Oggi andiamo alla scoperta delle strade o zone che si articolano
all' interno di Napoli facendo un po' da cicerone attraverso le canzoni, raccontandone anche un po' di storia, proprio perchè a queste strade sono state dedicati pensieri e parole, tante parole, molte diventate poi musica.
Siete pronti? Cominciamo.
Marechiaro
Bellissimo borgo di Posillippo, è conosciuto in tutto il mondo, grazie alla celebre “fenestrella” di Salvatore Di Giacomo. La sua vista mozzafiato sul golfo di Napoli ha fatto innamorare e sognare.
Il nome Marechiaro, non deriva dalla limpidezza dell’acqua come in molti sono portati a credere bensi dalla loro quiete. In alcuni documenti risalenti al periodo svevo si parla di mare planum tradotto in lingua napoletana mare chianu da cui l’odierno Marechiaro.
Il nome del borgo è associato da sempre alla celebre Finestra ” A’ fenestrella e Marechiare“. La leggenda narra che il poeta e scrittore napoletano Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c’era un garofano, ebbe l’ispirazione per quella che è una delle più celebri canzoni napoletane: Marechiare.
Durante una gita fatta con alcuni amici all’Aquarium di Napoli, il poeta decise di fare un giro nel golfo a bordo di un vaporetto della Stazione Zoologica. Da lì a Marechiaro il passo fu breve e si ritrovarono tutti in un’osteria situata non lontana dalla celebre “fenestrella”.
Il padrone dell’esercizio confessò alla comitiva che il celebre di Giacomo era stato lì a pranzo e che dopo aver osservato il panorama, compose la canzone. In verità, nello stesso articolo, l’artista affermò che quella era la sua prima volta a Marechiaro. In realtà, come sostengono in molti, il compositore scrisse quegli splendidi versi mentre beveva un caffè seduto a un tavolino del prestigioso Gambrinus. Eppure senza saperlo, di Giacomo aveva descritto una realtà che era esistita davvero. Reale era la finestra con il garofano sul davanzale e reale era anche una giovane che si chiamava Carolina, moglie di uno dei proprietari di quell’osteria dove l’artista si era seduto la prima volta. Dell’ispirazione di Francesco Paolo Tosti, si sa invece, che trasse quella melodia così semplice eppure così ammaliante, ispirandosi alle note intonate da un posteggiatore.
Ascoltiamola da Pavarotti:Video
Un'altra canzone, certamente meno famosa della precedente è MARECHIARO MARECHIARO del 1962 di De Lucia, R. Murolo, Forlani , ascoltiamola cantata dalla splendida voce di Sergio Bruni:
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Indimenticabile per gli appassionati della canzone partenopea è anche Suonno a Marechiare Musica: Antonio Vian, Versi: Renato Fiore del 1958.
ascoltiamola da Aurelio FierroVideo
Mergellina
Mergellina (Margellìna in napoletano) è una zona della città di Napoli, nel quartiere Chiaia, che si estende tra il largo Sermoneta e la Torretta, lambendo Piedigrotta e la riviera di Chiaia.
Secondo alcuni il nome deriva dal termine "mergoglino" (dal l. mergus, 'uccello marino tuffatore'); secondo altri invece dalla bellezza delle sue acque e cioè dal latino "mare ialinum", che significa mare chiaro, trasparente. In realtà il nome comune margella ("corallo") è già presente nel tardo-latino e traduce il greco bizantino μαργίλλα ; quindi margellina equivarrebbe a corallina, ossia "marina corallina". Non è da escludere infatti che la costa di Posillipo fosse anticamente pescosa di corallo come quella di Torre del Greco.
Celebrata nei secoli per la sua bellezza da pittori e poeti, la zona è stata completamente modificata dalle colmate che hanno avanzato la linea costiera nella seconda metà del XIX secolo, trasformando l'antica via Mergellina, che correva lungo la riva del mare a partire dalla riviera di Chiaia, in una strada interna su cui affacciarono i nuovi palazzi di stile eclettico del viale Elena (oggi viale Gramsci).
