Le stronzate di Pulcinella

ANTOLOGIA NAPOLETANA - Capitolo 5, - Roberto Murolo e la sua chitarra - 1909/1915

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Pulcinella291
view post Posted on 12/5/2015, 19:12 by: Pulcinella291
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[CENTER]Tu nun me vuò cchiù bene
(1906)
di Salvatore Di Giacomo e Rodolfo Falvo
[/CENTER]
Anche in questa poesia come in tante altre il poeta Salvatore Di Giacomo mostra tutta la sua passione mista a una ingiustificata gelosia verso la moglie Donna Elisa Avigliano.
Donna Elisa fu moglie di Salvatore di Giacomo e nessuna biografia di donna fu più influenzata e quasi sublimata nella poesia da lei stessa ispirata.
L'idillio prima del matrimonio durò 13 anni ed insieme furono innamorati "ntussecusi ed irragionevoli. Salvatore ossessivo nella sua poetica dolente o fantasiosa; Elisa, donna tormentata, riflessiva e concreta. La poesia poi, faceva il resto e della onestissima Elisa il poeta gelosissimo vagheggiava tradimenti e situazioni irreali che servivano solo in parte a placare il desiderio insoddisfatto di possesso.
eccovi la traduzione italiana di Tu nun me vuò cchiù bene:
Ho visto in questi occhi belli,
verdi come il mare, passare una voglia.
Non dire di no.
Ti ho detto: "Ma perchè non parli?"
E ci sei rimasta male, più zitta Carmela,
come ora.
E così, mi sono accorto
che non più a me, ma pensi a un altro
Carmela, Carmela.
Tu non mi vuoi più bene,
tu non ti interessi più a me.
Questa manina
abbandonata e fredda,
non è quella che, una volta, tremava.
Non dire di no.
Questa boccuccia,
che rideva sempre,
non l'ho mai vista rimanere chiusa
come ora.
E così, mi sono accorto
che non più a me, ma pensi a un altro.
Carmela, Carmela
Sissignore,
è scritto e destinato
che la fine dell'amore
deve anche arrivare.
Non dire di no.
Ma che strazio quando muore
questo povero amore
e che fine che fa,
come ora.
Ma se ora non pensi a un altro
cosa cambia, cosa cambia? Tu mi hai lasciato.



Guapparia


è una canzone del 1914 scritta da Libero Bovio (Napoli, 8 giugno 1883 - 26 maggio 1942) e musicata da Rodolfo Falvo (Napoli, 7 luglio 1873 – 4 dicembre 1937). Oggigiorno è annoverata tra i classici napoletani divenuti immortali celebri in tutto il mondo.
Guapparia parla di un uomo offeso dalla sua donna, Margherita, «'a femmena cchiù bella d''a 'Nfrascata». Chiama a raccolta un gruppo di suoi amici («Scetáteve guagliune 'e malavita!...») che sono in grado di suonare degli strumenti e li porta con sé per la città a cantare contro (o forse per?) la sua donna («pecché, stanotte, 'a voglio 'ntussecá»), urlando a tutti che senza alcun problema sarebbe capace di cantare fino al sorgere del giorno seguente solo per mettere «'ncroce a chi...mm'ha miso 'ncroce...». Tutto il “concertino” organizzato dagli altri ragazzi sembra essere profondamente partecipe della tristezza dell’amico innamorato ed offeso («chiagne tutt''o cuncertino, addó' ch'avess''a chiagnere sul'i'...»), che un tempo era il più potente del quartiere della Sanità, mentre ora, distrutto per amore, si è ridotto ad essere un poveraccio, quasi un buffone che ha perso tutta la “guapparia”.

Per i non napoletani:
guapparia = atteggiamento o azione da guappo
scetáteve = svegliatevi
guagliune = ragazzi, giovani
ntussecosa = triste, malinconica, aspra
accumparuta = comparsa
ll’intrasatto = all’improvviso
Sanitá = popoloso quartiere napoletano
ch’aggio = che ho
suggitá = società (intesa come malavita)
vuttàte ‘e mmane = datevi da fare



ecco la traduzione in italiano di Guapparia
Svegliatevi, ragazzi di malavita
Perché questa serenata fa molto arabbiare:
io sono l'innamorato di Margherita
che è la donna più bella del borgo!

Le ho portato un'orchestrina stupenda,
per il divertimento di farle sentirmi cantare
mi sono bevuto un bicchiere di vino
perché, questa notte, voglio farla incollerire

Svegliatevi, ragazzi di malavita!

II

E' apparsa la luna all'improvviso,
per darle la soddisfazione di vedermi distrutto
Per quello che mi ha fatto questa donna,
vorrei che la luna si vestisse a lutto!

Quando si mise con me,
ero il più guappo della Sanità
Ora, che ho perso tutta la guapperia,
cacciatemene dalla società!

Svegliatevi, ragazzi di malavita!

III

Suonate, giovanotti, sbrigatevi,
non avvilitevi, perché sono bene di voce!
Ce la faccio a cantare fino a domani
E metto in croce chi… mi ha messo in croce

Perché il mandolino non mantiene più il tempo?
Perché la chitarra non si fa sentire?
Ma come? Piange tutta l'orchestrina,
mentre dovrei piangere io solamente

Piangono questi ragazzi di malavita!



Napule canta
Autori: Bovio - E. Murolo - E. Tagliaferri - 1915 )
la traduzione per i non napoletni
Posillipo si stende,
quasi stravaccato sul mare d'oro
come um bambino che vuol dormire.
Nel silenzio, lenta la notte scende,
passa una barca e canta il marinaio:
"Svegliati amore, come puoi dormire!".

Chitarre e mandolini,
stanotte il cuore mio vi vuol sentire.
Colei che mi vuol bene,
in sere come questa, come può dormire
se tutta quanta Napoli,
in terra di Posillipo viene a cantare.

Brillano i lumi in mare,
le alghe profumano e di questo profumo
si riempie l'aria e più profumata diventa.
Sbattono sugli scogli le onde chiare,
sospírano i giardini: "È' primavera"
L'amore passa, ride e se ne va.

Chitarre e mandolini,
stanotte il cuore mio vi vuol sentire.
Colei che mi vuol bene,
in sere come questa, come può dormire
se tutta quanta Napoli,
in terra di Posillipo viene a cantare.

Napoli bella mia,
terra d'amore, lacrime e canzoni,
che sogni dorati ci fai sognare!
Nel cuore ci metti una malinconia,
una febbre tu ci metti nelle vene
perchè vuoi farci piangere e cantare.

Se tutta quanta Napoli,
in terra di Posillipo viene a cantare!


Edited by Pulcinella291 - 14/5/2015, 10:49
 
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