento.
Soltanto uno degli agenti di cambio uguagliò il suo inesplicabile
successo.

Grano dal cielo

A partire dal 1982 si verificano cadute di chicchi di grano sulle case
allineate lungo la Pleasant Acreas Drive a Evans, nel Colorado, a sud di
Greelay. Gary Bryan, un residente, assicura: "Probabilmente ne avrei una
tonnellata, se mi fossi preso la briga di raccoglierli tutti". Di tanto in
tanto un fagiolo compare in mezzo al frumento.
Il problema è che nei paraggi delle case non c’è nessun campo di grano, e
il più vicino granaio si trova a otto chilometri di distanza. Nessuno
riesce a immaginare da dove possa essere venuto; tutti i testimoni possono
dire che ogni tanto lo si vede discendere dal cielo.
Quando la stampa venne a conoscenza del fatto, nel settembre del 1986,
giornalisti e telecronisti della zona accorsero sul luogo e assistettero
allo strano fenomeno. Mentre il frumento cadeva, cercarono qualcuno che
potesse procurarla con un artificio, ma non lo trovarono.
Molte persone non credevano a quella strana pioggia...finché non la
videro. Tra queste, Eldred McClintock, dichiarò il Rocky Mountain News:
"Veniva giù, eccome! L'ho visto i persona e adesso ci credo".











 
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ESP (Percezione extrasensoriale)
ESP è la sigla per indicare la percezione extra-sensoriale. Apparentemente la domanda a cui dovremmo rispondere in questa pagina sembrerebbe: esiste una modalità di percezione alternativa a quella usuale?

Numerosi studiosi si sono cimentati per decenni nel tentativo di comprendere come mai il rendimento di determinati soggetti non rispettasse le medie statistiche degli esperimenti condotti in laboratorio.

Per spiegare le prestazioni di questi individui singolari, denominati genericamente "medium", sono state formulate numerosissime e straordinarie ipotesi. Da parte nostra esamineremo sinteticamente la sensitività in rapporto allo stato meditativo.

La caratteristica saliente di tutti coloro che meditano regolarmente è la conquista dell'attitudine ad acquisire progressivamente una rilevante padronanza nei confronti delle funzioni involontarie del proprio corpo fisico.

Consideriamo l'attenzione sulla respirazione, che d'altra parte privilegiamo come punto di partenza per qualunque training meditativo. Ebbene l'osservazione continua del flusso del respiro ne modifica il ritmo sino ad una sua relativa quiescenza.

L'energia che prima sosteneva la vista, il tatto, l'udito, l'olfatto e persino il gusto, nonché la respirazione medesima, diviene così disponibile ad essere impiegata per un nuovo tipo di percezione.

Virtualmente è vero pure il contrario. Siccome i sensi di un soggetto che raggiunge uno stato supercosciente non sono più in grado di esercitare le proprie funzioni entra in gioco, secondo l'antica tradizione orientale dello Yoga, un supersenso, il "centro di comando" che coordina tutte le attività mentali e sensoriali, il cosiddetto "terzo occhio".

A questo punto non siamo più nel campo della scienza oggettiva, ma della ricerca soggettiva.

Autorevoli Yogi affermano che tramite il terzo occhio è possibile divenire consapevoli della coesistenza, forse anche parallela, di una dimensione in cui la massa fisica non ha più i consueti attributi, in cui apparentemente manca il tempo e che complessivamente sembra incoerente. La dimensione dell'eterno presente, il contesto divino.

Una dimensione che in realtà, non è necessariamente "altro" da quella in cui ci troviamo ora. Nella quale la massa fisica non si è dissolta o volatilizzata, ma è sempre presente ed interagisce o viene percepita come pura energia. In ultima analisi ci si troverà alla presenza di un nuovo fenomeno solo perché il percipiente che ivi si avventurasse non disporrebbe più degli usuali "organi d'informazione", i cinque sensi ordinari.

La risposta alla domanda iniziale: non esiste alcuna modalità di percezione alternativa perché la percezione extrasensoriale è solo complementare a quella usuale. Essa viene definita anche "intuizione". Sarebbe altrettanto interessante chiamarla "conoscenza sintetica".

