La figura di Teodora, moglie di Giustiniano, è una delle più controverse della storia di Bisanzio. L'imperatore riconosce a più riprese la sua proficua collaborazione nella gestione dello stato e, sulla stessa linea, gli scrittori a lei favorevoli lodano i provvedimenti adottati a favore, soprattutto, delle classi più deboli. I detrattori, e fra questi in primo luogo Procopio di Cesarea nella Storia Segreta, le rimproverano al contrario una giovinezza dissoluta e una condotta del tutto negativa sul trono di Bisanzio. A questa nota opera di Procopio si deve, tra l'altro, la deformazione della figura di Teodora nei termini in cui è giunta fino a noi nella mentalità collettiva; la critica più recente tende però a rivalutarla, giudicandola sostanzialmente una vittima dello storico, mosso nei suoi confronti da risentimenti personali e di casta, date le origini popolari dell'imperatrice. In occasione della rivolta di Nika, Teodora infuse coraggio negli uomini, incitandoli a resistere fino alla fine nel palazzo assediato.
Ma cosa dice di lei Procopio nella sua Storia Segreta?Tale, per quanto ci è riuscito di tratteggiarlo, il carattere di Giustiniano. Sposò una donna: penserò io a chiarire quale ella fosse per origine e per educazione, e come, dopo il matrimonio con costui, abbia distrutto sino alle radici lo Stato romano. C'era in Bisanzio un tale Acacio, guardiano delle belve nel Circo: apparteneva alla fazione dei Verdi, il cosiddetto ‘allevatore d'orsi’. Costui morì di malattia ai tempi d'Anastasio imperatore, lasciando tre figlie: Comitò, Teodora, Anastasia. La primogenita non aveva neppure sette anni. La moglie, caduta in miseria, si unì a un altro uomo, che doveva occuparsi con lei, in futuro, della famiglia e del lavoro. Accadde però che il coreografo dei Prasini, Asterio, cedendo a denaro altrui, li rimosse da quella carica, e non si peritò a installare al loro posto colui che l'aveva compensato. In effetti, i coreografi potevano dirimere tali questioni a piacimento. Quando la donna vide il circo gremito dal popolo, poste le corone sul capo e tra le mani delle figlie, le fece sedere a mo' di supplici. Ma i Verdi non avevano intenzione di accogliere la supplica, gli Azzurri invece le reintegrarono nella carica: anche il loro guardiano, difatti, era mancato da poco. Quando le figlie divennero giovinette, subito la madre le avviò alla scena, poiché erano davvero belle: però non tutte simultaneamente, bensì a seconda che ciascuna le paresse matura al compito. La primogenita, Comitò, già brillava tra le cortigiane della sua età; Teodora la seguiva vestita di una corta tunica con le maniche, come uno schiavetto. Tra gli altri servigi che le rendeva, portava sempre a spalla lo scanno sul quale l'altra soleva star seduta nei suoi incontri. All'epoca Teodora non era affatto matura per andare a letto con uomini, né ad unirsi a loro come una donna; si dava invece a sconci accoppiamenti da maschio, con certi disgraziati, schiavi per di più, che seguendo i padroni a teatro, in quell'abominio trovavano sollievo al loro incomodo – e anche nel lupanare dedicava parecchio tempo a quest'impiego contro natura del suo corpo. Non appena giunse all'adolescenza e fu matura, entrò nel novero delle attrici e divenne subito cortigiana, del tipo che gli antichi chiamavano ‘la truppa’. Non sapeva suonare flauto né arpa, né mai s'era provata nella danza; a chi capitava, ella poteva offrire solo la sua bellezza, prodigandosi con l'intero suo corpo. Poi si associò ai mimi per tutti gli spettacoli teatrali e partecipò a ogni loro attività, assistendoli in ogni loro scherzo e burla. Era quanto mai spiritosa e salace; così, ben presto seppe mettersi in evidenza. Era persona affatto ignara di quel che fosse il pudore; mai nessuno la vide tirarsi indietro, anzi, non esitava ad acconsentire alle pratiche più svergognate, e quand'anche fosse presa a pugni e a schiaffi, riusciva a scherzarci sopra, e se la rideva della grossa; si spogliava e mostrava nudo a chicchessia il davanti e il didietro, che devono invece restare nascosti, invisibili agli uomini. Con i suoi amanti, era maliziosa e finta tonta; snervandoli con sempre nuove tecniche di accoppiamento, riusci va a legarsi per sempre l'affetto di quei dissoluti. Non pensava certo d'essere abbordata da chicchessia, al contrario, ci pensava lei a provocare chiunque capitasse, con i suoi sorrisetti, con i suoi buffi ancheggiamenti: e soprattutto tentava i ragazzini. Mai vi fu persona più succuba a qualsivoglia forma del piacere; spesso giungeva a presentarsi a pranzo con dieci giovanotti, o anche di più, tutti nel pieno delle forze e dediti al mestiere del sesso; trascorreva l'intera notte a letto con tutti i commensali, e quando erano giunti tutti allo stremo, quella passava ai loro servitori, che potevano essere una trentina; s'accoppiava con ciascuno di loro, ma neppure così riusciva a soddisfare la sua lussuria.
LE REGINE GIOVANNA DI NAPOLI
Sulla città di Napoli hanno regnato due regine col nome di Giovanna, entrambe appartenenti alla famiglia d'Angiò, la prima nipote di re Roberto e la seconda sorella di re Ladislao.
Le efferatezze che si narrano sono il risultato di una sovrapposizione delle due regine che avevano, più o meno, lo stesso carattere.
