Le stronzate di Pulcinella

Facciamoci due risate col dialetto napoletano

« Older   Newer »
  Share  
Pulcinella291
view post Posted on 8/2/2015, 10:09 by: Pulcinella291
Avatar

Pulcinella291 Forum

Group:
AMMINISTRAZIONE
Posts:
42,063

Status:




Si sa la presunzione è la nostra piu' grande nemica, spesso si aspira a qualcosa senza averne meriti o capacita' ed ecco che in napoletani su questo ricorrono al detto:"Quanno ajze 'a coscia e fa 'a ballerina"per dire che non basta essere capace di sollevare una gamba per potersi considerare una danzatrice.


Moto simile o quasi equivalente è "Chi nun s'ammesura, è ammesurato"ma questa vecchia locuzione puo' avere un significato ambivalente:chi non conosce i propri limiti ed eccede con le proprie azioni , viene messo in cattiva luce dagli altri (ammisurato), ma nel contempo puo' anche indicare colui che buttandosi in situazioni molto pericolose puo' andare incontro anche alla morte (ammisurato qua sta per misura della bara).


Quando si fa il mosto è poco opportuno bere molto vino poiche' continua a fermentare creando all'interno del nostro organismo la produzione di una miscela di gas dovuta ai lieviti e allora ecco il detto:"N'tiempe d'o musto, faie 'o pireto justu,e si l'o saie fà, 'o pavimènto adda cutulià!(cutulia' sta per tremare).


Il lavoro nobilita l'uomo e lo rende felice, ma una gazza si lamentava col marito per la troppa fatica ed ecco allora un vecchio detto:"Dicette 'a pica che mal'arte è la fatica; risponne lu picàzzo: si nun fatiche ti mangi 'stu cazzo"!


Se conosciamo qualcuno che è solito approfittare delle generosità di altri, uno scroccone, insomma, potremo usare l'antica locuzione "chiste appoja a libbarda"(appoggia l'alabarda, come erano soliti fare i soldati spagnoli, quando passeggiando per le strade di Napoli all'ora dei pasti là dove annusavano odore di cibarie, appoggiando l'alabarda fuori , entravano per scroccare un pranzo.


l'espressione" Addurà ‘o fieto ‘o miccio."(annusare il puzzo del lucignolo )sta per fiutare un pericolo, accorgersi che qualcosa non va. Anche Eduardo uso la locuzione" in questi fantasmi".


Se un nostro conoscente ha sposato una donna poco avvenente e persino anziana allora diremo "s'aizate chillu cummò"(comò). Se poi lo stesso conoscente pretende sempre di avere l'ultima parola allora diremo:"Tené 'a parola superchia".




Essere troppo remissivi, non ribellarsi mai , essere troppo acquiescenti , per i napoletani è come vendersi il culo :"Chi se venne 'o culo, doppo nun se po' assettà"(chi si vende il culo non puo' piu' sedersi)per cui è meglio ogni tanto opporsi, ribattere.


Se si pretendeva l'impossibile una volta si diceva "vo' fà 'ammore cu 'e monache", oggi questo detto, considerato quanto si sente in giro , sembra fuori luogo.


Se si vuole zittire qualcuno in malo modo diremo:"chiàvate ‘a lengua ‘nculo"(póniti la lingua nel culo )
continua
 
Web  Top
13 replies since 8/2/2013, 20:19   30313 views
  Share