Ma allora, come comportarsi quando una maggiore consapevolezza della nostra natura essenziale, sollecitata dall'esperienza acquisita nella meditazione, influirà gradualmente sulle nostre modalità percettive?

Per motivi di praticità sarà utile considerare l' anima come un sesto senso.

MEDITAZIONE

I moventi reali dei nostri pur limpidi comportamenti non sono sempre e necessariamente di facile e immediata comprensione. Non sto dicendo che è indispensabile analizzarli per farli emergere alla superficie cosciente, alla mercé dell'attenzione. Ma solo che bisogna essere pienamente consapevoli di un fatto essenziale. Fintantoché il padrone di casa sarà impegnato ed assente, gli ospiti faranno quel che gli pare, ed i ladri man bassa. Ciascuno pretenderà di impartire ordini e direttive. Ed il caos regnerà nella nostra vita.

Il padrone di casa siamo noi stessi, super-indaffarati, immersi in un lavoro – quando c'è – che non finisce mai ed in una routine che sembra fatta apposta per dimenticare, sommersi da una marea di preconcetti, necessità presunte e poco pratiche, ideali vetusti, insulsi o anacronistici.

Gli ospiti sono pensieri ed emozioni conflittuali che generano personalità multiple le quali tentano di affermarsi come uniche e predominanti.

Ma la ricomparsa del padrone di casa, o se preferite, il suo ritorno, produrranno in breve tempo un ordine spontaneo, naturale. In realtà egli non dovrà far nulla di speciale se non ristabilire la sua presenza, esserci.


La meditazione consente di conseguire uno stato di attenzione e consapevolezza tale da trascendere qualsivoglia illusione, qualunque sogno. E' proprio in tal senso che lo stato meditativo viene indicato comunemente come "risveglio". Una rinascita che permette di superare il torpore del sogno e la sua decadenza, fermare quella ruota infinita che tende a riprodursi senza sosta e rifiorire, in questo identico tempo e luogo, come uomini e donne straordinariamente normali.

 
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Il terzo occhio


Che cos’è il terzo Occhio?



Edited by sefora1 - 26/6/2010, 21:05
 
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view post Posted on 15/9/2010, 09:35
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Il sesto senso

- è il vero senso della vita profonda. Il sesto senso è la terra e il vento, è materia e spirito. E noi stessi nelle cose. È guardare le cose dentro di noi per scoprirle creature e scoprirci concreatori.
Quali sono i luoghi in cui trovare il sesto senso?
Sogni, immaginazione, intuizione, percezione, la nostalgia di Dio, la creatività, la speranza, la memoria, la tenerezza...

Come educare il sesto senso?

Abbeverandosi con la parola di Dio, contemplando la natura ( boschi, sorgenti...).
Cogliendo l'altro nei gesti, nei segni. Esercitando la com-passione, la comprensione profonda.

Quali sono gli strumenti del sesto senso?
La contemplazione, il silenzio, il digiuno, la castità.

Come il sesto senso libera gli altri sensi?

La vista è sanata dalla contemplazione,
l'udito dal silenzio,
il gusto e l'odorato dal digiuno
e tutti sono sanati dall' autolimitazione
e dalla purezza del fisico, della mente e del cuore.
 
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bluab
view post Posted on 14/4/2011, 22:50




Interessantissimo questo tuo exscurcus. Io provengo da una famiglia di sensitive, da parte di madre, e credo nel sesto senso, nel canale che ti porti ad intuito verso certe cose rispetto ad altre.
Forse razionalizzare troppo come homini sapiens sapiens nell'evoluzione non ci ha permesso di lasciare posto anche all'istinto e anche alla possibilità di lasciaci andare alle percezioni che tuttto il mondo lascia ogni giorno, I pensieri sono energia e credo che ci sia chi abbia la possibilità di captarli
 
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view post Posted on 18/4/2011, 15:37
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Aumentano le evidenze scientifiche dell'esistenza di un "sesto senso"

Uno scienziato britannico afferma che vi sono convincenti evidenze
che una porzione significativa della popolazione possieda poteri
psichici. L'Associazione britannica per l'Avanzamento della Scienza ha
detto che un numero notevole di esperimenti sostiene la teoria del
"sesto senso"- un'abilità che può avere le sue radici nel nostro
passato, quando sentire la presenza di un predatore era questione di
vita o di morte.

