Le stronzate di Pulcinella

STORIA DEL CALCIO NAPOLI-ANEDDOTI, CURIOSITA', INTRIGHI E MISTERI

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Pulcinella291
view post Posted on 5/6/2013, 08:03 by: Pulcinella291
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QUANDO IL NAPOLI VINSE IN EUROPA
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Nel 1989, quando Maradona era Dio (o se preferite Dio era Diego Armando Maradona, tanto intorno al Vesuvio ancora oggi è lo stesso), la cavalcata europea del Napoli in Coppa UEFA divenne un tripudio di un’intensità unica, un pieno di emozioni capace di sconvolgere anche i più insensibili.
Per molti napoletani, sotto alcuni aspetti, la gioia per quel titolo internazionale fu addirittura superiore a quella del primo scudetto. Tutto merito di Diego, di Antonio, di Nando, di Ciro e degli altri ragazzi che Ottavio Bianchi, il mister, schierava magistralmente in campo.
Nel primo turno ad alzare bandiera bianca furono i greci del Paok Salonicco: 1-0 a Napoli con rigore di Maradona, 1-1 in trasferta con gol di Careca, dopo una partita segnata da scontri tra tifosi e lanci di bottigliette sul terreno di gioco. Assoluto protagonista dei sedicesimi di finale, coi tedeschi del Lokomotiv Lipsia, fu invece un terzino, Giovanni Francini. Suo, infatti, il punto dell’1-1 fuori casa e il primo gol della gara di ritorno al San Paolo. Il 2-0 definitivo fu sigillato dall’autorete di Heiko Scholz.
Con i transalpini del Bordeaux bastò un gol di Andrea Carnevale in Francia (0-1), poi a Napoli la squadra amministrò il vantaggio: reti bianche e passaggio ai quarti, dove il gioco cominciò a farsi complicato. Avversari, nientepopodimeno, i bianconeri juventini.
Un vero e proprio derby italiano che rimase nella memoria dei napoletani per una rimonta dal sapore leggendario. A Torino, infatti, la squadra di Dino Zoff vinse 2-0 con un gol di Pasquale Bruno e un’autorete di Giancarlo Corradini. Al San Paolo, invece, gli azzurri si presero una storica rivincita: Maradona e Carnevale pareggiarono i conti durante i tempi regolamentari. Si passò, quindi, ai supplementari e qui avvenne il miracolo. Quando ormai tutti pensavamo all’ineluttabilità della lotteria dei rigori, all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare Alessandro Renica sfruttò un assist al bacio di Careca e schiacciò di testa la palla in rete: 3-0 e passaggio del turno.
La semifinale col Bayern Monaco (ancora una squadra tedesca sul cammino dei partenopei) costituì un sontuoso segnale di potenza: Maradona giocò due partite memorabili, sfornando assist a ripetizione e magie a piene mani. Al San Paolo Careca e Carnevale banchettarono, regolando gli avversari con un secco 2-0. A Monaco, in Baviera, finì invece 2-2 con una doppietta del solito Careca. Il Napoli arrivava così meritatamente in finale contro i biancorossi dello Stoccarda.
Il sorteggio designò il campo del San Paolo per l’andata, il 3 maggio 1989, e il Neckarstadion per il ritorno. Ricordo che la data della seconda partita, il 17 maggio, provocò non pochi scongiuri tra i napoletani. Quel numero – diciassette – appariva infatti ben più pericoloso dei pur temibili avversari che schieravano, tra gli altri, gente del calibro di Jürgen Klinsmann, Srečko Katanec e Maurizio Gaudino.
Quella sera, al San Paolo, c’erano circa ottantacinquemila spettatori. Al diciassettesimo (e poi dicono che noi napoletani siamo superstiziosi!) i tedeschi andarono in vantaggio con Gaudino, complice un’inaspettata papera del portiere Giuliani. La veemente e rabbiosa rimonta della ripresa, firmata da Maradona e Careca, rianimò un popolo, quello partenopeo, storicamente abituato a cadere e a rialzarsi. Il 2-1 finale, ottenuto all’ottantasettesimo, fu accolto con grande soddisfazione, anche se questo risultato costituiva ben più di un’insidia in vista della partita di ritorno.

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In quei giorni si capì che c’era bisogno del sostegno di tutti. Maradona, nei panni di un novello Masaniello, chiamò a raccolta il popolo napoletano il quale, da parte sua, rispose alla grande. L’esodo in massa dei tifosi partenopei verso Stoccarda fu imponente. Nelle macchine, nei treni o nei torpedoni diretti in Germania si riversarono uomini tanto diversi e tanto uguali: grandi avvocati e notai affiancarono pescatori, panettieri o meccanici.Tutti insieme, senza distinzioni età, ceto sociale o sesso, a gridare Forza Napoli!
Quella Coppa, alla fine, arrivò: non poteva essere altrimenti. Diego alzò il trofeo verso il cielo di Stoccarda dopo un pirotecnico ed emozionantissimo 3-3. Fu un risultato bugiardo, perché il Napoli dominò la partita schiacciando i teutonici sotto tutti i punti di vista. Alemão, Ferrara e Careca colpirono con astuzia, malizia e classe. Il futuro interista Klinsmann andò a segno per il primo pareggio, poi sull’1-3 un autorete di Rambo De Napoli e Olaf Schmäler suggellarono un risultato utile solo per gli almanacchi.

