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La moglie di Lot Gn 19 L’uomo vecchio Ecco ancora una figura femminile senza nome. Qui ancor più giustificatamente che altrove, mi pare. Non serve un nome, per dire quello che ha da dire, per impersonare l’ “uomo vecchio”.
La Genesi non la presenta, non c’è una frase per indicarne una volontà, un carattere, un consiglio. E’ la moglie di Lot, e come tale si comporta: non commenta l’arrivo degli ospiti, non protesta quando il marito per difendere i principi dell’ospitalità è pronto a sacrificare l’onore delle sue due figlie , non ha nulla da obiettare quando il marito decide, anche contro il parere dei parenti, di abbandonare senza indugio la città, la casa, l’agiatezza per fuggire nottetempo. Solamente sulla scorta di una predizione fatta dai suoi due sconosciuti ospiti.
La moglie di Lot è quindi mostrata comruna brava moglie. Si fida del marito e ne riconosce l’autorità. E’ pronta a seguirlo… ma non è completamente compresa, non riesce ad essere costante e perfetta nel suo ruolo. Come è noto ad un certo punto non sa resistere alla tentazione di voltarsi indietro a guardare e, ci dice la Bibbia, per questa sua incostanza viene trasformata in una statua di sale.
Ancor oggi, nella valle di Siddim un blocco di minerale eroso dal vento del deserto, ricorda al viandante quel tragico momento di debolezza.
Nel commento biblico la moglie di Lot viene offerta alla nostra meditazione come simbolo di attaccamento ai beni terreni, agli agi, alla sicurezza materiale del nostro stato.
Ma più in generale e più compiutamente la moglie di Lot è immagine del nostro “uomo vecchio”, della nostra inerzia di fronte alla scoperta del Messaggio rivelato, della nostra reticenza ad aderire senza compromessi al comandamento dell’Amore. Così come questa donna crede e si fida, ma fino ad un certo punto, di suo marito e delle sue parole, anche noi crediamo e ci fidiamo della proposta evangelica, ma così come la sua, anche la nostra anima è titubante, recalcitrante e povera di fede.
E facciamo fatica ad abbandonarci alla Provvidenza, a credere veramente che la volontà di Dio su di noi altro non è che la premura di un padre verso i suoi figli. Ed al primo scoglio, alla prima prova o difficoltà, ci permettiamo dei dubbi, quando addirittura non ci lasciamo trascinare dalla tentazione. Lucio Musto 4 gen. 02 parole 414
Anna 1Sam 1 La forza della preghiera Anna, donna timorata di Dio e madre del profeta Samuele, dimostrò una straordinaria fede e coraggio durante un periodo dì rilassatezza spirituale in Israele. Era sposata ad Elcana che aveva anche un’altra moglie, Peninna. Anna era infeconda. Per una donna ebrea questa era considerata una disgrazia, sia per la famiglia che per la nazione. Peninna, invece, aveva dato ad Elcana diversi figli, e spesso umiliava Anna per la sua incapacità di assolvere i doveri di moglie e di israelita. Anna, soffriva sempre di più per il suo dramma e per le impietose continue frecciate di Peninna.
Durante una delle visite annue della famiglia a Sciloh (secondo l’usanza), Anna si recò al tempio e supplicò Dio di darle un figlio. Pregando umilmente e con fervore, la donna promise che, se Egli le avesse concesso un figlio maschio, non appena divezzato glielo avrebbe offerto in servizio perpetuo. Nove mesi dopo Anna diede alla luce Samuele e quando questi compì i tre anni, la madre lo portò al tempio di Sciloh, dedicandolo, come aveva promesso, al servizio di Dio. Anna lo visitò poi regolarmente fornendogli i necessari indumenti.
La Bibbia riporta anche la bellissima preghiera di ringraziamento di Anna, che fa pensare al “Magnificat” della Vergine:
“Il mio cuore esulta in te Signore. Tu hai fatto rialzare la mia fronte; m’hai dilatato la bocca contro i miei nemici. Perciò ora posso gioire del tuo soccorso. Non v’è chi sia santo come il Signore, né sia potente come il nostro Dio. ……… L’arco degli eroi si è spezzato, mentre i deboli si rivestono di forza. I sazi d’un tempo vanno a giornata per un tozzo di pane, ma per gli affamati d’allora son finiti gli stenti. Sette volte ha generato la sterile, mentre s’è avvizzita la feconda di prole. (1Sam 2)
Qual è l’importanza di questa storia? Anche a noi talvolta è difficile vedere al di là dei nostri problemi particolari; gli ostacoli ci sembrano insormontabili e ci sentiamo vittime dell’ingiustizia. Quando gli altri sembrano ricevere più benedizioni di noi, talvolta è difficile rendersi conto dei benefici del seguire la via di Dio. Non era questa, in sostanza, la situazione di Anna? Lei però continuò a confidare in Dio. La sua fede la indusse ad offrire all’Eterno il suo unico figlio, e Dio poi la ricompensò dandogliene altri cinque. E grazie alla sua fiducia e al completo abbandono nelle braccia dell’Eterno, a questa donna fu dato un figlio che da adulto divenne forse il più grande dei giudici d’Israele. Quando le avversità bussano alla porta e la vostra fede sembra vacillare, dunque, pensate all’esempio di Anna.Dal Web 29 ott. 01 parole 446NB - alcuni periodi di questa meditazione sono prese dal Web ed acconciamente inserite nel contesto
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