Le stronzate di Pulcinella

RIDIAMO L’ONORE ALLE JANARE DEL NOCE, - un po' prosa, un po' percezione.. suggestione

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costanza pocechini
view post Posted on 26/10/2016, 08:02




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RIDIAMO L’ONORE ALLE JANARE DEL NOCE

Eh, sì, mi son detta, appena appellata come tale,
che sciocchi ramarri girano vestiti da Salomone,
di moderno hanno jeans e canotta,
mani analfabete e il comprendonio amorfo gli fa scrivere:
sparite streghe, te e l’altra, voi siete…
(io e sandra, ree di spregiare un "magnagati")


Qual è la differenza fra una “strega” e una “janara”?

La prima, più favolesca, al di là dell’aspetto, è creatura buona o cattiva,
a piacimento e direi anche a simpatia, lontana dall’essere morale,
non ha fissa dimora, parla ogni idioma,
è vergine o sgualdrina, non ha vie di mezzo;

ben altro è la janara, la strega di Benevento: creatura solare,
vampira notturna, nasce dall’ingenuità contadina ed esercitava nel suolo campano,
dal magico Taburno ai tratturi sanniti ai vigneti dell’Irpinia; non faceva magie,
pur se ad essa veniva addebitato ogni tormento, succhiava il sangue, in primis
degli animali e dei neonati, nonché dei morenti.

Perché lo succhiavano?
Giovanni Arcai ha scritto un racconto “che svela in parte alcuni segreti della
tradizione, nella quale si evidenzia come venisse praticata già in tempi passati una
forma di pietas per animali e uomini incurabili o in fin di vita.” Non sovviene l’uso
terapeutico delle sanguisughe?

Perché lo faceva di notte? Semplicemente per non impaurire e aizzare urla e pianti,
cogliere del primo sonno l’incoscienza; non cercava dall’alba erbe del male, ma la cicoria,
le radiche da scaudare, figli e homini nutriva, di zampate dalle bestie era tatuata.

... ... ...

- <i>"Come jamm Immacolati’… è tanto che non ci vediamo”, seduta all’angolo della cucina,
l’ultra centenaria m’appoggia addosso l’occhio ancora vedente, crudo e cupo, finché non
percepisce. Mi tocca, o forse vorrei. “Figlia mia! … Che sìffatto finora… che pena saperti
inguaiata… Vieni a ca’, fatti toccare… - mi sfiora il collo –
Io ti potevo guarire. Non avevi più fede?”

- “Maestra… non sono razza pura, io… il tempo a tratti mi preserva la natura,
se vengo a vivere qui… morirei cattiva, nemica della specie…” , parlo parlo,
passa le dita sulle mie labbra, forse le devo mordere?

- “Ti sei sciupata assai… Prendi la mantella nel bbagugh (u), l’ho foderata di lana caprina…
Il trentuno s’avvicina e il lago vi sta chiamando da metà mese: venite figlie d’Esculapio
a riprendervi l’onore… delle impiccate sul Noce.”



Edited by costanza pocechini - 26/10/2016, 16:02
 
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