| Ora è tempo di fare chiarezza su una cosa. Oggi l'Italia è stata colpita dall'ennesimo terremoto. Nulla di strano, siamo un Paese fortemente sismico e l'Appennino non perdona. Lo sanno tutti, quelli che ci vivono e anche gli altri. Ho appreso questa mattina quello che è successo, e naturalmente, come tutte le persone dotate di media empatia, mi è dispiaciuto. Come del resto mi dispiacque per il terremoto messicano del 1999 o quello giapponese del 2011 e per tutti quelli passati e futuri che tanto esisteranno sempre. Non sono in lutto, dicevo, perché quando capita una cosa simile mi tocca leggere le solite frasi. Faccio degli esempi.
"Oggi non parliamo di calcio, è successa una tragedia immane." "Sono vicino alle vittime e piango con loro." "Ma vi sembra il momento giusto per sparare cazzate con quello che è appena capitato?"
Allora io vorrei dire che questa è una cosa tristissima, è una delle infinite cose tristissime che nel mondo capitano ogni giorno, forse ogni secondo. In qualsiasi istante nel pianeta ci sono persone che muoiono per malattie, violenze, catastrofi naturali, guerre, ci sono ovunque soprusi, schiavitù, ingiustizie e cose simili. Però il signor/signora X ha deciso che oggi, solo oggi, non si può scherzare su argomenti frivoli perché oggi, e solo oggi, è giorno di lutto. Non ieri, quando chissà quante persone al mondo sono perite per altri sismi, o per inondazioni, o per le bombe. Non il giorno, che so, 17 ottobre 2015, quando senz'altro anche quel dì ci sono state sciagure sparse nel globo. No, solo oggi. E anzi, magari quel 17 ottobre 2015 c'era un altro signor/signora Y che diceva le stesse frasi, ma sempre e solo per quella giornata lì, quando magari X, proprio quel 17 ottobre 2015, rideva felice. Allora, o è lutto quotidiano, 365 giorni all'anno, e 24 ore al giorno, o non lo è mai. Adesso non si può ridere perché è successa questa disgrazia, e quindi X non vuole. Però può darsi che da domani, o magari da dopodomani, X autorizzerà di nuovo a scherzare, perché intanto il lutto sarà scemato e la sua angoscia sarà passata. E tutti i decessi che avverranno da domani o dopodomani in poi? Per loro non si piangerà più? E tanto per restare in tema: c'è la commemorazione per le vittime dell'Olocausto. E per gli altri eccidi? Per il genocidio del Ruanda no? Come mai? E perché l'anno scorso "Je suis Paris" e pochi giorni fa nessuno "Ben bir Giazantep" per la strage turca? Solo che oggi, dice X, "non è il momento di fare ironia sul calcio, è appena successa una sciagura." Va bene, Mister X, come quello dell'Uomo Tigre, allora aspetto che ti sia passata la disperazione. Però sappi, mio/a caro/a ipocrita, che il primo giorno che ti vedrò di buon umore, ti chiederò: "Ma cosa ridi? Non sai che c'è appena stato un terremoto in Nepal che ha ucciso 1.600 persone? Ma hai idea di quanta gente, mentre tu ti trastulli in frizzi e lazzi, sta subendo violenze, morte e distruzione, dall'Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno? E tu ti permetti di scherzare o addirittura di provare piacere per cose tue? Devi essere in lutto, persona falsa che non sei altro, devi partecipare al dolore altrui, esattamente come quel 24 agosto 2016! Perché adesso non piangi più?"
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