| franciegiorgio |
| | Le comunità cristiane, fin dalle loro origini, dovunque si erano diffuse, hanno adottato l'uso ebraico dell'inumazione e l'hanno conservata anche là dove la cremazione era in uso presso le classi più elevate. La preferenza cristiana per il seppellimento delle salme è stata motivata per il suo significato simbolico: affidare la salma alla terra, è un richiamo alla morte come a un "sonno" in attesa del risveglio della risurrezione. Da qui il nome cristiano di "cimitero", dal greco "dormitorio", significativo per le salme inumate, non per quelle cremate. G. È un po' un rifarsi alle citazioni bibliche della sepoltura...
Sì, alla sepoltura come segno del limite umano: "Finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai" (Genesi 3:19), oppure: "Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per un eterna infamia" (Daniele 12:2). Anche Gesù ha parlato della morte come di un "sonno": "Il nostro amico Lazzaro si è addormentato; ma io vado a svegliarlo" (Giovanni 11,11), e l'apostolo Paolo paragonò il passaggio dalla morte alla risurrezione dei credenti, al seme sepolto nella terra che poi germoglia (1 Corinzi 16:36-44).
G. Questi richiami biblici sono dunque meglio simboleggiati con la sepoltura... Ma, per tornare alla cremazione...
La cremazione dei cadaveri riprende in Europa solo dopo la metà del XIX sec. con un'impostazione diversa da quella antica e da quella attualmente in uso nei Paesi orientali. Non venne proposta come un rito funebre alternativo, ma con motivazioni più di ordine sanitario. La sua diffusione è stata promossa in particolare dalla massoneria e da associazioni che avevano una fisionomia fortemente atea. Così, la cremazione veniva divulgata anche come simbolo della distruzione totale della persona defunta, negando ogni credenza nella vita eterna. La chiesa cattolica, con un decreto del Sant'Uffizio del 1886, la condannò come "detestabile abuso". Il Codice di diritto canonico del 1983, invece, pur raccomandando il seppellimento, "non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana".
G. Quindi, a favore della cremazione si adducono di solito motivi di ordine igienico, psicologico (timore di risvegliarsi nella bara, in seguito a morte apparente), e anche logistico ("Siamo in troppi", dicono le autorità, "non solo da vivi ma anche da morti... le spoglie umane sono ingombranti, meglio ridurle subito a una manciata di cenere...")?
Esatto. Alla cremazione però si muovono anche delle obiezioni, che sono per lo più di carattere giudiziario: con essa, infatti, è impossibile eseguire, se necessario, indagini medico-legali.
G. In definitiva, da un punto di vista biblico...?
Biblicamente parlando, non esiste un comandamento chiaro e contrario alla cremazione. Credo che essa, in qualche modo, metta in moto la nostra sensibilità, il nostro immaginario e, soprattutto, la nostra fede. In effetti, essa rimanda a un tema che si cerca sempre di rinviare o di escludere dai dialoghi e dai pensieri delle persone: quello della morte. Ci si affanna sul tipo di funerale o di cerimonia, seppellimento in loculi o in terra... ma non sul dopo. Nel vangelo di Giovanni c'è un episodio che, in qualche modo, rivela questi problemi secondari; dopo la morte di Lazzaro, un amico di Gesù, le sue sorelle Marta e Maria erano preoccupate, a causa dell'assenza di Gesù, per l'apertura della tomba, perché la salma del loro fratello era lì già da quattro giorni... Nel suo colloquio Gesù spostò il centro della conversazione dalla morte di Lazzaro alla fede di Maria, e alla fine le chiese: "Credi tu questo?" (Giovanni 11:26).
G. La morte, quindi, mette in movimento (e in crisi!) pensieri, affetti e sentimenti... ma sottopone anche la fede a una severa verifica!
Esattamente! Solo una fede superficiale o nominale rimane indifferente davanti alla morte. La Bibbia afferma che la risurrezione dei corpi è sicura. Essa avverrà sia per i corpi inumati sia per quelli cremati, senza nessuna differenza. Coloro "che dormono nella polvere della terra si risveglieranno", però non tutti per la stessa destinazione: "... gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per un eterna infamia" (Daniele 12:2). L'analogia del seme, usata dall'apostolo Paolo per indicare il passaggio dalla morte alla risurrezione del corpo, ci dice che in qualunque condizione si trovi il corpo, nella tomba come in un'urna cineraria, esso verrà preso da Dio e trasformato in un corpo risorto. Niente e nessun tipo di morte potranno impedire questo fatto. I cittadini di Torino, ma anche quelli di ogni paese, oltre a esigere il giusto diritto di disporre della salma, farebbero anche bene (quanto prima) a pensare a ciò che li attende dopo la loro morte!
G. Indubbiamente! Nino, direi di concludere proprio su queste tue parole... Grazie per il tuo contributo, e a risentirci!
Questa intervista, realizzata da Gianfranco Piccirillo, produttore di programmi radio per "Voce della Bibbia" (Formigine MO, www.vocedellabibbia.org), è andata in onda su una quindicina di emittenti del Circuito F.A.R.E. (Federazione Associazioni Radio Evangeliche). Per commenti o approfondimenti: [email protected].
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