| . 20 dicembre - I dettagli Siamo ormai in dirittura d’arrivo. Non ci resta che la parte più divertente e fantasiosa, i dettagli. E qui ognuno ci mette quello che esce dalla sua vena artistica. Ma questa puntata sarà utile perché ci saranno due o tre “dritte” che non tutti conoscete, che invece possono tornare utili per ottenere “facile facile” dei buoni effetti scenici.
Cominciamo dal muschio sulle colline, la “vellutina” si chiama dalle mie parti e serve a dare il senso di bosco ai rilievi. Attaccatela sempre a piccoli pezzi, con un poco di vinavil; le grandi zolle vanno benissimo ma solo nei grandi presepi parrocchiali; qui abbiamo si e no mezzo metro e di deve stare tutto: bosco, ghiaione, radura. Rivestite le colline a macchia di leopardo, lasciando, secondo il vostro gusto, degli spazi vuoti e brulli.
Completiamo la pitturazione delle case. Tutta la camicia di stucco deve essere dipinta. Io, per dare un aspetto “spontaneo” alle costruzioni, dipingo il più “a caso” possibile… una casetta qua, poi un muro là… interrompo per mettere un po’ di vellutina… torno…
E c’è da fare anche il suolo della piazza, lo spazio libero davanti alla Natività destinato a raccoglire i Pastori Oranti. Io procedo così:
- preparo almeno tre misure di pietruzze, un poco di stabilizzato e della sabbia, chiara o scura a seconda della tonalità di base che intendo dare al suolo. In questo caso, sembrandomi il Presepe abbastanza chiaro e i ciottoli in prevalenza bianchi, ho scelto la sabbia del Po (scura quindi).
- bagno quindi tutta la superficie con abbondante vinavil (uso un pennello da imbianchino) e subito dopo:
- distribuisco, facendoli cadere a caso una manciata di ciottoli della pezzatura maggiore, poi una di quella intermedia, ed infine quella della terza. Poi, una manciata di stabilizzato, sempre a spaglio, come un’avara grattugiata di formaggio sui maccheroni. Subito dopo spargo su la sabbia, in quantità abbondante, in modo che ogni interstizio fra le pietre più grosse venga colmato.
- qualche ora dopo, quando il vinavil asciugandosi avrà fissato tutti i granelli che lo hanno toccato, soffierò via il superfluo, ottenendo così una superficie “naturale”.
- a completa essiccazione, una passata generosa di vetrificante ad acqua (che come vedete nelle foto a me ancora non si è asciugato completamente) ed il suolo è finito
Mentre faccio queste operazioni, la tempera delle case s’è asciugata, e passo all’anticazione, operazione delicatissima, da fare con la massima attenzione. Rischiate di dover rifare ore ed ore di lavoro!... Si tratta di questo: con la bomboletta spray di smalto nero occorre fare dei microscopici spruzzi in direzione delle case, per fare alla pitturazione un’idea di vecchio, di vissuto. Ma mi raccomando, gli spruzzi devono essere davvero piccoli, e distribuiti intelligentemente! dove più le case di quel paese saranno umide, là saranno anche più sporche e nere. Fate delle prove du un vecchio giornale, prima di cimentarvi.
Facilissimo, quasi banale invece, è fare il fiume ed il laghetto “credibili”. - dipingere il letto del corso d’acqua con la solita peppetta di stucco e vinavil allungato sporcata di celeste, blu, verde in moro irregola, tenendosi abbondanti per inzuppare bene il fondo. Subito dopo distribuire a caso un po’ di ghiaia, la stessa usata per lo spiazzo, e quindi appoggiarci su, a caso e senza schiacciare un poco di quella paglia sintetica per imballaggio, quella fatta di sottilissime strisce di carta trasparente.
Una volta asciutto tagliare a sagoma della celluloide trasparente (uno scatolo trasparente per camice da uomo, o per orchidee sarà l’ideale) ed appoggiarla direttamente sul letto del fiume. Questa superficie dell’acqua lascerà trasparire il fondo fra cangianti riflessi. Non importa che il pezzo sia unico, l’importante che i bordi di taglio non siamo mai dritti; ed anche eventuali imperfezioni saranno mascherate con qualche filo di muschio.
Siamo davvero agli ultimi tocchi… ricontrolliamo tutto, passiamo una mano di cristallizzante trasparente dovunque sia possibile, aggiungiamo dettagli…. i panni messi a sciorinare, un agnellino arrivato col bovaro (a proposito, ricordate che il bue va messo alle spalle di S. Giuseppe, mentre dall’altra parte ci sono la Vergine e l’asinello), gli arredi della taverna., qualche comignolo… potete continuare per una vita!...
Abbiamo quasi finito. Non ci resta che mettere i Pastori, una lampada a basso consumo nello spazio posteriore… e sistemare il nostro lavoro, frutto dell’amore umano come omaggio all’Amore Divino accanto al mucchio di pacchetti carta lucida colorata dei doni, frutto del nostro sudore sacrificato sull’altare del consumismo.
Così, per ognuno di noi, il “nostro” Presepe facile facile sarà diventato personalizzato.
La versione di casa mia, ve la mostro alla prossima puntata, facendovi gli auguri di Natale.
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