Le stronzate di Pulcinella

ANTOLOGIA NAPOLETANA - Capitolo 2, - Roberto Murolo e la sua chitarra - 1700 / 1820

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view post Posted on 28/3/2015, 00:34
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Continuiamo con questo secondo capitolo la presentazione di "Antologia cronologica della Canzone Napoletana

per la chitarra e la voce di Roberto Murolo. 14 brani databili fra il 1700 ed il 1820



# 15 Dimme 'na vota si

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# 16 Cicerenella

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# La fata di Amalfi

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view post Posted on 30/3/2015, 22:39
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# 18 Santa Lucia

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# 19 La Palummella

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# 20 Cannetella

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view post Posted on 30/3/2015, 22:51
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Sono canzoni antiche ma stupende, canzoni che non moriranno mai! Alcune le conosco alcune no. Ascoltai anche le canzoni del primo capitolo.

Grazie per averle postate!
 
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view post Posted on 30/3/2015, 22:58
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grazie a te Olivia... Sono 160 pezzi in tutto, e Roberto Murolo fece un lavoro davvero meritorio, all'epoca!
Ma più di 3 alla volta non ne posso mettere, il sito non me lo consente...
 
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view post Posted on 30/3/2015, 23:09
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In un certo senso meglio così! ascoltarle tutte assieme ci vorrebbero ore, invece così non stanca, e sarà più facile anche per gli altri ascoltarle.
 
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view post Posted on 31/3/2015, 06:33
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Pulcinella291 Forum

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...e invece te lo consente e ti spiego come fare.
metti le prime tre e chiudi la discussioni, Dopo una 15 na di secondi ne apri un'altra e ne metti altre tre e cosi' via. Vedrai che le canzoni verranno tutte di seguito senza soluzione di continuità.Chiramente mettine dodici , cosi' l'apertura è molto piu' veloce.
A me piace molto Cannetella secondo me di quel periodo è una delle piu' belle.
A proposito sapevi che Cannetella era sinonimo di Candida?
 
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view post Posted on 31/3/2015, 09:28
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io si l'avevo già inteso, anche se il mio Andreoli non lo riporta, evidentemente si tratta di forma arcaica,
accussì comme saccio buono che 15 secondi nun abbastano e ce vonno forse 15 minuti...
ma al di la delle considerazioni tecniche, non ti sembrerebbe assai lodevole da parte tua se ti soffermassi spesso
a darci ulteriori delucidazioni sui testi, e magari la storia e le circostanze narrate nell'"Enciclopedia"?

A beneficio di tutti, e particolarmente ai nostri visitatori, che come sai per la più parte (stragrande parte!)
sono non-napoletani, ma cittadini dei quattro continenti e naviganti dei cinque mari?
 
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view post Posted on 31/3/2015, 10:22
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Pulcinella291 Forum

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Non volevo fare commenti per non interrompere la sequenza delle splendide canzoni.
Ma poichè lo hai chiesto comincio a parlare delle ultime tre melodie postate.

Santa Lucia
la storia di questa canzone è alquanto complessa vediamo di riassumerla in breve.
La canzone originale in napoletano fu scritta da Michele Zezza dei Baroni di Zapponeta un patriarca cattolico e arcivescovo napoletano.
Piu' tardi la canzone fu tradotta in italiano da Teodoro Cottrau un compositore italiano
di origini francesi ,facendola diventare il primo brano napoletano trasposto in italiano e raccogliendo un grande successo in tutta la penisola, anche se la traduzione in lingua del poeta e giornalista Enrico Cossovich consentì al brano un successo mondiale, e questo fatto creò una disputa fra i due autori del testo.

la palummella
la possiamo definire una canzone sovversiva , poichè veniva cantata a Napoli per simboleggiare la farfalla che svolazza libera.
Non a caso fu scritta in pieno anonimato per protestare contro il Regno d'Italia. La canzone divenne ben presto molto popolare, ma il testo, considerato troppo sovversivo dalle autorità sabaude, venne modificato e quello originale andò perso.Il testo, così come oggi lo conosciamo, fu redatto e cantato per la prima volta nel 1873, come si evince dagli Archivi sonori della RAI, che ne attribuisce la paternità a Teodoro Cottrau.


