arecata |
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| Dopo aver letto la seguente tabella che vi ripropongo, ho fatto delle riflessioni che voglio condividere con voi
poner la toalla en la arena mettere l'asciugamano sulla sabbia Pulpo - purpoLa tabella inserita in incipit è un chiaro esempio di come moltissime parole napoletane siano le stesse del catalano/castigliano corrente, ne potrei aggiungere altrettante napoletane che, almeno onomatopeicamente, sono riconducibili alla lingua francese, come ad esempio : boatta . boite, finezza . finesse, bisciù . bijoux., L'influenza spagnola non si limita alle sole parole, ma anche alla costruzione delle frasi e quindi del discorso, esempi : Chiama a Paolo, scendi il cane, rimani la pasta nel piatto etc etc Ma non facciamoci ingannare dalle vicende storiche che per secoli ha subito le dominazioni francese e spagnola. Gli idiomi di quest'ultimi sono neolatini. Posto che fra i dialetti italiani, quelli che hanno conservato un maggior numero di parole dal Latino sono il napoletano e poi il sardo, di fatto linguisticamente parlando ci hanno influenzato ben poco. La parlata era già comune, poiché secoli prima ci avevano pensato i Romani. Sono loro che hanno subito la nostra lingua. La lingua napoletana è prevalentemente di matrice greca e latina (a Napoli si è parlato greco fino al V- VI sec. D.C.). Fino all'arrivo dei normanni, 1100 circa, si parlò greco-bizantino. Molte parole napoletane provengono direttamente dal greco. Un esempio è pacchero, tutta la mano da pa(sa) xeir..oppure cresommola, frutto d'oro la "forzata" latinizzazione della parlata comune, a discapito del greco, voluta dal Vaticano è stata perseguita prima dai normanni (genti di stirpe scandinava provenienti da una contea del nord della Francia), un po' da quei sanguinari degli Angioini e nel 1500 gli Aragonesi sradicarono definitivamente quel che ancora si parlava nel nostro sud. A voi la palla Edited by Pulcinella291 - 22/10/2018, 12:34
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