Il Castel dell'Ovo era detto, anticamente, "della regina Giovanna" e tra quelle rovine si dice che si ritrovano ancora le profonde fosse, armate un tempo con aguzze punte di spade e con lame di rasoi, i "trabocchetti", nei quali precipitavano gli amanti della regina all'uscita dal suo talamo.Priva di amore, schiava degli amplessi, vuota e insoddisfatta, trovò la sua strada nel vizio sfrenato,cambiava tanti amanti quante acconciature.
Ancora, si racconta che la regina andava in giro per le scuderie a godere l'uno dopo l'altro dei suoi palafrenieri, come una novella Semiramide fece diventare lecito tutto l'illecito e morì di una morte orrenda da Pasifae in un amplesso non già con un toro bensì con un cavallo di cui si era innamorata, essendosi stancata degli uomini.
Della prima si parla anche in Francia perchè fu anche contessa di Provenza e, nella lontana Svezia, corse fama dell' amore con un giovane svedese capitato a Napoli e qui morto, Carlo Ulfsson, il figlio di santa Brigida.
Anche in letteratura ebbe diffusione perchè fu soggetto di tre drammi spagnoli, uno dei quali di Lope de Vega, una tragedia francese del Magnon, due inglesi del Savage e una provenzale del Mistral.
Col tempo la fama nefasta della seconda regina Giovanna soverchiò anche fuori Napoli quella della prima, uno dei suoi tanti amanti, Pandolfello Alopo, fu fatto ammazzare dal marito, il conte Giacomo de la Marche, che poi l'abbandonò e si fece frate, e una altro, Sergianni Caracciolo, lo fece ammazzare lei.
Nella realtà la prima si sa che fece ammazzare, o lasciò morire, il suo giovane marito, Andrea d'Ungheria, ebbe altri tre mariti ed ella stessa morì strozzata nel castello di Muro per ordine di Carlo di Durazzo. Di lei non esiste in città alcun ricordo, nè la tomba, nè alcun ritratto certo.
Della seconda, invece, si può vedere la statua nel grande monumento che ella fece erigere al fratello Ladislao nella chiesa di San Giovanni a Carbonara e la tomba che si trova ai piedi dell'altare maggiore della chiesa dell'Annunziata.
Sofia Augusta Federica zarina di Russia
Significativa è anche la storia di Sofia Augusta Federica, che divenne zarina di Russia dal 1762 al 1796 col nome di Ekaterina Alekseevna II. Affamata di sesso, utilizzò i suoi amanti come pedine sia per arrivare al potere, sia per mantenerlo. Uno degli amanti di Caterina, Grigori Orlov, l'aiutò a sbarazzarsi del marito Pietro III, zar di tutte le Russie. Divenuta zarina continuò a coltivare la passione per gli uomini: pare abbia collezionato ventuno amanti, tutti premiati per i servigi resi. Due di questi furono i più ricompensati: Stanislao Poniatowski e Grigorij Potémkin. Il primo divenne re di Polonia, il secondo governatore della Crimea e principe della Taurine. Nonostante il suo assillo per il sesso, Caterina è tutt'ora considerata una "sovrana illuminata
MARIA CAROLINA D'AUSTRIA MOGLIE DI FERDINANDO RE DI NAPOLI
MARIA CAROLINA d’Asburgo Lorena, regina di Napoli e di Sicilia. – Nacque a Vienna il 13 ag. 1752 da Maria Teresa d’Asburgo, imperatrice, e dall’imperatore Francesco Stefano I di Lorena. Alta, snella, mento leggermente prominente, intelligente, consapevole del proprio rango, ambiziosa, ebbe un’educazione raffinata, improntata a una rigida etichetta di corte. A sedici anni, con un matrimonio celebrato per procura il 7 apr. 1768, sposò, malvolentieri, Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli e di Sicilia. Giudicò brutto il marito che, gioviale ma grossolano, parlava in dialetto, tendeva a non assumersi responsabilità, amava solo la caccia, la pesca e gli spettacoli.Il 22 maggio 1768 insieme con il marito fece il suo ingresso a Napoli che, con i suoi 400.000 abitanti, era all’epoca la più popolosa città d’Italia e le cui bellezze naturali attiravano flussi incessanti di viaggiatori. Si dimostro' ben presto volubile, amante del potere e di dubbia moralità. I suoi anni li visse assecondando i suoi aspetti caratteriali tra i quali risaltavano la vanità, la civetteria e il bisogno di piacere. Eppure in un primo tempo si dimostro' avversa ad ogni eccentricita' e alla grossolanita' del marito , poi man mano apperve sempre piu' meno austera e perdendo ogni pudore si dimostro' un vulcano di erotismo, rivolgendosi a tanti per l'appagamento dei suo bollori sessuali.In questo contribuirono non poco le presenze a corte della Marchesa di San Marco e della duchessa di san Clemente che avevano fama di essere tra le donne piu' sozze della corte.Cosi' Carolina divenne la donna piu' corrotta e impudica del Regno e non si contarono piu' le sue tresche amorose. Divento' cosi' abile nell'arte di Venere che si convinse che tutti gli uomini potevano cadere ai suoi piedi . nella sua rete fece cadere persino un giovane sacerdote tal Ferdinando cappellano di corte , ma quando la cosa fu scoperta dal marito non esito' di accusarlo di oltraggio e il poverino fu ucciso in un sotteraneo di castel dell'Ovo.
Si dice persino che la Regina accompagnata dalle sue due dame di corte frequentava sotto mentite spoglie i bordelli di Napoli . Morira' a Vienna l'8 settembre del 1814.
Edited by Pulcinella291 - 8/4/2022, 09:29Attached Image: 8