Cannetella
Anche questa canzone fu scritta da Teodoro Cottrau in un napoletano molto arcaico .
Noi ora qui tentiamo di spiegare qualcosina circa il testo.
Cominciamo col dire che Cannetella era sinonimo del nome Candida .
passiamo al testo e alla traduzione
Non mme fà la 'nzemprecella,
Cannetella, oje Cannetè!
Cannetella, oje Cannetè!
Daje audienzia a 'sto schefienzia,
Sciù che sta sempe attuorno a te,
Cannetella, oje Cannetella!
Cannetella, Cannetè!

A mme tocca fà zimeo,
Ma chiafeo, no, non nce sò!
Ma chiafeo, no, non nce sò!
Sò cecato, sò stonato
Ca la sciorte accussì bò.
Cannetella, oje Cannetella!
Cannetella, Cannetè!

'No fracasso si nce faccio,
Che nne caccio? Dice tu!
Che nne caccio? Dice tu!
Ma mme sboto, me revoto
Quanno pò non pozzo cchiù.
Cannetella, oje Cannetella!
Cannetella, Cannetè!

Conchiudimmo, gioja mia:
O songh'io o è chillo llà!
O songh'io o è chillo llà!
Se non sciglie a chi te piglie,
Quanto sango scorrarrà!
Cannetella, oje Cannetella!
Cannetella, Cannetè!

traduzione italiana:
Non mi fare la sempliciotta,
Candida, oh Candida!
Candida, oh Candida!
Dai un po' retta a questo scemo
Che sta sempre intorno a te,
Candida, oh Candida!
Candida, Candida!

A me spetta a fare lo sciocco
Ma un allocco, no, io non sono!
Ma un allocco, no, io non sono!
Non ci vedo, non mi avvedo
Che il destino mi danna a ciò.
Candida, oh Candida!
Candida, Candida!

Se faccio qui un fracasso,
Che ne ricavo? Dimmi tu!
Che ne ricavo? Dimmi tu!
Ma mi svolto, mi rivolto
Quando poi non posso più.
Candida, oh Candida!
Candida, Candida!

Concludiamo, gioia mia:
O io o l'altro!
O io o l'altro!
E se non scegli chi ti prendi,
Quanto sangue scorrerà!
Candida, oh Candida!
Candida, Candida!

N.B.Sembra utile ricordare che il termine zimeo indicava il finto tonto , cioè colui che in malafede faceva finta di non capire o di non comprendere per esimersi dal compiere qualcosa.
chiafeo, era un 'antichissima voce, quasi del tutto desueta che indicava lo sciocco ed era uno di quei vocaboli che il napoletano aveva ereditato dal greco kophaîos.
La schefienzia,invece, era la porcheria, sudiciume.


Edited by Pulcinella291 - 31/3/2015, 11:57
 
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view post Posted on 31/3/2015, 17:55
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Grazie Pullecenè, così mi piaci!

Farò così: spezzerò i topic seguendo la suddivisione del Maestro. Un capitolo per ogni disco (vinile) dell'antologia.

E continuo quindi col 2° Capitolo

# 21 Pagliaccio

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# 22 Raziella

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# 23 La tarantella

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view post Posted on 31/3/2015, 20:01
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Pagliaccio


Forse non tutti sanno che questa splendida melodia è di un autore anonimo del 1600 e cosa molto interessante fu la sigla di carosello televisivo degli anni '70. Riascoltatela e ve ne accorgerete.

raziella anche essa di autore ignoto fi elaborata dal musicista Pietro Labriola nel 1840
di questa canzone ne proponiamo la traduzione in italiano:
A cuore a cuore con Graziella mia
Stavo seduto in quell'angolo là.
Il padre usciva e c'era soltanto la zia
Ma, zitto zitto, si poteva parlare.
La zia filava e poco ci sentiva
E, per il sonno, la testa sua cadeva,
Io prendevo la manina della mia amata
Che non voleva, ma si faceva baciare.

Lei cantava con la sua bella voce,
Il mandolino io mi mettevo a suonare.
Lei diceva, cantando dolcemente:
"Aniello mio, sempre ti devo amare!"
La zia filava e poco ci sentiva
E, per il sonno, la testa sua cadeva,
Ma, se ad un tratto, lei si svegliava,
Lo gnorri, subito, io mi mettevo a fare.
Ma quel tempo come presto è passato!
Darei la vita per farlo ritornare.
Allora ero allegro ed ora sono sventurato,
Schiatto da rabbia, di pianto devo vivere!
Graziella mia, Graziella mi ingannava
Mentre d'occhiate e vezzi mi colmava.
Ahi! Disperato mi sono ridotto a tal punto
Che o muoio ucciso o devo vendicarmi!