L'ultimo intervento sul lungomare di Mergellina fu negli anni trenta del XX secolo, quando fu realizzata la colmata che permise il prolungamento di via Francesco Caracciolo (che divenne il nuovo lungomare di Mergellina) fino al largo Sermoneta e dunque a via Posillipo. Sulla colmata nel 1939 fu posta la fontana del Sebeto:
Dal porticciolo di Mergellina (un tempo di pescatori, oggi turistico, con il molo Luise che funge da luogo di passeggio sul mare) partono quotidianamente gli aliscafi per le isole del golfo.
Per un posto cosi' bello, naturalmente non potevano non essere dedicate decine di canzoni, noi abbiamo scelto queste:
]'O MARE 'E MARGELLINA del 1914 di Califano, Falvo. Una canzone al nostro mare di bellezza ed incanto, dalla lunga scogliera dove gli innamorati si trastullano al dolce suono dell'acqua che fa da cornice all'amore.
ascoltiamola da Sergio Bruni
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Posillipo
Posillipo (Pusilleco in napoletano) è un quartiere residenziale collinare della città .
Il suo nome deriva dal greco Παυσιλυπον (Pausilypon) che letteralmente significa «tregua dal pericolo» o «che fa cessare il dolore», denominazione legata al panorama sul litorale cittadino e sul golfo, veduta di cui si godeva anche duemila anni fa.
Posillipo figura già nelle fonti degli antichi Greci, i primi ad abitare il promontorio allora interamente ricoperto da rocce e alberi. Sono presenti rovine Romane vicino alle rive nonché in prossimità del punto più alto della collina; è possibile vedere i resti delle aperture che ventilavano il tunnel che conduceva alla residenza di Publio Vedio Pollione. Sono presenti anche i resti di un anfiteatro. Con il termine dell'età antica la popolazione di Napoli si chiuse nella cinta fortificata e l'intera zona cadde in declino, del tutto preda delle invasioni barbariche e dell'incuria.
In età moderna, l'area rimase sostanzialmente sottosviluppata fino alla costruzione della via Posillipo tra il 1812 e il 1824. La strada comincia al porto di Mergellina e si estende lungo la costa, quasi parallelamente alla riva.
Buona parte della zona ha subito pesanti ricostruzioni in seguito alla seconda guerra mondiale, ma ha conservato diversi edifici storici, tra cui Villa Rosebery, residenza del Presidente della repubblica:
Anche per questa amena località sono state scritte numerose canzoni ascoltiamone alcune:
Pusilleco addiruso del 1904 di Ernesto Murolo con musica di Salvatore Gambardella cantata da Giacomo RondinellaVideo
"Piscatore 'e Pusilleco" è una canzone classica napoletana scritta nel 1925 dal poeta Ernesto Murolo, e musicata da Ernesto Tagliaferri.Il brano, nato dalla collaborazione (durata 16 anni) tra Tagliaferri e Murolo, è diventato un “classico” della canzone napoletana, fu interpretato dal tenore Tito Schipa che la incise nel 1926, rendendolo molto popolare. Nel 1943 il brano, nell'interpretazione di Beniamino Gigli, fece parte della colonna sonora del film Silenzio, si gira! di Carlo Campogalliani. Nel 1954 da questo testo fu tratto il film omonimo, diretto da Giorgio Capitani e interpretato da Giacomo Rondinella.
Noi ora ce l'ascoltiamo da una bella interpretazione di
Peppino di Capri in chiave piu' moderna.
VideoPusilleco è invece una canzone del 1951 scritta
da Enzo Bonagura musicata da Lino Benedetto che nello stesso anno incise, quasi ai suoi primordi Sergio Bruni:
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L'addio (che me purtato a ffa 'ncoppa Pusilleco) rivela sin dal titolo la sua natura drammatica di canzone per un amore irrimediabilmente destinato a finire sulla collina di Posillipo. È senza dubbio una delle migliori prove della coppia formata da Libero Bovio e Nicola Valente che la composero nel 1923.
ascoltiamola dalla stupenda voce di Giulietta Sacco
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Via Toledo
è una delle arterie principali di Napoli ed è lunga circa 1,2 km, inizia da Piazza Dante e termina in Piazza Trieste e Trento, nella sequenza della strada si diramano altre arterie di notevole importanza, piazze, chiese e palazzi nobiliari. La via è una delle tappe dello shopping napoletano e della vita culturale fin dal XVI secolo.
