| Dopo aver fatto colazione, sono uscito e mi sono recato in un piccolo boschetto di pini per raccogliere rami e pigne secche, ottimi per accendere e ravvivare il fuoco.
Il cielo, a differenza dei giorni passati era grigio ma, emanava lo stesso, una sensazione di pace e serenità; ogni tanto una leggera brezza faceva ondeggiare i loro rami che, sembravano parlarmi e quindi mi è tornata in mente la piccola Heidi e un breve mio vecchio racconto che ripropongo
da: la cosa bella del 1 aprile 2016
...la piccola Heidi aveva ragione...
Questa mattina ho voluto provare e testare me stesso, sul percorso della gara che si svolge, ogni anno, nel mio paesino ai primi del mese di maggio; circa undici chilometri immersi nel verde, con tratti sull'Alta Via dei Monti Liguri e pochissimo asfalto.
Come sono tornato a casa, mi sono tolto la roba sudata e sono andato in giardino, sotto i pini a fare allungamenti e ginnastica varia.
Il cielo era grigio e aleggiava la classica "maccaja" dei nostri i posti, ben raccontata da Gianni Brera, milanese innamorato di Genova e del Genoa.
Ad un certo momento si alza una decisa brezza da nord e i rami dei pini, ondeggiando, hanno inziato a parlare, esattamente come succedeva ad Heidi, quando sotto di loro si fermava per dare il fieno ai cervi.
Mi hanno detto di come sono serviti da riparo per uomini e animali, di come hanno dato vita alle prime abitazioni sicure, di come, grazie a loro, tanti esseri si sono potuti scaldare e hanno potuto cucinare, di quante persone sono passate sotto di loro, in fuga, in guerra ma anche in semplice gita o per ricerche di scienziati più disparati o anche per chi, coppie di ragazzi e ragazze, cercasse un pò di intimità.
Mi hanno parlato della loro pazienza, infinita, del silenzio meraviglioso che possiamo ascoltare sotto di loro ma anche delle svariate melodie che gli abitanti dei loro rami piu alti, ci donano senza nulla chiedere.
Li ho guardati e un po timidamente, li ho ringraziati.
saluti
Piero e famiglia
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