La tarantella sempre di anonimo fu invece elaborata da Francesco Florimo nel 1845) .
Anche di questa splendisa melodia proponiamo la traduzione:
Andiamo a vedere alla spiaggia
Mentre splende la luna piena,
Che è notte e sembra sia mattina,
I pescatori di Mergellina*
Che ti combinano divertente,
La tarantella, la tarantella!
Che ti combinano divertente,
La tarantella, la tarantella!

Un uomo ed una donna vanno in mezzo,
La gente stanno a fare il cerchio,
Ma con malizia, il pescatore,
Mentre che balla fa all'amore.
Non è soltanto scherzosa
La tarantella, la tarantella!
Non è soltanto scherzosa
La tarantella, la tarantella!

Lui la invita, lei è scontrosa,
Poi fa la sgarbata, poi è gelosa,
Poi c'è il bisticcio, in guerra si sta,
Poi si inginocchiano, poi fanno pace.
Tutta specifica, pulita e bella,
La tarantella, la tarantella!
Tutta specifica, pulita e bella,
La tarantella, la tarantella!
h, vorrei essere un marinaio
E quello spasso, che è tanto caro,
In mezzo alla Chiaia*, che è un piacere,
Ci prenderemo tutte le sere!
Poi vedresti se non è bella,
La tarantella, la tarantella!
Poi vedresti se non è bella,
La tarantella, la tarantella!
 
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view post Posted on 5/4/2015, 22:10
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Dopo la pausa per la Settimana Santa, riprendiamo la canzone napoletana leggera
del 2° Capitolo di Murolo

# 24 lo tiramole

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# 25 Mariannì

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# 26 Lo zoccolaro

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view post Posted on 8/4/2015, 08:19
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Lo Tiramole:il tiramolari
E' un' antichissima canzone, forse del 1550, che inizia il genere allegro.
eccone il testo e la traduzione in italiano:


LO TIRAMOLE



Sóngo n'ommo d'alta sfera,
trallarillirera, trallarillirera.
Só' dottore de valore,
trallarillirera, trallarillirá.
Sono un uomo d'alta sfera,
trallarillirera, trallarillirera.
Sono dottore di valore,
trallarillirera, trallarillirá.

Diciarraje, si tu mme siente,
che grand'ommo è chisto ccá.
Stó' a lo Muolo e tiro diente,
trallarillirera, trallarillirá.
Dirai, se mi senti,
che grande uomo è questo.
Sto al Molo e tiro denti,
trallarillirera, trallarillirá.

Tengo ll'arte e la manera,
trallarillirera, trallarillirera.
Sóngo strutto, saccio tutto,
trallarillirera, trallarillirá.
Ho il mestiere e le maniere,
trallarillirera, trallarillirera.
Sono dotto, so tutto,
trallarillirera, trallarillirá.

Chist'anguento ve conzola,
ogne male fa passá.
Ve fa créscere la mola,
trallarillirera, trallarillirá.
Questo unguento vi consola,
ogni male fa passare.
Vi fa crescere il molare,
trallarillirera, trallarillirá.

Medicina, antica e vera,
trallarillirera, trallarillirera.
Chi lo vede, non lo crede,
trallarillirera, trallarillirá.
Medicina, antica e vera,
trallarillirera, trallarillirera.
Chi lo vede, non ci crede,
trallarillirera, trallarillirá.

Cinche solde, ma ch'è stato?
Pecché ognuno se ne va?
Gué, lo prezzo ha spaventato,
trallarillirera, trallarillirá. Cinque soldi, ma cosa è successo?
Perché ognuno se ne va?
Forse, il prezzo l'ha spaventato.
trallarillirera, trallarillirá.