L'idea che la gente sia capace di poteri paranormali, come
premonizioni, telepatia, e viaggi fuori dal corpo è sostenuta da una
nuova ricerca dell'Istituto di Psichiatria, che suggerisce che la mente
umana può esistere fuori dal corpo come un specie di campo magnetico
impercettibile. La ricerca è condotta dal Dr Peter Fenwick, un
neuro-psichiatra dell'Università Londinese, che ha appena completato un
esame su pazienti cardiopatici che hanno avuto una NDE dopo che i loro
cuori avevano cessato di battere.

"Vi é convincente evidenza a sfida della teoria corrente che afferma
che la coscienza può esistere solo all'interno del cervello e se vi può
essere coscienza senza un'associata funzione cerebrale, ciò é
enormemente importante per la nostra comprensione della mente".

Per la sua ultima ricerca sono stati intervistati 60 pazienti del
Southampton Hospital nel reparto di cura coronarica dopo che un infarto
aveva loro causato temporanea morte cerebrale. Sette hanno riportato
esperienze di NDE - definite dalla caratteristica sensazione di
lasciare il corpo, passare in un tunnel ed entrare in un'area di
"amore, beatitudine e coscienza."

"E significativo che dopo un arresto cardiaco, si perde coscienza in
otto secondi; in 11 le onde cerebrali divengono piatte, e dopo 18 non
c'è nessuna possibilità per il cervello di creare un modello del mondo
- così il cervello è come se fosse spento" ha dichiarato il Dr Fenwick.

"Ancora, ogni qualvolta abbiamo chiesto quando é avvenuta la NDE, i
pazienti hanno detto che accade durante l'incoscienza. Se ciò è vero,
la loro esperienza accadeva quando non c'era nessun flusso di sangue
attraverso il cervello - e quindi la coscienza sembrerebbe esistere al
di fuori del cervello."

Si potrebbe rilevare che le loro esperienze sono accadute nei pochi
secondi intercorsi tra il ripristino delle funzioni del cervello ed il
ritorno della coscienza. Ma una recente ricerca su un paziente negli
Stati Uniti, dove tracce di attività elettrica nel cervello sono state
attentamente monitorizzate, suggerisce che questo non é il caso.

"Questo ed altri studi evidenziano che la mente ed il cervello non
sono la stessa cosa, sembra che la mente possa operare in parte
aldifuori del cervello come una sorta di campo elettromagnetico, allo
stesso modo in cui un televisore riceve i programmi attraverso l'etere.
La domanda principale cui cerchiamo di rispondere è se la teoria del
cervello-identità realmente tiene, sicché il prossimo passo è trovare
più gente che ha avuto esperienze di premorte, ponendo simboli sul
soffitto o sui muri della rianimazione e controllare se qualcuno può
vederli."

Il Dr Fenwick ha detto che l'idea di una mente che esiste al di
fuori del corpo, aiuta a spiegare la crescente mole di evidenza
scientifica, tesa a dimostrare la veridicità dei fenomeni psichici. Per
esempio, test condotti negli Stati Uniti, hanno mostrato che donne che
cercavano di restare incinte con la fertilizzazione in-vitro, avevano
il doppio delle probabilità di concepire se venivano loro indirizzate
preghiere da gruppi di persone mai conosciute, distanti anche centinaia
di chilometri.

Ed ecco uno stralcio di un altro articolo da Sightings di Jeff Rense sempre nella traduzione della Pagina degli amputati.

