Le stronzate di Pulcinella

LE STORIE PROIBITE DELL'UNITA' D'ITALIA(l'altra faccia del Risorgimento)

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Pulcinella291
view post Posted on 28/3/2011, 12:14 by: Pulcinella291
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LE VERITA' STORICHE SULL'UNITA' D'ITALIA

Di molte verita' abbiamo gia' ampiamente parlato in questo post . Abbiamo parlato anche delle teorie di alcuni storici antirisorgimentalisti i quali ritengono che la istaurazione dello Stato italiano sia intriso di retorica mistificata dalla storia ufficiale.
Un fatto è certo i Carbonari, Mazzini, Garibaldi, Cavour ed i Savoia chi per un verso chi per un altro tutti volevano questa benedetta unita' d'Italia.
Eppure non tutti ebbero le loro soddisfazioni. I mazziniani non ebbero né la repubblica, né la democrazia; Garibaldi fu considerata la “star” del Risorgimento con piazze e monumenti in sua memoria, ma fu mandato in esilio a Caprera dallo stesso Vittorio Emanuele II che diceva di essere suo amico; i Siciliani ebbero l’autonomia solo con la Repubblica Italiana del 1946, gli Inglesi ( che appoggiarono in maniera determinante Garibaldi, non ebbero né la Sicilia, né il libero commercio delle merci.
Il Risorgimento si concluse solo con l’ingrandimento del Regno di Sardegna ed in questo modo fu interpretato dai Savoia , il sud che tanto sperava nelle riforme promesse si impoveri' e forse bisognerebbe dar ragione a quelli che sostengono che l’unità d’Italia è stata fatta col “sangue e col denaro del Sud e quel che è peggio contro il Sud" perchè ci fu una precisa volontà politica di spostare l’asse economico della nuova Italia, dal Meridione al Settentrione.
Gli altri stati europei assistettero più o meno impassibili alla distruzione degli antichi governi e riconobbero la “rivoluzione” italiana come fatto compiuto. Il processo di formazione del nuovo regno non avvenne in modo naturale: non fu un processo di unità, ma d’unificazione all’insegna dell’annessione, in altre parole, uno stato agì in forma egemonica sugli altri.

I CONTRASTI TRA LE DIVERSE ANIME DEL NOSTRO RISORGIMENTO

Un altro fatto acclarato è quello che alcuni "padri della patria" furono apertamente in contrasto fra di loro.
Facciamo qualche esempio.
Il 30 luglio 1860, mentre Garibaldi si apprestava a sbarcare dalla Sicilia alla Calabria, Cavour, tramava alle spalle dell’ “Eroe dei Due Mondi”, così scrivendo all’ammiraglio piemontese Persano: “Il marchese di Villamarina gli avrà trasmesso il telegramma che le ordinava di recarsi a Napoli con Maria Adelaide. Scopo apparente di questa sua missione è di tenersi a disposizione della Principessa di Siracusa, sorella del Principe di Carignano, cugina del Re. Scopo reale è di cooperare alla riuscita di un piano che deve far trionfare in Napoli il principio nazionale, senza l’intervento di Garibaldi.
E’ facile capire che, Cavour, per ovvie ragioni politiche, voleva vincere senza l’apporto decisivo di Garibaldi e lui stesso affermava: “Garibaldi è il più fiero nemico che io abbia”ed ancora si legge in una lettera scritta dal Cavour al Nigra: Se Garibaldi passa sul continente e si impadronisce del regno di Napoli, diventerà il padrone assoluto della situazione: Il re Vittorio perde a questo punto il suo prestigio.Nemmeno i rapporti fra Cavour e Re Vittorio Emanuele II sembrerebbe che fossero idilliaci.
Infatti, ecco cosa rispose il Cavour a Luigi Farini che lo invitava a venire a Napoli dopo la conquista: “Il Re non mi ama ed è geloso di me, mi sopporta ministro, ma è lieto quando non mi ha al fianco…come uomo desidero da lui un solo favore, il rimanerne il più possibile distante,dal canto mio mentirei se vi dicessi di aver dimenticato che il giorno in cui il Re entrava nel palazzo Pitti, esso , lungi dal rivolgermi una sola parola di ringraziamento, mi disse cose villane e dure."Ma l’antipatia fra Cavour e Garibaldi era reciproca, addirittura, Garibaldi arrivò a chiedere a Vittorio Emanuele II di sostituire il Primo Ministro sabaudo.
Anche interessante conoscere il punto di vista di un altro “padre della patria”, Giuseppe Mazzini e che così scrisse a Cavour: “Signore io vi sapevo, da lungo tempo, tenero alla monarchia piemontese più assai della patria comune; adoratore materialista del fatto più che di ogni santo, eterno principio…perciò se io prima non vi amavo, ora vi disprezzo, eravate finora soltanto nemico, ora siete bassamente, indecorosamente nemico"


 
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25 replies since 21/3/2011, 10:22   13559 views
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