Marianni'


Con Marianni' Roberto Murolo si supera e dimostra di essere veramente un interprete sopraffino.
Pur non eccellendo né in potenza né in estensione, il suo timbro di voce ha infatti qualcosa di unico, di magico: armonioso, soave, dolce.
Eccone la traduzione:
Ti ho detto tante volte,
non far l'amore col pompiere,
sono una manica di imbroglioni.
Uè, Ti lascia e se ne va.
Mariannì', dolcezza mia,
uè, non farmi più disperare.
Quando esce dal quartiere,
con la sciabola sul fianco
col bonetto lucidato,
neh, lasciatelo passare
Mariannì', dolcezza mia
Ti ho detto tante volte,
non far l'amore col soldato.
Una partenza dietro l'altra,
uè, ti lascia e se ne va.
Neh, chiamate mia madre,
mi è venuta una passione,
ora ti mangi un limone,
te lo mangi immediatamente
Alla piazza del Castello
hanno fatto i giardinetti,
chi passeggia e chi si siede
e chi va a prendere aria.

…………………………… Mariannì', dolcezza mia


Lo zoccolaro

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E' una canzone del 1857 scritta dal duo Cottrau- Paolella.
In essa si descrive uno dei mestieri purtroppo andati persi:lo zoccolaro.
Una volta la calzatura più usata (e più economica) per chi lavorava in campagna era lo zoccolo, che veniva preparato su misura dal fabbricante di zoccoli, il quale, con il suo fornitissimo banco poteva in poco tempo realizzare un paio di calzature anche sotto gli occhi del cliente.
Ecco la traduzione :
Zoccolaro.
Ah, chi vuole lo zoccolaio?
Lo scarpino chi lo vuole?
No, vanno al paio
ma a meno li do
a chi bella vuol sembrare.
Zoccolaro, zoccolé'.
Zoccolaro.
Ce ne sono di piccole
aggraziate, ora ci vuole.
Ai piedi aggraziati
solamente li do.
Perchè più belli devono sembrare.
Zoccolaro, zoccolé'.
Zoccolaro.
Quanti cuori innamorati
li vorranno imitare.
Perchè due zoccoli appaiati
vorrebbero diventare.
Se la prendono con me,
Zoccolaro, zoccolé'.
Zoccolaro.
Ogni chiodo che ho messo,
mi sono messo a sospirare.
Come è dolce quel peso
che questo legno porterà.
E più fortunato di me,
Zoccolaro, zoccolé'
Zoccolaro.
Se qualcuno fa l'amore,
comprerebbe questi qua
che non fanno mai rumore
e non svegliano mamma.
Eh, pericolo non c'è,
Zoccolaro, zoccolé'
 
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view post Posted on 9/4/2015, 14:38
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Ultimi due brani del 2° Vinile... addicriateve!

# 27 Lu cardillo

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# 28 Si tu nenna m'amave n'aut'anno