Dottori alla ricerca dell' anima trovano che c'é vita dopo la morte

Basato su interviste con sopravvissuti ada infarto nell'unità
coronarica dell'Ospedale Generale di Southampton, lo studio é stato
pubblicato nel 2001 sull'autorevole rivista medica "Resuscitation"
(Rianimazione). Gli autori, il Dr Pietro Fenwick [neuropsichiatra,
N.d.T.] consulente all'Istituto di Psichiatria di Londra, ed il Dr
Samuele Parnia, un collega ricercatore, clinico ed archivista al
Southampton Hospital, ribadiscono che c'e' bisogno di ulteriori
ricerche.

Il Dr Parnia ha detto: "Queste persone avevano queste esperienze
quando non ce lo saremmo aspettato, quando il cervello non dovrebbe
essere capace di produrre processi lucidi e la formazione di ricordi
duraturi. Il che potrebbe dare una risposta alla domanda se la mente o
coscienza è prodotta davvero dal cervello o se il cervello è una specie
di intermediario per la mente, la quale esisterebbe indipendentemente."

Il Dr Fenwick ha detto:"Se la mente e il cervello possono essere
indipendenti, allora siamo portati a farci domande in merito alla
sopravvivenza della coscienza dopo la morte. Ne nasce anche la domanda
circa una componente spirituale degli esseri umani e su un universo che
possiede uno scopo significativo piuttosto che un universo dominato dal
caso."

Durante il periodo dello studio 63 pazienti con arresto cardiaco
sono sopravvivuti ed essi sono stati intervistati entro una settimana.
Di questi 56 non avevano nessuno ricordo del loro periodo
d'incoscienza, un risultato che ci si sarebbe potuto aspettare in tutti
i casi. Sette sopravvissuti, comunque, avevano ricordi, ma solo quattro
hanno superato la scala Grayson, ovvero i severi criteri medici per
stimare le esperienze di pre- morte.

Questi quattro hanno parlato di sentimenti di pace e di gioia mentre
il tempo scorreva a velocità maggiore, che i loro sensi erano più
intensi ed anche di aver perso la consapevolezza di avere un corpo, di
aver visto una luce brillante, di entrare in un altro mondo, di aver
incontrato un essere mistico e dell'arrivo ad un "punto di non ritorno."

Tre di loro si sono descritti come anglicani non-praticanti, mentre
il quarto era un "tiepido" cattolico. Esaminando l'archivio medico, i
ricercatori hanno detto che l'affermazione di molti critici, che cioé
le esperienze di pre- morte fossero il risultato del crollo delle
funzioni del cervello causato dalla mancanza di ossigeno, é molto
improbabile. Nessuno di quelli che hanno subìto l'esperienza aveva
bassi livelli di ossigeno.

I ricercatori hanno anche potuto escludere che fossero imputabili a
combinazioni insolite di medicinali, perché la procedura di
rianimazione nell'unità coronarica dell'ospedale era la stessa in ogni
caso.

Il Dr Parnia, che ha fatto pratica con i Colleghi della scuola
medica alla St Thomas' University di Londra, ha detto: "Ho cominciato
come scettico, ma su tutto ha pesato l'evidenza, ora penso che c'è
qualche cosa che continua ad esistere. Essenzialmente, si ritorna alla
domanda se la mente, o la coscienza, siano prodotte dal cervello. Se
possiamo verificare che la mente è prodotta dal cervello, non penso ci
sia qualcosa dopo che moriamo perché essenzialmente siamo esseri
consapevoli."

"Se, al contrario, il cervello è come un intermediario delle
manifestazioni della mente, agendo come un televisore, nel trasformare
le onde presenti nell'aria in un quadro o in un suono, possiamo
dimostrare che la mente è ancora là dopo che il cervello è morto. E'
questo ciò che credo che indichino queste esperienze di pre- morte."

Christopher French, un Dottore in psicologia al Goldsmiths College
presso l' Università di Londra, ha detto che non aveva esaminato il
nuovo studio, ma è rimasto scettico. "Le NDE POTREBBERO indicare che l'
anima o la mente lascino il corpo, ma potrebbero essere solo il
tentativo del cervello di spiegarsi un evento molto insolito".



