| Uno dei più noti ricercatori e studiosi di musica popolare, Roberto Leydi, pone i canti dell’emigrazione nella categoria dei canti sociali e politici. L’emigrazione fu, infatti, un fenomeno sociale molto determinante, e lo è ancor oggi, nella vita di milioni di uomini e nella storia di molti paesi, sia di quelli dai quali gli emigranti partivano come di quelli in cui gli stessi si stabilivano e dove, con il loro lavoro, contribuirono, a volte anche in modo determinante, alla crescita economica degli stati ospiti. "Montagnutis" è un canto friulano che vuole significare come questo popolo, che non si è mai lasciato intimorire da difficoltà di vario genere (guerre, invasioni, carestie, terremoti, mancanza di lavoro), abbia risposto in ogni occasione positivamente legando le sue "fortune" all’esigenza di lavorare lontano di casa. Montagnutis" nasce con le prime emigrazioni, quelle al di là delle montagne di casa, alle quali l’emigrante, usando un vezzeggiativo, chiede di abbassarsi per rivedere i luoghi cari, i luoghi in cui andava a far l’amore (tristezza e nostalgia) (). Si rivolge anche alle stelle e, tramite loro, vuole mandare un saluto alla sua donna che l’attende (speranza).
Ad una certa propaganda per favorire il fenomeno migratorio in America, molto spesso arriva la risposta della controparte, infatti ci si imbatte in stornelli composti a proposito, come questo ad esempio, apparentemente di origine popolare, ma invece d’ autore. Si tratta di un brano presentato al concorso per la” Canzone Lombarda” nel 1892 autori Tarenghi, A.Ferrari Paris, e riproposto da Luciano Ravasio:
‘Ndé piö in America ‘Ndé piö ferméss a cà sé v’preme la salüte se v’preme la salüte ‘Ndé piö in America ‘Ndé piö ferméss a cà se v’preme la salüte e anche la libertà
S’ pöl ciamà l’America Mercat chè i vend i bianch I sfrötadur, la piovra Chat süga töt ol sanch Non mancarono anche i canti di scherno per il compaesano tornato arricchito in patria. Nacquero cosi' canti popolari spesso scherzosi detti a dispetto), volti a ridicolizzare la situazione, dolorosa e patetica, del forzoso allontanamento degli emigranti dalle giovani mogli. In queste esternazioni popolari, non mancava mai l’allusione al soprabito (sciammerica) indossato dall’emigrante di ritorno: i lavoratori rimasti in paese, pronti a schernire e umiliare chiunque fosse riuscito a salire nella scala sociale e abituati a vedere i contadini in abiti di fustagno stinti e lisi, facevano pesare questa conquista del benessere con la perdita dell’onore familiare. Nei paesi abruzzesi, restando vivo fino agli anni 1960, circolò un canto che ironizzava sulla disgrazia di qualche emigrante la cui moglie, rimasta sola, lo aveva tradito. Il canto in questione fu raccolto nel 1907 da Benedetto Croce in occasione di un suo soggiorno a Raiano, in cui l'emigrazione era altissima : «Vi’ che t’à fatte la Merica! O pover’americane, tutte quatrine, o cafone nche sciammèrica. Se l’artista lo sapeva, alla Merica non ci jeva. La moglie dell’americane va alla messa cu sette suttane si ‘nginocchia e prega Dio: manna quatrine, marito mio. Li quatrine ca sî mannate, m’aggiu magnate cu nnamurate; m’aggiu magnate in bona salute; manne quatrine, cornuto futtute. Tiritùppete rind’o murtale: o cafone è caruto malato pa troppa gelusia: curre curre a farmacia. La moglie d’americano sotto o lietto tene o compare justa a mezzanotte o cumpare saglie ncoppa. O povero americano dalla Merica è turnate, la moglie si è andata: poche quatrine m’ hai purtate, curre a l’America, marito mio. O povero americano, tutte quatrine c’ha mannate; e mo ch’è ritornate, diebbete e cuorne à truvate»
Traduzione: Vedi che ti ha fatto l’America! O povero americano, tutto quattrini, o cafone col soprabito. Se l'artigiano lo sapeva, in America non ci andava La moglie dell'americano va alla messa con sette sottane si inginocchia e prega Dio: manda quattrini, marito mio. I quattrini che hai mandato, me li sono spesi con l’amante; li ho mangiati alla buona salute; manda quattrini, cornuto fottuto. Tiritùppete dentro il mortaio. Il cafone si è ammalato per la troppa gelosia: corri in farmacia. La moglie dell’americano sotto il letto tiene il compare proprio a mezzanotte il compare sale sul letto. O povero americano dall’America è tornato, la moglie se ne è andata: pochi quattrini mi hai portato, corri in America, marito mio. O povero americano, con tutti i quattrini che ha mandato; ora che è ritornato, ha trovato debiti e corna. Bellissima e struggente invece , è" la porti un bacione a firenze"nella quale si parla di una bambina che si avvicina ad un signore che sta facendo ritorno in patria e gli chiede di dare un bacione a Firenze per lei: Son figlia d'emigrante, per questo son distante, lavoro perchè un giorno a casa tornerò. La porti un bacione a Firenze, se la rivedo, glielo renderò Ascoltiamola nella versione di Carlo Buti
|