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view post Posted on 9/4/2015, 18:40
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La canzone Lu cardillo (il cardellino) ha una storiografia alquanto scarsa . Si sa solo che è una canzone antichissima.
Della canzone esiste, forse, l’originale di fine ‘600/inizio ‘700, oppure solo la trascrizione di Pietro Labriola (1820-1900) per la musica e di Ernesto Preite (o Del Preite) per il testo, del 1848 o 1878, dati contrastanti ricavati dalle uniche fonti reperite. L’analisi della metrica porta a pensare che l’originale fosse di endecasillabi, modificata in decasillabi anapestici nella trascrizione ottocentesca per adattarla alla chitarra o allo strumento usato dal Labriola. .E' come tante altre, una canzone d'amore ed il cardellino simboleggia il messaggero d'amore.La canzone esprime il tormento del protagonista per l’amore non corrisposto, di cui ci è ignoto il motivo. Per contattare la persona amata escogita un' idea, delega un cardellino a cui ha insegnato il modo di contattarla ed a comportarsi come un uomo innamorato e passionale.
Il testo conosciuto non permette di stabilirne il periodo della stesura, certamente risale all’epoca del Vicereame spagnolo, periodo in cui uno scrittore doveva riguardarsi dalla “censura opprimente” del governo, come testimonia la “fuga“ a Venezia di molte “Villanelle” e la loro pubblicazione in quella città, da dove si sono diffuse in tutto il mondo. All’epoca erano molto conosciute in Francia ed altri paesi europei, colonie comprese, più che nell’Area di influenza spagnola (Napoli, Palermo)
La prima strofa descrive l'addestramento del cardellino: Sto crescenno nu bello cardillo, quanta cose che l'aggio 'mpara', Sto allevando un cardellino vivace e sveglio, sapeste quante cose gli dovrò insegnare, in particolare a portare i miei messaggi a tutti quelli a cui devo inviarli Adda ire da chisto e da chillo, ll'immasciate po' m'adda purta'. Finito l’apprendimento gli mostro la casa della mia nenna, la mia adorata Siente cca', bello mio, lloco 'nnanze c'e' na casa, 'na nenna 'nc'e' stà, tu la vide ca nun è distante, chella nenna aje da ire a truvà. L’istruzione è dettagliata: Ascoltami bene, mio caro, qua davanti c’’è una casa, non è lontana, da qua si vede, là abita una cara ragazza, tu devi andare a far visita a quella ragazza.
Seguono le istruzioni su come comportarsi, gli consegna un coltello tra le piume ed il messaggio: 1° caso, la ragazza dorme - Si la truove ca stace durmenno, pe' 'na fata gue' nun 'a piglia', nu rummore nun fa cu li penne, guè cardì tu l'avissa scetà? Se la trovi addormentata, oh!, tu non confonderla con una fata, non fare alcun rumore con le ali, Oh! cardellino, non devi affatto svegliarla!, In Napoletano la forma interrogativa corrisponde all’imperativo della lingua italiana.
2° caso, la ragazza sta affacciata al balcone - Si affacciata po' stà a lu barcone, Pe' na rosa l'avisssa piglià? Gue' cardi' vi' ca lla' nun te stuone, Va vattenne cardi' n'addurà. Se invece sta affacciata al balcone, non confonderla con una rosa! Cardellino, oh!, allontanati presto, non fermarti a sentire il profumo, potresti restarne inebriato, ubriacato dal profumo.
3° caso, la ragazza fa all’amore - Si la truove che face l'ammore, 'stu curtiello annascunnete cca', 'nficcancillo deritto allu core e lu sango tu m'aje da purtà. Ma se sta facendo all’amore, prendi il coltello nascosto sotto l’ala, immergiglielo diritto nel cuore e portami il suo sangue. E’ la legge del maschio mediterraneo, l’infedeltà della donna, anche verso un pretendente a lei ignoto, merita la morte, occorre sacrificarla e raccoglierne il sangue, cioè l’anima.
4° caso, la ragazza riflette - Ma si pensa vattè chianu chianu, zitto zitto te nce l'aje accustà. Se pensosa sta meditando, va pian pianino, ti devi avvicinare silenzioso, non disturbarla. Si afferrà po' te vo' co' la mano priesto 'mpietto tu l'aje da zumpa' Se accenna a prenderti in mano, saltale immediatamente sul petto!
5° caso, si realizza il sogno - Si te vasa o t'afferra cianciosa tanno tu l'aje a dire accussiì: "lu patrone pe' te nun reposa, puveriello, pecchè adda murì." Se ti bacia o ti fa le coccole, allora devi dirle così: “il mio padrone spasima per te, a causa tua non dorme più, poveretto, perché deve morire per il tuo rifiuto o la tua indifferenza”. T'accarezza, te vasa ah… viato chiu' de me tu si certo cardi' Se ti accarezza, ti bacia ah! ….. certamente sei più beato di me, o cardellino, tu sei in paradiso ed io all’inferno, oh se potessimo scambiarci i ruoli, si realizzerebbe il mio sogno ed allora sarei disposto veramente a morire! si cu' tico cagnarme m'è dato doppo voglio davvero muri'.
(Parzialmente tratto da Brigantino il portale del sud.)


Si tu nenna m'amave n'aut'anno

Il caso di Si tu nenna è interessante: probabilmente un'arietta del teatro buffo, è riconducibile alla fine del settecento; il canto era conosciuto anche con un primo verso parodistico che recitava: Carulì si m’amave n’aut’anno. Sarebbe riconducibile quindi ai moti rivoluzionari napoletani (1799) e con un primo verso riferito a Maria Carolina di Borbone. La versione viene proposta tiene presente della grande popolarità che il canto ottenne nell’ottocento, testimoniata anche dalle variazioni per chitarra scritte a Mauro Giuliani (1781 – 1829) su questa canzone.
 
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view post Posted on 9/4/2015, 22:28
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grazie assai Pullecenè, queste tuoi dotti commenti impreziosiscono l'opera del grande maestro, ed arricchiscono
il nostro Forum sempre così aperto a dare informativa di pregio ai nostri tanti visitatori.

Da domani continuerò iniziando il terzo capitolo - canzoni dal 1820 al 1880.

Anzi, visto che domani è quasi mo' faccio una concessione all'impazienza... ed incomincio subito!
 
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