Nessuno ha ancora dimostrato che sia possibile leggere il pensiero, prevedere il futuro o parlare con i defunti, ma che qualcosa di molto simile a un "sesto senso" esista è ormai assodato. Magari, in alcuni casi, sarebbe meglio chiamarlo intuito. Nelle sue ricerche sulla fortuna, per esempio, il dr Richard Wiseman ha scoperto che di solito gli scalognati, a differenza dei fortunati, prendono decisioni sbagliate, o si fidano di persone false, perché non seguono l'istinto. Si è infatti scoperto che questo tipo di intuizioni derivano in gran parte dal senso di "familiarità " di qualcosa: senza rendercene conto, cioè, preferiamo sempre le cose che abbiamo visto in precedenza. Per questo quando incontriamo qualcuno, questa persona può avere un certo "non so che" che può essere positivo e suscitare simpatia, oppure negativo e suscitare quindi diffidenza. Il sesto senso, o l'intuito, lavora insomma sulla base delle esperienze passate per aiutarci a prendere le decisioni migliori, anche se non sempre lo ascoltiamo.

Un altro aspetto del sesto senso è stato identificato da Ronald Rensink, psicologo all'Università della British Columbia in Canada. Secondo i suoi esperimenti, alcune persone sono in grado di accorgersi che una scena che stanno guardando è cambiata senza però riuscire a dire quale sia il cambiamento. Egli ha mostrato a 40 volontari una serie di foto che venivano cambiate ogni quarto di secondo; una schermata grigia separava le une dalle altre. Talvolta l'immagine era la stessa mentre in alcune prove veniva alternata con un'altra uguale ma leggermente modificata. In questo secondo tipo di test, circa un terzo dei volontari riferivano di "sentire" che l'immagine era diversa, prima di potere effettivamente capire quali fossero i cambiamenti apportati. «Credo che questo esperimento la dica lunga sul perché tante persone credono a un sesto senso» spiega Renskink che si dice convinto di poter esplorare con la PET le aree cerebrali coinvolte dal fenomeno, anche se non ha ancora idea di come si possa spiegare sul piano neuro-fisiologico.

Qualcosa di simile era successo anche con il "blindsight", o "visione cieca", un fenomeno di cui solo recentemente sono stati compresi i meccanismi fisiologici. Si tratta di una percezione che avviene attraverso gli occhi ma di cui non si è coscienti. In altre parole, chi è cieco in seguito a un ictus o per traumi alla corteccia cerebrale del lobo occipitale dice di non vedere ma è smentito dal suo stesso comportamento. Questa visione residua, un vero e proprio senso nascosto, si spiega con il fatto che la vista segue un percorso diverso da quello solito. «Gli esperimenti» spiega Sergio Della Sala, neurologo all'Università di Edimburgo, «dimostrano che se la lesione cerebrale non ha lesionato il mesencefalo, l'immagine percorre un sentiero alternativo che parte sempre dalla retina, passa dal collicolo superiore (che si trova nel mesencefalo) e arriva alla coreteccia extrastriata, una zona che circonda l'area visiva primaria». Lì verrebbe registrata l'immagine, anche se in modo non cosciente.

 
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view post Posted on 13/5/2016, 11:36
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Il 'sesto senso' ci difende in auto, ma non quando inviamo sms




C'è un sesto senso che protegge i conducenti 'distratti' al volante, perché assorti nei loro pensieri o nelle chiacchiere con il passeggero. Ma anche se questo effetto protettivo è davvero solido, viene meno quando si 'messaggia' con il telefonino. E' l'avvertimento che arriva da una ricerca della University of Houston e del Texas A&M Transportation Institute pubblicata su 'Scientific Reports' con il sostegno del Toyota Class Action Settlement Safety Research and Education Program.

La verifica è avvenuta su 59 volontari che sono stati invitati a percorrere con un'auto uno stesso percorso per 4 volte, in condizioni diverse. "La spiegazione di ciò che abbiamo rilevato - spiega Ioannis Pavlidis, uno degli autori - è la funzione messa in campo da una parte del cervello chiamata corteccia cingolata anteriore: essa interviene automaticamente come correttivo quando c'è un conflitto esterno. In pratica provvede a dare una sorta di 'scossa' autodifensiva agli arti, in modo che muovano il volante e correggano la manovra pericolosa. Ma per attivare questa funzione 'sesto senso', la corteccia cerebrale ha bisogno del supporto della vista, che viene meno se si sta utilizzando il cellulare".
 
