Le stronzate di Pulcinella

LE STORIE PROIBITE DELL'UNITA' D'ITALIA(l'altra faccia del Risorgimento)

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Pulcinella291
view post Posted on 8/4/2011, 14:29 by: Pulcinella291
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La principessa Cristina Trivulzio Belgiojoso (un'eroina del risorgimento dimenticata )

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Come abbiamo visto la storia si ricorda solo di alcuni fatti, scordandosi di altri, come si ricorda i nomi dei patrioti della storia: Mazzini, Garibaldi, Cavour, ma anche Bixio, Pisacane, Mameli, dimenticandosi anche di alcune donne che hanno contribuito a rischio della vita all'Unita' d'Italia.
Una fra queste fu la principessa Cristina Trivulzio Belgiojoso al cui funerale avvenuto nel 1871, non partecipo' nessuno dei politici dell'Italia che lei cosi grandemente aveva contribuito ad unire.
Ma chi fu Cristina Trivulzio Belgiojoso ?

Nacque a Milanoil 28 giugno 1808 , figlia di Gerolamo Trivulzio e Vittoria dei Marchesi Gherardini, rimase orfana di padre molto presto.Il momento più importante della giovinezza di Cristina è il matrimonio con il bello e giovane principe Emilio Barbiano di Belgiojoso. Molti cercarono di dissuaderla, conoscendo le abitudini libertine di Emilio, ma alla fine il matrimonio si fece. Ci furono grandi invitati nella chiesa di S. Fedele a Milano il 24 settembre 1824. La più ricca ereditiera d'Italia si portava una dote di 400.000 lire austriache (più di 4.000.000 di € odierni). Aveva solo 16 anni quando acquistò il titolo di principessa.
Il matrimonio non durò molto. Ufficialmente non divorziarono mai, ma in realtà si separarono pochi anni dopo, rimanendo buoni amici (con qualche alto e basso) fino alla morte. Il marito continuò la sua vita libertina. Alla fine degli anni venti Cristina, dopo l'arresto del patrigno si avvicinò alle persone più coinvolte con i movimenti per la liberazione dagli austriaci. Era bella, potente, e poteva dare molto fastidio. Fortunatamente la sua fama, la sua posizione sociale, e la sua solerzia alla fuga, la salvarono da arresti facili. Ma gli austriaci la tenevano costantemente sotto controllo , finchè sentendosi costantemente minacciata, Cristina scappò nel sud della Francia. Il racconto di questa fuga è stato raccontato da alcuni biografi con aspetti rocamboleschi. È sicuro in ogni caso, che lei si sia trovata in Provenza sola e senza soldi. Tutti i suoi averi erano stati congelati dalla polizia austriaca e per molto tempo non poté attingere alcun denaro. L'ultima liquidità era stata infatti impegnata a pagare i debiti del marito, in cambio della sua libertà. Qui comincio' una vita di stenti .Si arrangiò con pochi soldi per alcuni mesi. Si cucinò per la prima volta da sola i suoi pasti e si guadagnò da vivere cucendo pizzi e coccarde.
Dopo poco tempo, un po' con i soldi inviati dalla madre e un po' con quelli recuperati dai suoi redditi, riuscì a cambiare casa e ad organizzare uno di quei salotti d'aristocrazia, dove riuniva esiliati italiani e borghesia europea.A lei continueranno ad arrivare richieste di soldi per fini patriottici, e lei cercherà di distribuirne tantissimi, in modo da aiutare i poveri esuli italiani, di cui lei era ormai diventata la referente parigina, e investendo in sommosse o addirittura organizzando movimenti di armi per i "ribelli" italiani. Nel 1834, ad esempio, donò 30 000 lire (su un suo budget complessivo di centomila) per finanziare il colpo di mano mazziniano nel Regno di Sardegna, in cui peraltro perse la vita Giovanni Battista Scapaccino, considerato la prima Medaglia d'Oro al Valor Militare del futuro esercito italiano. Per l'occasione, la nobildonna aveva persino ricamato con le proprie mani le bandiere degli insorti.
Nel 1838 la sua vita subisce una rilevante svolta con la nascita di Maria, la sua prima figlia. Il padre naturale non era sicuramente il marito, che non frequentava. È stato ipotizzato fosse il suo amico François Mignet o il suo segretario Bolognini.
Cristina Trivulzio Belgiojoso continua anche la sua opera politica cercando di convincere tutti che l'unica soluzione per muoversi verso l'unione italiana era di supportare Carlo Alberto e quindi il prevalere della dinastia dei Savoia. Il suo obiettivo non era una monarchia, ma una repubblica italiana simile alla francese; tuttavia, se per arrivare alla repubblica bisognava prima unire l'Italia, l'unico mezzo era di appoggiare la monarchia dei Savoia.Nel 1848, trovandosi a Napoli durante l'insurrezione che porta alle cinque giornate di Milano, parte subito per questa città; inoltre paga il viaggio ai circa 200 napoletani che decidono di seguirla, tra gli oltre 10.000 patrioti che si erano assiepati sul molo per augurarle buona fortuna.

Per qualche mese si respira aria di libertà, ma si sviluppano anche forti discordie interne sulle modalità del proseguimento della lotta. Pochi mesi dopo, il 6 agosto 1848, gli austriaci ritornano a Milano e lei, come molti altri, è costretta all'esilio per salvarsi la vita. Si calcola che almeno un terzo degli abitanti di Milano espatriasse prima del ritorno degli austriaci
Nel 1855, grazie ad una amnistia, riottiene i permessi dalla autorità austriaca e riesce a tornare a Locate.
Nel 1861 si costituisce finalmente l'Italia unita, da lei tanto desiderata, e lei può lasciare la politica con una certa serenità.

 
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25 replies since 21/3/2011, 10:22   13559 views
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