Le stronzate di Pulcinella

A proposito di logica

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vert
view post Posted on 12/5/2016, 14:09






A proposito di logica





Immaginatevi un'ipotetica piazza sul rettifilo nella zona centrale di Napoli.

Quell'anno frequentavo la scuola trasmissioni di S.Giorgio a Cremano, ma tutte le sere era su quella via dove avevo un appuntamento di quelli al bacio…(capite a 'me!), l'appuntamento era presso l’edicola di Don Gennaro, ovvero un punto di riferimento per tutti, era talmente grande e stipata di oggetti:bandiere d’Italia, bandiere del Napoli ai tempi di Diego, giochini, souvenir, caramelle, bevande, acqua fresca, sigarette, accendini...insomma è ricca di folclore.

Don Gennaro, l'edicolante, un buon'uomo, stava lì da una vita, cioè da quando suo padre non decise di andare a dare un'occhiata nell'aldilà.
Egli conosceva per bene tutti i suoi clienti. E di tutti conosceva vizi e virtù.

Tranne uno.

Un signore un po’ strano che ogni mattina puntualmente (ormai da un po’ di tempo) si presenta da lui e gli chiede «Il Mattino, la Repubblica, Il sole 24ore e il Corriere della Sera».

Si trattava di un tipo sulla quarantina... no forse... sulla cinquantina, che arriva su una macchina scoperta di colore grigio.
In verità aveva un aspetto curioso, vagamente trascurato, ma nello stesso istante assolutamente distinto.

Don Gennaro non riesciva ad inquadrarlo.
Di certo non era un mariuolo, ma non sembrava un dottore e neanche un avvocato. Qualcosa gli diceva che non era un operaio ma neanche un impiegato...

«Forse un giornalista? Chissà...»

Don Gennaro, come tutti i napoletani era curioso, ma non chiedeva niente per non far vedere...(capite a 'me!)

Finché arrivò il giorno in cui non ce la fece più e dopo l’ennesima consegna di giornali, gadgets e resto, guarda l’uomo e sorridendo gli chiese:

«Scusate, dottò...»

«Ditemi...» Rispose l'uomo elargendogli un sorriso a 24 Karati.

«Vedete dottò, io faccio il giornalaio che sono tanti anni e qui conosco tutti, ma a voi non vi avevo mai visto e...»

«In effetti è da poco che abito in questa zona della città. Con il traffico di oggi mi era divenuto faticoso arrivare in tempo all'università»

«Ecco. Precisamente. E allora mi chiedevo. Volevo sapere: che ci fa un tipo come voi, voglio dire, distinto, perbene, per la strada a quest'ora?»

«Mi piace questo posto. Questa è una zona ricca di storia e di cultura. E poi mio caro anch'io debbo magiare... lavoro qui, qui vicino»

«E infatti pensavo che lavoravate qui attorno. E scusate dottò, avete parlato di università, ma se non sono indiscreto, che lavoro fate?»

«All’Università? Mio caro, insegno Filosofia e Logica»

«Mannaccia» esclama tra sè don Gennaro, come a dire, era facile, in fondo, Università...

Ma poi si riprende e ancora più curioso

«...Scusate, prufessò...»

«Dite»

«Ecco, io di filosofia non ne capisco granché, ho letto qualcosa, bene o male so chi era Platone, Aristotele, Kant, e ci metto pure De Crescenzo, ma aggiate pacienza, prufessò, ma ‘sta logica che è???»

«Ah. Voi volete sapere...»

«Si, io vorrei sapere...»

«Dunque, amico caro, sapete cos'è il ‘logos’?

«Prufessò, voi mi vedete, io so nu giornalaio...»

«Capisco, beh, in greco, Logos è il verbo, ossia la parola e la logica è l’arte, la nobile arte, di combinare tra sé le parole spiegandone i collegamenti»

Don Gennaro lo guarda interdetto non avendo compreso.

«La vedo perplesso, caro amico mio. Mi spiegherò meglio con un breve esempio. Dunque dunque, possedete un computer?»

«Eeeh prufessò! Veramente dite? Prufessò, sono un giornalaio, ricordate? Io m'informo e sono sempre stato innamorato delle cose nuove, una passione che...Certamente che ho nu computer»

«Ecco» - interrompe il prof. – «Allora se voi possiede un computer sarete un amante della tecnologia»

«Per carità di Dio, no!»

«Cosa ci fate con il conputer? Ci giocate?» Domanda il professore

«E si capisce prufessò, però a volte mi spingo oltre, frequento nu piccolissimo sito letterario, nato da poco, dove un buzzurro come me può leggere poesie e racconti e se trova il coraggio, anche di pubblicare le mie cacatelle, scusate il termine»

«Magnifico! Voi dunque amate scrivere e leggere, cose che sono indice di apertura mentale, si può perfino dire che amate tutti gli scrittori e i poeti, è così?»

«Eh, non tutti però ! In quel sito ci sono, come in ogni cosa della nostra vita, i boss, per carità non mi fraintendete, intendo gli eruditi e poi ci siamo noi, i cafoni, insomma, gli operai, ecco, mi capite, vero?»

«Altro che se vi capisco e scommetto che i boss sono coloro che ricevono più attenzioni degli altri, insomma, c'è gente che sbava dietro quei pezzi da novanta, non è così?»

«Beh...»

«Mio caro amico, mettetevi l'animo in pace, tutto il mondo è paese, i baciapile sono dappertutto, mio caro... e ditemi, non è forse vero che gli autori veri, intendo coloro che hanno davvero talento e se ne fregano dei boss non baciando nessuna pila, sono regolarmente ignorati?»