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view post Posted on 17/5/2016, 11:38
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il mio sesto senso nella maggior parte delle volte ha sempre fatto goal sara lo spessore della corteccia cingolata anteriore che e' molto ben predisposta dici tu ? Grazie sefora mi piace molto questo tuo post
 
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view post Posted on 18/5/2016, 08:51
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Grazie Aurora i cingolati, si sa, sono molto potenti come quelli dei trattori :D :D :D

Intuizioni


Se conosci la definizione di questo termine immediatamente, senza ragionarci sopra, sai già cosa significa! L'intuizione indica una conoscenza immediata dell'oggetto, conseguita per visione mentale diretta; può indicare, infatti, la capacità di valutare una persona, cosa o fatto con prontezza, senza ricorrere al ragionamento. La definizione della parola deriva dal termine latino "intueri", che significa "veder dentro". Attenzione però: basare tutto sulle proprie intuizioni non porta sempre alle corrette interpretazioni; a tal proposito, la scrittrice australiana Christina Stead scrisse che "l'intuizione non è infallibile; essa sembra solamente essere la verità."

“Il sesto senso è come una candela accesa nel buio: non rivela con esattezza quello che abbiamo di fronte, ma ce ne fa percepire un'idea pressoché reale.”




“Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”



Se il tuo sesto senso ti manda segnali, fidati, lui ha già capito tutto prima di te, ascoltalo, lo ringrazierai.

Il sesto senso di una donna non sbaglia mai.


Edited by sefora1 - 18/5/2016, 10:48
 
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view post Posted on 7/10/2017, 21:50
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Tante volte ci rifiutiamo di dare retta alla nostra bussola interiore, al nostro intuito perché ci ha spesso guidati verso il baratro. Così come, altrettanto spesso, ci accorgiamo che la sfiducia è strettamente relazionata alle delusioni ricevute durante la propria esistenza.

Quando in ambito di relazioni sociali le cose non vanno esattamente come vorremo, impariamo una lezione. Non si può sempre prevedere ogni cosa. A volte ci sbagliamo, e altre abbiamo ragione, anche quando non vorremmo… perché fare la cosa giusta non è sempre questione di fortuna.

Tante volte il nostro intuito verrà confermato. Lo sapevo! Te l’avevo detto! Quando il nostro intuito ha un riscontro reale in ciò che ci accade, ci sentiamo soddisfatti. Soddisfatti della nostra bussola rapida, meravigliosa ed economica. Possiamo prevedere alcuni risultati. Non tutto va alla deriva e non tutto è già stato scritto.

Quando la nostra bussola fallisce, ci sentiamo indifesi

Immaginate per un momento come vi siete sentiti quella volta in cui la vostra bussola ha fallito. Non ha seguito il cammino corretto. È inciampato ed è caduto. Giaceva sul pavimento e vi siete domandati: cosa è successo? Eravate così sicuri e, improvvisamente, ha fallito. Com’è possibile?

Quando il nostro intuito fallisce, una parte di noi si sente indifesa. Con una bussola capricciosa che ignora il nord (e il sud, l’est e l’ovest), in un mondo a volte imprevedibile, il cammino diventa insicuro. Soprattutto quando cerchiamo relazioni autentiche, in cui speriamo che regni la sincerità. Relazioni in cui l’altro può essere un mezzo, ma non smette mai di essere il fine. Cerchiamo un modo sincero e limpido di relazionarci.

Ecco che si presenta la delusione. Lo schiaffo alla nostra “ingenuità”, ma non credetevi ingenui per esservi fidati di quella parte di voi che ragiona più velocemente e senza spiegare i propri meccanismi. Non ritenetevi nemmeno sciocchi se lo rifarete, piuttosto accettate che esistono anche le delusioni. Fanno parte della regola del gioco, di voi e dei meccanismi che utilizzate per prendere delle decisioni. E non saranno mai perfetti.

