Le stronzate di Pulcinella

SESSO E TABU' NELL'ANTICA GRECIA

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view post Posted on 6/5/2013, 08:26
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Pulcinella291 Forum

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Quella greca è passata alla storia come la civilta' piu' aperta a tutti i costumi sessuali.
La situazione del rapporto numerico tra uomini e donne, quella geografica, lavorativa ma anche quella socioculturale dell’antica Grecia, può spiegare certi costumi sessuali ben documentati accanto alla classica e diffusa eterosessualità.
Ad esempio nella regione di Sparta gli uomini erano 7 volte più delle donne e ciò avrebbe favorito l’omosessualità maschile. Viceversa nelle isole greche come quella di Lesbo le donne restavano per gran parte dell’anno senza i loro uomini impegnati nelle guerre e nei commerci: questo favorì l’omosessualità femminile. Ad Atene, intorno al V secolo avanti Cristo, i due tipi di omosessualità erano frequenti ma quella femminile era vista con disprezzo e come pratica aberrante. L’omosessualità maschile invece veniva considerata espressione non solo di virilità ma anche di superiorità intellettuale rispetto all’uomo comune ed alcune opere di Aristofane e di Platone confermano queste realtà.
Si poteva amare benissimo uomini e donne indistintamente, in quanto i greci nell'amore cercavano il bello indipendentemente dal sesso di chi amavano; pertanto, amare donne o ragazzi era solo una faccia diversa della stessa medaglia.
Quel che destava preoccupazione, semmai, era lasciarsi andare ai sensi – senza far preferenze, una donna come un ragazzo: questo era considerato un amore volgare, effettuato solo per soddisfare le pulsioni tramite l'atto sessuale .
Amare i ragazzi era una pratica permessa dalle leggi, celebrata nei riti e dalla letteratura; diventavano oggetto di scherno però i ragazzi che si concedevano troppo facilmente, o gli effeminati; il rapporto tra uomini nell'antica Grecia sollevava problemi morali di grande complessità, specialmente nell'amore perfetto, quello tra un adulto (attivo) e un giovane (passivo) che non avesse ancora completato la propria formazione: esso era parte dell'educazione (paideia), all'amore in questo specifico caso.
Il rapporto tra adulto e ragazzo è estremamente diverso dai rapporti con le donne: è per prima cosa aperto, nel duplice senso di poter essere svolto ovunque (il rapporto matrimoniale prevedeva invece una separazione dell'uomo dalla donna in sfere d'influenza maschili o femminili) e che il risultato del proprio corteggiamento è imprevedibile: il ragazzo ha il pieno diritto di rifiutare le proposte dell'amante; la donna era invece sottoposta alla direzione dell'uomo. Altra problematica era l'età del ragazzo: alla sua prima barba, non sarebbe più stato conveniente per lui lasciarsi andare a certi amori, così come l'adulto sarebbe stato oggetto di critiche: gli stoici erano criticati per estendere questi rapporti fino ai 28 anni, ad esempio.
Non erano esenti da critiche neanche gli amori con ragazzi troppo giovani: la tenera età non permetteva di conoscere il vero valore dell'amato.
L'attenzione data all'età ha poi contribuito a rendere il corpo dell'adolescente sinonimo di perfezione, giovane e delicato di forme, specialmente se in lui la virilità non è ancora presente ma se ne intravedono i futuri tratti. Quando il ragazzo non sarà più in età d'amori, si dovrà convertire il rapporto d'amore in amicizia (questa, a differenza dell'amore, duratura perché non legata alla bellezza e annulla le distanze tra uomo e ragazzo), meglio se quest'ultima si instaura già durante il rapporto.

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Abbiamo detto che l'omosessualita' femminile non era ben visto.
Le prime testimonianze di omosessualità tra donne sono note negli scritti della poetessa Saffo, proveniente da Lesbo. La donna aveva aperto una scuola dove le fanciulle si riunivano per alcuni anni imparando a vivere, venendo iniziate anche dal punto di vista sessuale. L'omosessualità femminile nell'antica Grecia aveva una funzione pedagogica analoga a quella maschile e rappresentava per l'adolescente una fase di passaggio dall'età infantile al mondo degli adulti, durante la quale la giovane veniva educata e preparata al matrimonio e ad una delle funzioni essenziali per i greci: la procreazione.
Intorno al VII sec.a.C. in Grecia fiorirono delle comunità femminili nelle quali le relazioni omoerotiche avevano il valore di rito d'iniziazione sessuale analogo a quello della pederastia. Di rilevante importanza fu il circolo di Saffo, che rappresenta il principale modello di questa pseudo-omosessualità. L’attività della poetessa a Mitilene assolveva una ben precisa funzione sociale: Saffo educava fanciulle nobili nella ristretta cerchia del tìaso, una sorta di associazione femminile in cui le ragazze entravano a farne parte prima del matrimonio e dove trascorrevano un periodo d’istruzione e preparazione alle nozze; poi, una volta sposate, si separavano dal gruppo

L'uomo ad Atene poteva avere tre donne più una supplementare:
1 - La moglie (damar o gynè) , per la creazione dei figli , era promessa sposa quando era bambina, si sposava sui 14 anni , non aveva diritti e non partecipava alla vita sociale maschile .
2 - La concubina (pallakè) era spesso straniera , serviva per avere rapporti sessuali stabili, aveva i doveri della moglie ma non aveva protezione.
3 - La compagna per il piacere (etera) era colta, accompagnava l'uomo nella vita sociale ed era a pagamento.
4 – La prostituta (pornè) che esercitava il suo mestiere nelle strade ed era più povera. La dama poteva chiedere il divorzio, non ereditava il patrimonio paterno. In pratica le donne servivano per soddisfare le diverse esigenze maschili.".
Il matrimonio avveniva intorno ai 14 anni, e da lì in poi il suo ruolo era quello di dare figli al marito, per perpetuare il gruppo familiare. Alla moglie non spettava nessun altro compito, tutto infatti era delegato alle schiave. Ella non partecipava in nessun modo alla vita sociale: non andava a teatro né ai banchetti. La concubina era spesso straniera, con la quale l'uomo greco viveva senza sposarla. Dal punto di vista dei doveri era parificata alla moglie , ma non godeva di alcun diritto. Infine l'etera, una donna che , pur concedendosi a pagamento, sarebbe impreciso definire prostituta Le etere erano infatti donne colte, che conoscevano la musica, il canto e la danza; esse accompagnavano gli uomini ai banchetti, dove né le mogli né le concubine erano ammesse. A questo si aggiunga che per i rapporti davvero occasionali gli uomini avevano a disposizione vere e proprie prostitute, che esercitavano in casa e per strada, e che erano considerate a livello infimo della scala sociale.
Da ciò si evince che la città di Atene era una polis di uomini fatta per gli uomini ,e che in realtà le donne servivano per soddisfare le loro esigenze.
In età ellenistica le cose cambiarono :in questo periodo le donne godettero di maggiori diritti, questo a causa della disgregazione dei valori classici e del contatto con le grandi monarchie: gli Egiziani ad esempio, avevano da tempo riconosciuto alla donna capacità e diritti."






 
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