Fu voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo nel 1536 su progetto degli architetti regi Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. La strada correva lungo la vecchia cinta muraria occidentale di epoca aragonese che per gli ampliamenti difensivi proprio di don Pedro fu resa obsoleta e quindi eliminata.
Tra gli anni trenta e la metà del XX secolo, una zona a oriente della via è stata modificata dagli sventramenti per il "risanamento" del Rione Carità (l'attuale zona dei Guantai Nuovi-via Cervantes) e la successiva costruzione (al posto degli antichi palazzi) di edifici di volumetria eccezionale rispetto alla struttura viaria, ben rappresentativi della speculazione edilizia avvenuta nel periodo dell'amministrazione laurina.
Dal 18 ottobre del 1870 al 1980 la strada si è chiamata Via Roma in onore della neocapitale del Regno d’Italia (oggi via Roma a Napoli è una strada del quartiere Scampia).
Nel 2012 viene inaugurata lungo la via la stazione Toledo della Metropolitana di Napoli ed è, a partire da via Armando Diaz fino a piazza Trieste e Trento, interamente adibita a transito pedonale.
Nel corso dei secoli la sua fama è stata accresciuta tramite i viaggi del Grand Tour e di alcune citazioni nelle canzoni napoletane.
Nella celebre canzone napoletana
Reginella (1917), il cui testo fu scritto da Libero Bovio, l’accorata contemplazione di un connubio d’amore ormai finito rinasce o è alimentata nell’io narrante dalla visione della figura femminile due giorni prima in via Toledo. Ascoltiamola da Massimo Ranieri :
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In un’altra notissima canzone partenopea,
Tu vuò fà l'americano (1956) di Renato Carosone, con testo di Nisa, il personaggio satireggiato cammina pavoneggiandosi chiassosamente per via Toledo:
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Anche
Giuvanne cu' 'a chitarra scritta da Stefano Canzio e da Nino Oliviero portata al successo da Renato Carosone parla di via Toledo . Qui l'ascoltiamo nella versione di
Nino Taranto:Video
I quartieri spagnoliLa canzone Giuvanne cu' 'a chitarra nel suo incipit 'A sera,'ncoppe viche,Cu 'a chitarra, scenne pe' Tulèto accenna a dei vicoli che si affacciano su via Toledo . Ebbene questi vicoli sono quelli dei quartieri spagnoli, caratterizzati dal punto di vista urbanistico da una struttura reticolare, che scende dalle alture dominate da Castel Sant'Elmo con la tipica vocazione di alloggi destinati ad ospitare la sua guardia - sorgono intorno al XVI secolo per volontà di Pedro de Toledo, al fine di accogliere le guarnigioni militari spagnole destinate alla repressione di eventuali rivolte della popolazione napoletana, oppure come dimora temporanea per i soldati che passavano da Napoli in direzione di altri luoghi di conflitto.
Nonostante la nomea che il quartiere si porta dietro, esso costituisce comunque un nucleo di rilevanza storico-artistica di prim'ordine della città di Napoli, che offre anche diversi spunti della cultura popolare e dello stile di vita napoletano, come, per esempio, la presenza di piccole botteghe artigianali, oppure dei "bassi napoletani", o, ancora, di piccoli e bui vicoli caratterizzati da alte scalinate e dai panni stesi ad asciugare tra i palazzi.
i Quartieri Spagnoli sono non di rado punto ricercato dalle foto di curiosi e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Inoltre, la zona ha cominciato ad accogliere negli ultimi anni un significativo numero di studenti universitari, italiani e stranieri, che ivi prendono in affitto appartamenti o singole stanze, grazie anche alla vicinanza con alcune sedi delle Università Napoletane.
A parere di chi vi scrive c'è una canzone scritta da
Eduardo De Crescenzo che rende bene l'idea di cosa sono e cose rappresentano i vicoli dei quartieri. La canzone si chiama
aiereVideo
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