| Lo Tiramole:il tiramolari E' un' antichissima canzone, forse del 1550, che inizia il genere allegro. eccone il testo e la traduzione in italiano:
LO TIRAMOLE
Sóngo n'ommo d'alta sfera, trallarillirera, trallarillirera. Só' dottore de valore, trallarillirera, trallarillirá. Sono un uomo d'alta sfera, trallarillirera, trallarillirera. Sono dottore di valore, trallarillirera, trallarillirá.
Diciarraje, si tu mme siente, che grand'ommo è chisto ccá. Stó' a lo Muolo e tiro diente, trallarillirera, trallarillirá. Dirai, se mi senti, che grande uomo è questo. Sto al Molo e tiro denti, trallarillirera, trallarillirá.
Tengo ll'arte e la manera, trallarillirera, trallarillirera. Sóngo strutto, saccio tutto, trallarillirera, trallarillirá. Ho il mestiere e le maniere, trallarillirera, trallarillirera. Sono dotto, so tutto, trallarillirera, trallarillirá.
Chist'anguento ve conzola, ogne male fa passá. Ve fa créscere la mola, trallarillirera, trallarillirá. Questo unguento vi consola, ogni male fa passare. Vi fa crescere il molare, trallarillirera, trallarillirá.
Medicina, antica e vera, trallarillirera, trallarillirera. Chi lo vede, non lo crede, trallarillirera, trallarillirá. Medicina, antica e vera, trallarillirera, trallarillirera. Chi lo vede, non ci crede, trallarillirera, trallarillirá.
Cinche solde, ma ch'è stato? Pecché ognuno se ne va? Gué, lo prezzo ha spaventato, trallarillirera, trallarillirá. Cinque soldi, ma cosa è successo? Perché ognuno se ne va? Forse, il prezzo l'ha spaventato. trallarillirera, trallarillirá.
Marianni' Con Marianni' Roberto Murolo si supera e dimostra di essere veramente un interprete sopraffino. Pur non eccellendo né in potenza né in estensione, il suo timbro di voce ha infatti qualcosa di unico, di magico: armonioso, soave, dolce. Eccone la traduzione: Ti ho detto tante volte, non far l'amore col pompiere, sono una manica di imbroglioni. Uè, Ti lascia e se ne va. Mariannì', dolcezza mia, uè, non farmi più disperare. Quando esce dal quartiere, con la sciabola sul fianco col bonetto lucidato, neh, lasciatelo passare Mariannì', dolcezza mia Ti ho detto tante volte, non far l'amore col soldato. Una partenza dietro l'altra, uè, ti lascia e se ne va. Neh, chiamate mia madre, mi è venuta una passione, ora ti mangi un limone, te lo mangi immediatamente Alla piazza del Castello hanno fatto i giardinetti, chi passeggia e chi si siede e chi va a prendere aria. …………………………… Mariannì', dolcezza mia Lo zoccolaro
E' una canzone del 1857 scritta dal duo Cottrau- Paolella. In essa si descrive uno dei mestieri purtroppo andati persi:lo zoccolaro. Una volta la calzatura più usata (e più economica) per chi lavorava in campagna era lo zoccolo, che veniva preparato su misura dal fabbricante di zoccoli, il quale, con il suo fornitissimo banco poteva in poco tempo realizzare un paio di calzature anche sotto gli occhi del cliente. Ecco la traduzione : Zoccolaro. Ah, chi vuole lo zoccolaio? Lo scarpino chi lo vuole? No, vanno al paio ma a meno li do a chi bella vuol sembrare. Zoccolaro, zoccolé'. Zoccolaro. Ce ne sono di piccole aggraziate, ora ci vuole. Ai piedi aggraziati solamente li do. Perchè più belli devono sembrare. Zoccolaro, zoccolé'. Zoccolaro. Quanti cuori innamorati li vorranno imitare. Perchè due zoccoli appaiati vorrebbero diventare. Se la prendono con me, Zoccolaro, zoccolé'. Zoccolaro. Ogni chiodo che ho messo, mi sono messo a sospirare. Come è dolce quel peso che questo legno porterà. E più fortunato di me, Zoccolaro, zoccolé' Zoccolaro. Se qualcuno fa l'amore, comprerebbe questi qua che non fanno mai rumore e non svegliano mamma. Eh, pericolo non c'è, Zoccolaro, zoccolé'
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