Le stronzate di Pulcinella

GLI ITALIANI ,LE COLONIE e LE FACCETTE NERE.Foto dell'epoca

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view post Posted on 23/1/2012, 11:30
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Pulcinella291 Forum

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L'Italia a differenza delle altre potenze colonizzatrici fu l'unico stato europeo che spese per le sue colonie assai più di quanto ne trasse: il che beninteso non significa che determinati gruppi di colonizzatori non si siano arricchiti, né tanto meno che queste spese in perditasiano andate a vantaggio delle popolazioni africane. Anche per quanto riguarda lo sviluppo di un'emigrazione nazionale verso le colonie, l'Italia si differenzia dalle altre potenze europee, con un eccezionale divario tra il massimo sfruttamento propagandistico del mito delle colonie di popolamento e il livello minimo delle realizzazioni, fu ancora la povertà delle regioni conquistate a impedire lo sviluppo di un'emigrazione di massa. Possiamo quindi affermare che le colonie per il nostro paese furono solo fonte di grandissime spese senza alcun ritorno e anche fonte di sofferenza per una parte delle popolazioni che si rifiutavano di essere assoggettate .
Il mito dell'Africa italiana pero' serviva al regime per propoganda sia in patria che all'estero. Noi eravamo i portatori di civiltà in quelle terre, tra quella gente che – oggi diremmo – era un po’ molto abbronzata.

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Quell'abbronzatura sopratutto delle donne fecero fiorire un mercato molto fiorente di cartoline e fotografie . Bisogna dire che questo fenomeno non appartenne solo agli italiani ma anche ai francesi vecchi colonizzatori. In Italia era in voga la canzone faccetta nera che a differenza di quanto si crede, non celebrava il fascismo, anzi ricordava quella simpatia verso la popolazione africana che proprio al fascismo non piacque affatto ma le faccette nere femminili tanto nella fotografia quanto nel cinema servirono al regime per aumentare il consenso popolare sull’impresa coloniale.

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Molti fotografi professionisti furono inviati dallo stesso regime per propagandare la missione, altri invece fiutarono l'affare basato sul mito dell’esotismo e dell’erotismo tipici dell’immaginario coloniale.
Le fotografie delle donne somale ed abissine oltre a voler rappresentare le caratteristiche fisiologiche di una popolazione,

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trasmisero nell'immaginario collettivo il mito della venera nera

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e della sua sottomissione all'uomo bianco europeo. E' il caso qui di postare questa vignetta dell'epoca:
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Non manco' la mercificazione del corpo delle donne africane e il loro sfruttamento sessuale legittimate dal fascismo per coartare forza-lavoro maschile nelle colonie – quanto l’estremo dello stupro coloniale, in certo modo autorizzato da quelle stesse rappresentazioni.Anche se poi il governo nel 1937 emano' severe sanzioni sui rapporti di indole coniugale tra cittadini e sudditi, forse perche' gli italiani dell’Italia fascista correvano troppo dietro le «faccette nere» dell’Etiopia e Somalia conquistate e razzialmente impure, cantando: "Se tu dall'altipiano guardi il mare, / moretta che sei schiava tra gli schiavi, / vedrai come in un sogno tante navi / e un tricolore sventolar per te".Uno tra questi il giornalista Indro Montanelli si arruolò nel XX° Battaglione Eritreo che ritornò dall'avventura africana con la sua "Faccetta Nera", avendo sposato la figlia di un notabile locale. Per il governo fascista il meticciato diventò metafora della promiscuità che avvelenava la purezza della ‘razza’, e la lotta contro il meticciato assurse a lotta per l’affermazione definitiva della supremazia razziale del colonizzatore sul colonizzato.
Ma per molti italiani la donna africana era la meta da conquistare piu' che la nuova terra da colonizzare. Ma se questo ci puo'essere di conforto molti studiosi definiscono questo fenomeno “porno-tropic tradition"cioè quella tradizione che, da Colombo in poi, erotizza lo spazio geografico che il colonizzatore va conquistando. Eppure all'inizio della campagna d'Africa era stato proprio il regime diffondere il mito della Venere nera tra le truppe, specialmente nella fase di preparazione e nei primi mesi della campagna di Etiopia tramite manifesti

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Ecco perchè nell'immaginario la maggior parte degli italiani consideravano le donne africane pronte a consegnarsi al bianco civile e colonizzatore.
Esse rappresentavano la preda facile da conquistare .

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Le donne per "gli italiani brava gente"molto spesso diventano oggetto sessuale o serve per i lavori domestici.

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Non mancarono foto di tipo pornografico che venivano generalmente realizzate nei postriboli e sifilicomi, appositamente creati per i clienti italiani che venivano chiamati "goitana" padrone.

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Moltissime furono le donne africane provenienti dalle campagne ad inurbarsi . Un significativo numero di donne sole emigrò in città. La maggior parte trovò lavoro come domestica presso famiglie italiane o straniere, ma anche presso famiglie eritree benestanti. Le famiglie agiate, tanto eritree o somale quanto italiane, spesso avevano più di una domestica, sicché il loro numero in città doveva ammontare a migliaia. Quando le donne, invece che per famiglie, lavoravano per uomini soli italiani (e moltissimi italiani in colonia erano single) spesso il rapporto di lavoro si trasformava in una relazione di concubinaggio. Le donne africane che avevano una relazione stabile con un italiano, nel gergo coloniale erano note come «madame»; la pratica di «prender madama» – come dicevano gli italiani − era molto diffusa tra gli uomini di tutte le classi sociali, primi fra tutti gli ufficiali, soprattutto durante i primi tre decenni di dominio coloniale (e poi di nuovo dopo il 1935). In un piccolo centro come Asmara, la presenza di un nutrito nucleo di «madame», e ancor di più dei loro figli, rappresentava un elemento distintivo del paesaggio sociale urbano.





Edited by Pulcinella291 - 11/7/2019, 09:54
 
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view post Posted on 23/1/2012, 17:18
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...Interessantissima, complimenti davvero Pul!!!sui libri di scuola non ci raccontavano queste cose, e a dir la verità....sapevo... ma non pensavo a tanto!! Foto fantastiche!! Bravo davvero!!
E' si.....devo dire " che nuje simmo state"...bravi "colonizzatori"!!!! <_<

 
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Pietro 1
view post Posted on 25/8/2013, 13:59




Conosco la storia delle nostre colonne e gli orrori che le nostre truppe hanno commesso, non è prprio il caso di dire "italiani brava gente". Mi interesso di scrittura e ho pubblicato alcuni libri. Cordialmente Pietro
 
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view post Posted on 11/7/2019, 08:42
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ripropongo
 
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