Le stronzate di Pulcinella

Giuseppe Bonito il piu illustre pittore del 700 napoletano

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view post Posted on 25/9/2016, 18:06
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Oggi in previsione del fatto che a Castellammare di Stabia sono in opera i lavori di restauro della grande villa comunale mi e' stato riferito che pian pianino vengono rimosse per preservare il loro stato e valore tutte le statue presenti in essa .Una di queste e' la statua raffigurante Giuseppe Bonito e ve ne parlo
Giuseppe Bonito fu uno dei maggiori pittori di genere napoletani, le sue numerosissime tele di carattere popolaresco ne fanno uno dei migliori rappresentanti del genere, forse il più importante dell'Italia meridionale del Settecento.
Nato a Castellammare di Stabia(Na) fu uno dei primi a rappresentare il periodo rococo'


Immacolata Concezione


Enorme il suo riscontro che alcune tele di altri pittori suoi contemporanei e conterranei gli furono per lungo tempo attribuite. Il caso più eclatante fu quello del napoletano Gaspare Traversi al quale soltanto nel Novecento, grazie agli studi dello storico dell'arte Roberto Longhi, fu riconosciuta la paternità dell'intera sua opera fino a quel momento attribuita a Bonito.
Giuseppe Bonito rappresentò la sua città ossia la mia bella Castellammare di Stabia , anche negli aspetti più folcloristici e ovvi, con la presenza di "scugnizzi" e l'immancabile Pulcinella, ma la sua pittura non fu moraleggiante o dai significati oscuri;piuttosto un ruitratto a volte spietato a volte edulcorato della sua città e del suo tempo.



Siamo nel 1736 e anni successivi quando Bonito produsse per i Borboni la decorazione a fresco della Reggia di Portici. Come ritrattista fu molto ricercato dalla nobiltà napoletana, celebre il ritratto di Maria Amalia di Sassonia moglie del re di Napoli Carlo VII.

Una delle sue ultime opere: L'Immacolata Concezione del 1789 fu dipinta da Bonito per la Cappella Palatina della Reggia di Caserta.
Nella sua citta natale gli fu dedicato un busto di bronzo che si trova attualmente posizionato nella villa comunale creato dallo scultore Antonio Mennella e voluto dall Azienda del turismo e servizi della citta di Stabia commissionato dall allora Onorevole Folchi ministro del turismo e dello spettacolo delle maggiori autorita' cittadine.. e scoperto il 25 settembre
del 1960
Discepolo di F. Solimena, si orientò poi verso l'accademismo romano sotto l'influsso di S. Conca, col quale collaborò alla decorazione del soffitto di S. Chiara a Napoli. Pittore di corte fin dal 1751, il B. dipinse numerosi quadri allegorici e di genere per i palazzi reali, diede cartoni per arazzi, eseguì ritratti ufficiali, ecc.
Giuseppe Bonito, uno tra i migliori che trova spazio anche nel museo di aCapodimonte
Bonito, “Primo pittore di corte”, direttore a vita dell’Accademia del disegno di Napoli (l’attuale Accademia di Belle Arti), consigliere regio del Laboratorio degli arazzi, nacque a Castellammare di Stabia nel 1707 e morì a Napoli nel 1789. Figlio di una numerosa famiglia, fu accolto giovinetto nella celeberrima scuola dell’abate Solimena, una sorta di sodalizio formato dai migliori allievi del tempo che, in omaggio al loro maestro, vestivano tuniche marroni (vedi il mio opuscolo “Giuseppe Bonito”, Pompei, 1981), in cui viene confutata, per la prima volta, anche la presunta “povertà” della famiglia Bonito, sostenuta sia dal Cosenza

busto raffigurante Giuseppe Bonito posto nella villa comunale di Stabia



Del folto gruppo di allievi, furono privilegiati i pochi che riuscirono ad emergere, per talento e tenacia, tra cui, in modi e tempi diversi, Sebastiano Conca, Domenico Antonio Vaccaro, Francesco De Mura, Corrado Giaquinto e Giuseppe Bonito, il quale, nella sua lunga attività, fu insignito di onorificenze ambitissime che lo posero in una condizione di sovrana e pubblica considerazione, monopolizzando per molto tempo l’attenzione sia della corte, sia di privati collezionisti.
Della vasta produzione di Bonito, molto è andato perduto.
Inoltre, nel 1935, a seguito di una lunga ricerca, il critico d’arte Roberto Longhi, attribuì a Gaspare Traversi una ventina di tele ritenute per molto tempo opere dell’artista stabiese (e anche in quell’occasione l’allora amministrazione comunale non avvertì neanche la necessità di chiedere una revisione della ricerca con la consulenza di un perito-critico di parte, cosa che, comunque, si potrebbe sempre fare). Tuttavia, nella nostra zona si conservano sei tele: cinque nell’ex cattedrale di Vico Equense (di particolare interesse l’Annunciazione), e “La consegna delle chiavi a san Pietro”), nella concattedrale di Castellammare di Stabia. Questa tela, molto bella, fu acquistata dal comune di Castellammare di Stabia, dietro sollecitazioni di Domenico Morelli e Benedetto Croce che consideravano il Bonito una “vera gloria nazionale”. E anche questo episodio la dice lunga sulla scarsa sensibilità, in tutti i tempi, degli amministratori di questa nostra bella quanto strana città.


Gli ambasciori turchi a corte raffigurati dal pittore Bonito



Si distinse, oltre che nella pittura di “genere”, nella ritrattistica (in mancanza della fotografia, nobili e personaggi facoltosi si facevano ritrarre da pittori) tentando di conciliare l’esigenza del ritratto iconografico, rappresentativo della istituzione, specie il sovrano, secondo una certa visione specialmente del Mengs), con la tradizione napoletana di naturalismo espressivo, evidenziando aspetti psicologici e sentimentali. Questo suo “nuovo” modo di fare “ritrattistica”, dove le figure erano “vive”, popolari, persone note e familiari nel quartiere, nella zona, nella corte, piacque molto e gli procurò grandi soddisfazioni morali e materiali.

MariaCarolina con l infante mariaTeresa d Austria





 
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