La teoria del mondo giusto è l’inclinazione della quale dobbiamo essere coscienti

Non si può prevedere ogni cosa, la maggior parte di noi dispone solo di informazioni parziali. D’altro canto, le nostre risorse sono limitate e vengono meno quando i dati e le possibilità sono numerose. Quando aspettiamo o interpretiamo la realtà, intervengono nella nostra mente diversi filtri. Uno di questi ha a che vedere con la nostra predisposizione a credere, specialmente quando siamo gentili, che viviamo in un mondo giusto, o perlomeno più giusto di quanto lo sia in realtà.

“Le persone sentono la necessità di credere che vivono in un mondo in cui, generalmente, ognuno ha ciò che si merita”

Crediamo, o a volte vogliamo credere, che le cose positive arriveranno alle persone buone e che quelle negative accadranno a quelle cattive. Una specie di giustizia silenziosa o di karma. Qualcosa che ci permetta di avere ciò che meritiamo. Tuttavia, questo modo di pensare che influisce sulla nostra vita mentale, non sempre si realizza: è una legge con molte eccezioni.

A volte la vita estrae le unghie e ci ricorda com’è: imprevedibile; almeno più di quanto lo sarebbe un postulato, come quello del mondo giusto, se funzionasse sempre. Non c’è intuito che sia in grado di prevedere determinati risultati. Pensiamo che quella persona sia giusta con noi e che si comporterà in accordo ai suoi valori. Riponiamo tutta la nostra fiducia in essa e, improvvisamente, ci sentiamo delusi.

Fidarsi comporta dei rischi e, pertanto, richiede coraggio

Alla fine, quella persona non era come diceva di essere o ha fatto qualcosa che ci ha lasciato sorpresi. Non ci aspettavamo un tale comportamento. Ci ha colti di sorpresa, proprio quando abbiamo abbassato la guardia. Proprio quando avevamo cominciato a riporre ciecamente la nostra fiducia in lei, la vita ci ha colpito. Il nostro cuore si spezza. La nostra illusione si sgretola davanti ai nostri occhi.

Sbattiamo le ciglia e ci rendiamo conto di quanto sia instabile, che il grigio diventa nero e il bianco grigio. È come se fossimo saliti su una nave durante una tempesta. È in questi momenti che abbiamo bisogno di coraggio, quando è difficile mettere nuovamente i piedi per terra con sicurezza e continuare a lavorare.

Parliamo di uno studente che ha dedicato anima e corpo allo studio e viene bocciato, di una coppia che hanno vissuto una relazione violenta, della figlia che ha visto improvvisamente sua madre morire, dell’uomo che è rimasto tranquillo quando i medici gli hanno comunicato che il cuore di suo figlio si era fermato. Parliamo di una città che ha subito un attacco terroristico da parte di coloro che pensano che la vita possa occupare il secondo posto all’interno di una gerarchia.

L’intuito si mette in moto soprattutto quando è in grado di riconoscere dei modelli. Per questo motivo, possiamo prevedere più facilmente il comportamento delle persone che conosciamo. Il loro modo di agire è in grado di produrre sensazioni piacevoli, ma anche sgradevoli. Inoltre, può agire come una voce interiore che ci dice: “corri, buttati!”, “vai avanti così”, oppure “fermati”.

Se la vita vi ha sorpresi con un tradimento doloroso ed inaspettato, non incolpate il vostro intuito. Semplicemente, a volte non possiamo prevedere ogni cosa. Non viviamo in un mondo giusto in cui ogni carta è già stata scelta.

Tuttavia, possiamo costruire il nostro piccolo mondo giusto, essendo autentici e reali. Quando qualcuno è sincero, risulta fiducioso e prevedibile. Sapremo sempre cosa aspettarci. Starà a noi scegliere di fare affidamento su quella persona o allontanarla dal nostro cammino. Quindi, non incolpate il vostro intuito per le sue mancanze, poiché l’errore appartiene alla sua, e alla nostra, natura.
 