«Più o meno direi che l'andazzo è questo! Bisognerebbe vedeste come questi boss si compiacciono di rispondere alle sbavature e alle slinguazzate dei baciapile»

«E come rispondono? Ditemi, ditemi, sono curioso!» Chiede divertito il professore

«Maròòòò, la loro voce sembra discendere dall'alto, a volte con sufficienza e a volte con un po' di altezzosa stizza, per dirla alla napoletana «Fatti fama e curchiti»!

«Non ho capito un piffero, cosa vuol dire?» Chiese il professore sorridendo

«Ah ah ah, vuol dire «Acquista fama e dormi». Ma voi prufessò di dove siete?»

«Se volete sapere dove sono nato posso dirvi che Parigi è la città in cui sono nato, ma sono italiano quanto voi!»

«Ah, capisco»

«Mi piacerebbe sapere cosa avete capito. Forse vi sembrerò un po' fuori moda, ma una cosa è certa. Conosco bene quei soggetti amico mio, anche nel mio ambiente bisogna chinare il capo quando parla il boss, cosa possiamo farci, così va la vita. Ma ora lasciamo perdere queste piccole miserie mortali e torniamo al nostro ragionamento... Dunque, l'autore, intendo quello che sa essere uomo anche quando scrive poesie immortali, dico bene?
«Credo di si»
Quindi essendo un uomo possiamo dire che discende dalle scimmie e che pertanto anch’egli è né più né meno un animale?»

«Beh, si possiamo dirlo, prufessò!»

«Dal che si deduce che lei ami l’uomo autore.»

«E la donna autrice... Questo tanto per precisare, prufessò»

«Ah ah ah, perfetto! E la donna per voi cos’è?»

«E che ne sacce, a donna è...è, a grazia e Dio!»

«Infatti cos'è la donna se non l'espressione più gentile del genere umano, una costola d’uomo, l’altra faccia del cielo? Voglio dire, a lei piacciono gli uomini autori e dunque anche le donne autrici, è così?»

Gennaro, punto sul vivo, tiene a evidenziare quest’ultimo concetto

«Prufessò ma che dite? A me piacciono tutte le donne. Io quanno leggo nà poesia de na femmina o la guardo dal di dietro, sempre cù rispetto parlann, nun capisco'cchiù niente! Me sento nà cosa int’o core, ‘int e vene!!! Co 'ttutto ca tengo n’età, prufessò e co i primi disturbi del tempo che avanza...»

«Perfetto. Come vede, mio caro, da una cosa banale come un computer sono arrivato a farle confessare il suo amore per le donne. Ecco la potenza e l’impatto vitale della logica!»

Gennaro è allibito.

Ha compreso. E se non ha compreso è rimasto comunque rapito da tutto il discorso.

Ringrazia e saluta calorosamente il caro professore.

A tutta questa scena ha assistito, non visto, Giggino 'o macellaro, commerciante al dettaglio che ha il negozio di fronte.

Curioso come Don Gennaro, rimane tuttavia un po’ indeciso sul chiedere o meno, per non dare troppa soddisfazione all’amico.

Tuttavia il lunedì successivo, con la scusa di comprare il giornale con i risultati dello sport, introduce il discorso...

«Sto cazz e Napule ogni tanto si blocca, Gennà, ‘na domanda, ma sabbato ammatina t’agge visto parlà cu chillu tizie ‘nu poco curiuse ca vene tutte ‘e juorne»

«Ah, m’haje visto, eh???»

«Eh, si, t’agge visto. Ma chille, chi è???»

«Che t'aggia a dì, Giggì... chill’è ‘nu prufessore, ‘nu prufessorone, pensa che insegna filosofia e logica all'università»

«A faccia o cass' Gennà....!!!» esclama allibito Giggino.

Poi, un poco perplesso, si rivolge all’amico e gli fa:

«Siente ‘nu poche Gennà, io della filosofia ne ho sentito parlare, ma la logica, che d’è?»

Gennaro lo guarda, con aria di sufficienza, e gli fa:

«Eh, Giggì ‘a loggica... ma tu che può capi’... sient'a me... tu ‘o tiene nu computer???»

«veramente... no»

«E allora SI’ RICCHIONE!!!!»


 
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view post Posted on 12/5/2016, 14:20
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Pulcinella291 Forum

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conoscevo un'altra versione , ma questa mi è sembrata molto piu' carina e completa. Ottimi anche i dialoghi , complimenti.
 
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view post Posted on 12/5/2016, 16:00
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CITAZIONE (Pulcinella291 @ 12/5/2016, 15:20) 
conoscevo un'altra versione , ma questa mi è sembrata molto piu' carina e completa. Ottimi anche i dialoghi , complimenti.

Lo so quale conoscevi tu.... quella del carabienire (sempre lui...) che ha per tema l'acquario di pesci tropicali


tu 'o tien l'acquario?
No?
Si ricchione
 
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view post Posted on 12/5/2016, 16:05
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Pulcinella291 Forum

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Esatto.
 
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vert
view post Posted on 13/5/2016, 03:00




Grazie per avermi letta.
 
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view post Posted on 13/5/2016, 05:22
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questi due avvocati non hanno detto la cosa essenziale: scrivi deliziosamente, vert!
anche se sdraiata 'n copp' a chella panchina verde me pari 'na mazza 'e scopa!
 
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costanza pocechini
view post Posted on 14/5/2016, 14:29




"Scrivi deliziosamente bene vert", commenta Lucio Musco
che a mio sentire non manca di "deliziosità", ma oltre a ciò non
manchi mai di sorprendermi, cara Vert.

greedy
 
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