Le stronzate di Pulcinella

Chiesa Santa Maria Donnaregina Vecchia

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view post Posted on 20/3/2016, 20:33

amante della follia... ma perseguitata dalla sfiga.

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Chiesa Santa Maria Donnaregina Vecchia



La chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia è una chiesa monumentale di Napoli costruita agli inizi del XIV secolo per le monache clarisse del convento omonimo.
La chiesa si trova alle spalle di Santa Maria Donnaregina Nuova, quest'ultima costruita nel Seicento con lo scopo di rimpiazzare quella Vecchia, con la quale dal 2007 costituisce il circuito del museo diocesano di Napoli.
Il complesso originario occupava un'insula doppia della città greco-romana ed è attestato a partire dal 780 come "convento di San Pietro del Monte di Donna Regina" appartenente alle monache basiliane. Il convento era dotato di una porta difesa da una torre. Nel IX secolo passò alle monache benedettine, che lo intitolarono a Santa Maria. Nel corso del XIII secolo passò alla regola delle clarisse.
Sotto Carlo I d'Angiò, il monastero fu adibito a prigione per i nobili avversari della casa regnante. Il convento fu danneggiato da un terremoto del 1293, e venne ricostruito dalle fondazioni grazie alle donazioni della regina di Napoli Maria d'Ungheria. La nuova chiesa, aperta al culto nel 1316 venne consacrata nel 1320 e la regina vi venne sepolta in una tomba monumentale, opera di Tino di Camaino completata nel 1326.
Nel 1390 il tetto della chiesa fu danneggiato da un violento incendio scaturito da un fulmine[1] e i lavori di restauro furono commissionati dalla regina Giovanna II d'Angiò, come gli ulteriori restauri dovuti ai terremoti che si susseguirono nel XV secolo.
Nel XVI secolo fu aggiunto al complesso un nuovo chiostro e nel XVII secolo venne costruita una seconda chiesa, Donnaregina Nuova, in origine direttamente accessibile da quella più antica tramite ambienti nei piani superiori degli spazi absidali, riservata anch'essa alle monache.
L'ampliamento di via Duomo decretato nel 1860 richiese l'abbattimento di una parte del complesso conventuale. Il convento venne soppresso nel febbraio del 1861 e la chiesa vecchia passò al comune di Napoli. Suddivisa in vari ambienti, divenne sede di uffici delle guardie municipali nel 1864, di una scuola froebeliana nel 1865, di abitazioni provvisorie per i poveri dal 1866 al 1872; ospitò in seguito la Corte d'assise e dal 1878 la commissione municipale per la conservazione dei monumenti. In seguito a una decisione del consiglio municipale vi fu aperto tra il 1892 e il 1902 il "Museo della città" e dal 1899 ospitò la sede dell'Accademia Pontaniana.
Le due chiese furono separate nel 1928-1934, in occasione dei lavori di Gino Chierici che eliminarono le suddivisioni interne della chiesa vecchia per rendere visibili le strutture gotiche dell'abside della chiesa più antica, che si poté ricostruire grazie all'accorciamento e la parziale demolizione del coro delle monache di quella più recente. Il sepolcro di Maria d'Ungheria, che era stato spostato nella nuova chiesa nella sala del comunichino delle monache assieme ad altri monumenti sepolcrali cinquecenteschi nel 1727, fu di nuovo trasferito nella chiesa vecchia, in corrispondenza della navata sinistra che comunque non costituisce la sua collozazione originale, le sculture rinascimentali invece sono rimaste nella sala della chiesa Nuova.
Attualmente ciò che resta del convento di Donnaregina è sede della "Scuola di perfezionamento di restauro" dell'università di Napoli.

Abside


Volte con gli stemmi angioini (gigli su fondo azzurro) e ungheresi (strisce bianche e rosse)


La chiesa è su due livelli. Quello inferiore ha le volte riportate sopra mentre quello superiore ha il soffitto cassettonato


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Monumento funebre per la regina Maria d'Ungheria che contribuì economicamente all'erezione della chiesa e allo stabilirsi delle suore.
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Dettagli del monumento:

Parte superiore con Madonna con Bambino che dovrebbero accompagnare la defunta nel suo viaggio ultraterreno


Al centro la regina giacente sul suo sarcofago con le ancelle che l'assistono.
Sotto ci sono tutti i suoi figli: Raimondo Berengario, Giovanni di Durazzo, Carlo Martello, al centro poi c'è San Ludovico di Tolosa, poi alla sua destra il nuovo reggente Roberto d'Angiò, Filippo I e Raimondo di Taranto (Ludovico diventa santo e Roberto re di Napoli).



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Reggono il sarcofago le quattro Virtù


La decorazione del sarcofago è infine completata da un mosaico a tessere azzurre.

La zona superiore è il coro delle monache. Attualmente serve come sala di convegni.

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