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view post Posted on 9/10/2017, 09:21
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Il mio sesto senso fa paura perchè spesso e volentieri mi avvisa ma io non sempre lo ascolto e x questo motivo io lo.schifooooooo😁😁😁😁😁😁
 
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view post Posted on 8/5/2020, 09:13
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Coincidenze strane: sesto senso o solo casualità

Focalizzare l’attenzione sul proprio cellulare qualche secondo prima di ricevere un messaggio atteso da ore, pensare ad un parente il giorno stesso che questo muore, sentir pronunciare dalla persona che abbiamo accanto una determinata parola, proprio nel momento che la stiamo leggendo su un libro. Pure coincidenze o altro?


Rispondere a questo interrogativo è cosa ardua. Certo è che milioni di persone sono quotidianamente protagonisti di eventi sincronici, capaci di mettere in crisi anche chi non ha mai creduto al paranormale. E’ stato lo psicoanalista Carl Gustav Jung nel 1950 a introdurre il concetto di sincronicità, in quanto “principio di nessi acausali”, che lega due eventi contemporanei connessi tra loro in modo non causale, pur appartenendo allo stesso contesto.


Un giornalista del DailyMail ha raccolto una serie di testimonianze di persone che hanno voluto raccontare le loro coincidenze più significative. Ne riportiamo alcune.
Colin Polhill, inglese, racconta:


“Nel 1949 andavo a scuola a Winchelsea (Inghilterra), sulla costa meridionale. La direttrice all’epoca era la signorina Lilah Christina Smith, che mi ha incoraggiato negli studi. L’ultima volta che ho incontrato la signorina Smith è stato a Rye High Street nel 1953. Non l’ho mai più rivista. Alla fine ho lasciato la zona del Sussex e mi sono trasferito nel Kent. Il 30 giugno 1983 ho pensato improvvisamente a Miss Smith e non sono riuscito a togliermela dalla mente. D’impulso ho guidato fino a Wincheslsea, determinato a incontrarla. Una volta arrivato, mi sono reso conto che non sapevo più dove vivesse e così sono andato all’ufficio postale per chiedere indicazioni. Mi è stato chiesto se la donna che cercavo era un’insegnante in pensione. Quando gli ho detto che la signorina Smith era stata mia maestra, mi ha detto che era morta il giorno stesso nell’Hill House Hospital di Rye, East Sussex”.

Un’altra donna, Kay Blench, ricorda la sua esperienza, che riguarda un’amica d’infanzia, Roe, che aveva perso di vista dopo essersi trasferita a Londra per lavorare.


“Un giorno, dopo 15 anni, di punto in bianco ho deciso di mandarle una lettera, per farle sapere che stavo pensando a lei. Il giorno dopo, mia madre mi ha chiamata per dirmi che ne era arrivata a casa una per me. Era di Roe! Era stata inviata il giorno prima, lo stesso in cui io le avevo inviato la mia”.

Non meno significativa la testimonianza di Janet Tonks:

“Diversi anni fa sono finita in ospedale in seguito all’aborto del mio primo figlio. Lo stesso giorno un’altra donna nel reparto (Mary) ha perso il suo primo bambino. Quando mi hanno dimesso, le ho detto che ero sicura che ci saremmo riviste nel reparto maternità in un’altra occasione! L’anno successivo, ero nel reparto maternità dopo aver dato alla luce mia figlia. Quando mio marito è venuto a farmi visita, quella sera, è entrato e mi ha detto che si era scontrato per sbaglio con il marito di Mary e che lei aveva avuto un figlio nello stesso giorno! L’ho cercata e ci siamo fatte una bella chiacchierata e quando sono stata dimessa ho scherzosamente detto che l’avrei rivista! Due anni dopo ero di nuovo in ospedale nel reparto maternità per partorire il mio secondo figlio. Penso che potete immaginare il resto! Mio marito ha nuovamente urtato il marito di Mary e si è scoperto che aveva dato alla luce il suo secondo figlio, quel giorno!”. casualità?
 
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12 replies since 14/6/2010, 10:28   2759 views
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