costanza pocechini |
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| VideoDELLA RÈPUTA IL CANTO DEL CIGNO
Aspetto un ritorno di frammenti ansiosi del respiro sospeso a metà gola, troppo è il senso di te che dissente, non si adatta ai riti dell’alba e del tramonto.
Sconvolgendo, sto l’accordo degli arpeggi del colore della notte, voci capricciose avviliscono: dove vai… la strada è chiusa, i ponti interrotti…
Non è il tempo a comporre come natura fa, non è l’anima a dire chi siamo, ridi forte, fortissimo del mio sentire, t’incoraggio.
Ma, perché deve esser la pioggia a bagnarmi i capelli e flussi di fon ad asciugarli, rabbrividire ai primi soffi d’autunno, immaginando il suono delle ciaramelle.
Non corriamo… sotterriamo piedi ed ali, è così fragile ambiguo un abbraccio, fantasmi m’aggrappano creandomi le mani, mente sogno il soffio della ciaramelle.
D’accordo, dei monti innevati amerò l’innocenza, dalle pendici verrò giù scivolando, posandomi sui tetti, tu, davanti al camino, prono, solo sistemi la legna.
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