LA MORTE DI GIULIANO GIULIANI il portiere della coppa Uefa e dello scudetto

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Il 14 novembre 1996 a Bologna si spegne Giuliani il portiere di uno scudetto e della coppa Uefa.
L' ombra della droga, l' assoluzione, poi un addio in silenzio Giuliani, dallo scudetto all' Aids .
Ora c' e' chi dice che si ammalo' per una "follia" alle nozze di Maradona La vita di Giuliano Giuliani se n' e' andata a solo trentotto anni.
Quella malattia ha un nome, lo sanno tutti e lo sapeva anche lui,l' ex portiere era malato di Aids.E scelse comunque di percorrere in silenzio il cammino tragico lungo il quale si era avviato. Viveva a Bologna, tra casa e l' ospedale S. Orsola dove poi mori'.
Non serve neppure cercare di capire dove e' successo, quando e' successo e come. Se c' entra la droga o qualche serata trascorsa senza rendersi conto di cio' che poteva nascondere il piacere di un' ora. Dietro storie cosi' un momento di scelleratezza ci sta sempre, ma il prezzo poi e' altissimo, e puo' capirlo solo chi lo paga. Giuliani lo ha pagato per conto suo.

MARADONA ED HEATHER PARISI :UN COLPO DI FULMINE
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Si conoscono grazie alla tivù. E' il 22 dicembre del 1984. Siamo negli studi televisivi di Fantastico 5, il varietà Rai condotto all'epoca da Pippo Baudo e la valletta Heather Parisi.
C’è pure il corvo Rockfeller. Siamo in buona compagnia. Pippo chiede la linea per il collegamento con un albergo di Torino. L'indomani si gioca Juventus-Napoli. Il Napoli è in ritiro, ma c'è tempo per un breve collegamento. Signore e signori, Diego Armando Maradona. Baudo dirige lo scambio di battute, Maradona pare emozionato, ride, fa i complimenti a Heather, ci vediamo presto. Ciao, ciao. I due si salutano, linea alla pubblicità. Tutto avviene davanti a milioni di telespettatori, ignari di quello che capiterà da lì a pochi giorni. Il lunedì successivo, il giorno dopo la partita, Maradona comincia a tempestare di telefonate Heather. La ragazza cede. E’ un colpo di fulmine.
Nasce una storia a lungo tenuta segreta.
Qualche sospetto sorge il 13 gennaio dell’anno dopo, il 1985. Si gioca Fiorentina-Napoli. Al Franchi di Firenze gli spettatori non possono fare a meno di torcere il collo verso la tribuna. C'è una ragazza bionda che non può passare inosservata. Segna Maradona, Heather sorride ai flash dei fotografi. Diego alla fine le dedica il gol. Si viene a sapere che alla fine della partita i due se ne vanno assieme a Napoli, nella villa di Diego. E’ un problema. Diego è sposato con Claudia Villafane, la compagna di una vita, conosciuta da ragazzino. Ma Diego a Napoli è intoccabile. Tutto gli è concesso.
Più di una volta, di notte, Maradona sale sulla sua Porsche e spinge l’acceleratore fino a Roma, dove si incontra con Heather. Un casellante li riconosce mentre El Pibe allunga dal finestrino i soldi del pedaggio autostradale, la notizia comincia a circolare. «Novella 2000» li fotografa al balcone della casa di Diego, nel momento in cui si affacciano stropicciati alla finestra dopo la consumazione. La fine della storia coincide con il momento più alto della carriera di Dieguito: il Mondiale di Mexico '86 vinto, praticamente da solo.

MARADONA, IL FIGLIO E LA RIVOLTA DEI TIFOSI
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E' il 26 settembre 1986 nasce il figlio di Maradona,un figlio che non riconosce, frutto di una relazione con Cristina Sinagra, all’epoca ragioniera di ventidue anni, «senza lavoro», come specificano le cronache. Il giorno dopo l'inviato di «Novantesimo minuto»Biazzo raggiunge la Sinagra nella clinica Sanagrix del Vomero a Napoli, le porge il microfono, lei racconta tutto.Il figlio è frutto della sua relazione col Pibe. Un'intera città, Napoli, le si rivolta contro. E' una approfittatrice, cerca pubblicità, danneggia El Pibe. Che, da par suo, nega tutto e - richiesto della prova del dna - rifiuta sdegnato.Ha inizio in quei giorni una battaglia legale che durerà più di vent'anni. La Signora Sinagra si sottopose, mesi dopo, durante un programma Rai alla macchina della verità. La macchina confermò la sincerità della Sinagra. La trasmissione non fu mai mandata in onda in quanto Maradona fece sapere alla RAI che se quella trasmissione fosse andata in carosello, non avrebbe più rilasciato interviste alla RAI.Solo molti anni dopo Maradona riconobbe il figlio nato dalla relazione con Cristiana Sinagra
 
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