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| Esattamente 500 anni fa a Venezia nasceva il primo <ghetto>, ossia il quartiere di una città ben delimitato, in cui dovevano per obbligo risiedere i
cittadini di religione ebraica. Una costumanza poi diffusosi in Europa fino XIX secolo e ripresa dal Nazismo in molte città dell'Est europeo. All'inizio del
Cinquecento la cacciata dei giudei dalla Spagna (1492) e gli effetti della guerra tra Serenissima e potenze continentali portarono un gran numero di
ebrei a riversarsi dalla terraferma a Venezia, destando problemi di accoglienza e allarme trai residenti cristiani. Per risolvere il problema il 29/3/1516
il Senato stabilì che gli ebrei in città avessero l'obbligo di risiedere nel Ghetto Novo, un'isola collegata da due ponti che venivano chiusi la notte e
vigilati. Il nome derivava dall'antica presenza di una fonderia di ferro, il veneziano geto (getto, riferito alla colata di metallo fuso) e pronunziato chèto
dagli ebrei di lingua tedesca.
Campo del Ghetto Novo
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