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| Buonasera,
non solo alla Federico II, ma anche in alcune ASL e all'università Vanvitelli.
Questa pandemia ha tre aspetti terribili: il primo, da cui forse stiamo lentamente uscendo, è quello infettivo; il secondo è legato alla paura di qualcosa che all'inizio non sapevamo come contrastare e che ci lasciava in balia delle onde. Il terzo, non meno grave,è la concreta possibilità che molte famiglie si trovino inaspettatamente in povertà. Questo tre aspetti fanno sì che molti di noi vivano questo lungo momento come qualcosa di incontrollabile, di incontrastabile, qualcosa che potrebbe annientare nel corpo, nello spirito e nella tasca. È un cocktail micidiale che mette a dura prova le nostre capacità di resistenza. Chiaro che con queste premesse molte persone sviluppino disturbi di ansia, depressione, fobie se sono predisposte. Non tanto l'agorafobia quanto la claustrofobia, la patofobia, la rupofobia( sporco) e altre. L'ipocondria, un disturbo che riguarda propriamente la sfera dell'umore e che può venire confuso con la patofobia, è particolarmente invalidante perché crea una polarizzazione più o meno costante sul proprio stato di salute. Se poi si arriva al delirio ipocondriaco la situazione si fa gravissima e la prognosi precipita.
Uno tsunami dici? Il paragone ci sta tutto. Tra poco assisteremo ad un aumento esponenziale di queste patologie, ma anche al peggioramento di patologie preesistenti, tutte.
Cerchiamo di mantenere la calma e non perdiamo i contatti sociali.
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