Le stronzate di Pulcinella

Il Nabucco:trama e visione dell'opera completa

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view post Posted on 2/1/2021, 11:40
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Pulcinella291 Forum

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è la terza opera lirica di Giuseppe Verdi, fece il suo debutto con successo il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano.

La trama
Parte I - Gerusalemme
Nel Tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo lamentano la triste sorte degli Ebrei, assediati dal re di Babilonia Nabucodonosor, che è alle porte della città. Il gran profeta Zaccaria cerca di confortare ed incoraggiare la sua gente presentando un prezioso ostaggio, Fenena figlia di Nabucodonosor, che affida in custodia ad Ismaele, nipote del re di Gerusalemme. Ma il giovane è sul punto di tradire il suo popolo volendo liberare la prigioniera e fuggire con lei perché in passato, mentre si trovava a Babilonia, egli stesso, prigioniero, era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata. I due stanno organizzando la fuga quando giunge nel tempio un drappello dei Babilonesi travestiti da Ebrei guidato dall'altra figlia del re babilonese, Abigaille. Anche Abigaille è innamorata di Ismaele e minaccia la sorella di riferire al padre il piano di fuga degli innamorati, ma alla fine si dichiara disposta a tacere a patto che Ismaele rinunci a Fenena e risponda al suo amore. A capo del suo esercito irrompe Nabucodonosor, deciso a saccheggiare la città, e Zaccaria, per fermarlo, minaccia di uccidere Fenena: Ismaele però la strappa dalle mani del gran sacerdote e la consegna, salva, nelle mani di Nabucodonosor dando libero sfogo alle ire del re babilonese, che imprigiona Ebrei e fa incendiare il tempio.

Parte II - L'empio
Abigaille, sola negli appartamenti reali, tiene fra le mani una pergamena sottratta a Nabucco, che attesta le sue umili origini di schiava. La sua rabbia esplode in una furia incontenibile alla notizia che Fenena, nominata reggente dal padre, ha dato ordine di liberare tutti gli ebrei. Abigaille accetta l'invito del Sacerdote di Belo di impossessarsi della corona.
Zaccaria, prigioniero degli Assiri in Babilonia con tutto il suo popolo, entra in una sala della reggia seguito da un Levita che reca le Tavole della Legge e, dopo aver sollecitato Iddio a parlare attraverso il suo labbro, si reca all'incontro con Fenena che ha deciso di convertirsi al Dio degli Ebrei.
Ismaele incontra i Leviti che gli intimano di fuggire, maledicendolo perché li ha traditi, ma Anna, sorella di Zaccaria, lo difende: il giovane infatti non ha salvato la vita ad un'infedele bensì ad un'ebrea, giacché la figlia del re nemico Fenena si è nel frattempo convertita alla Legge.
Velocemente, al che Nabucco è dato per morto in guerra, Abigaille irrompe in scena con il suo seguito e pretende da Fenena la corona, ma il re babilonese, creduto morto in battaglia, giunge a riprenderla. Poi comincia a deridere il Dio di Babilonia, che avrebbe spinto i babilonesi a tradirlo, e il dio degli Ebrei (Yəhōwāh). Esige di essere adorato come l'unico Dio, minacciando di morte Zaccaria e gli ebrei se non si piegheranno al suo volere. Subito un fulmine scende sul suo capo, la corona cade al suolo e il re comincia a manifestare segni di follia. Ma la corona viene prontamente raccolta da Abigaille che si autoproclama regina a difesa delle sorti dell'Assiria.

Parte III – La profezia
Abigaille, seduta sul trono accanto alla statua d'oro di Belo, nei giardini pensili di Babilonia, riceve l'omaggio dei suoi sudditi. Il Gran Sacerdote di Belo le consegna la sentenza di condanna a morte degli ebrei, e la regina si finge incerta sul da farsi. All'arrivo del re spodestato – in camicia da notte e con lo sguardo smarrito – l'usurpatrice cambia atteggiamento e gli si rivolge con ironica arroganza, dando ordine di ricondurlo nelle sue stanze. Quindi lo avverte di essere divenuta la custode del suo seggio e lo invita perentoriamente a porre il regale suggello sulla sentenza di morte degli ebrei. Il vecchio re la accontenta, ma subito vede il nome di Fenena nell'elenco dei condannati; Abigaille, implacabile, afferma che nessuno potrà salvarla in quanto traditrice, e rivendica di essere anch'essa sua figlia. Ma il re ribadisce la sua vera condizione di schiava. Quasi non aspettando altro, la donna allora trae dal seno la pergamena che attesta la sua origine e la fa a pezzi. Il re, ormai tradito e detronizzato, nell'udire il suono delle trombe che annunciano l'imminente supplizio degli ebrei, chiama le sue guardie, ma esse giungono per arrestarlo, obbedendo alla nuova regina. Confuso e impotente, Nabucco chiede invano perdono ad Abigaille e invoca pietà per la povera Fenena.
Sulle sponde dell'Eufrate gli ebrei, sconfitti e prigionieri, ricordano con nostalgia e dolore la cara patria perduta (coro: Va, pensiero, sull'ali dorate). Il Pontefice Zaccaria li incita a non piangere come femmine imbelli e profetizza una dura punizione per il loro nemico: il Leone di Giuda sconfiggerà gli assiri e distruggerà Babilonia.

Parte IV - L'Idolo infranto
Nabucco si sveglia da un incubo udendo alcune grida e, credendole segnali di guerra, chiama i suoi prodi a raccolta per marciare contro Gerusalemme. Tornato in sé, all'udire altre voci che ripetono il nome di Fenena, egli si affaccia alla loggia e vede con orrore la figlia in catene. Disperato, corre alla porta, tenta invano di aprirla e infine, rendendosi conto di essere prigioniero, cade in ginocchio e si rivolge al Dio di Giuda invocando il suo aiuto e chiedendogli perdono. Come in risposta alla sua preghiera, sopraggiunge il fedele ufficiale Abdallo con un manipolo di soldati, restituendogli la spada e offrendosi di aiutarlo a riconquistare il trono.
Nei giardini pensili di Babilonia passa il triste corteo degli ebrei condotti al supplizio. Zaccaria conforta Fenena e la fanciulla si prepara a godere delle gioie celesti. L'atmosfera mistica è interrotta dall'arrivo di Nabucco che, alla testa delle sue truppe, ordina di infrangere la statua di Belo. Miracolosamente, «l'idolo cade infranto da sé»: tutti gridano al «divino prodigio». Nabucco concede la libertà agli ebrei, annunzia che la perfida Abigaille si è avvelenata e ordina al popolo d'Israele di costruire un tempio per il suo Dio grande e forte, il solo degno di essere adorato. Mentre tutti, ebrei ed assiri, s'inginocchiano invocando l'«immenso Jehova», entra Abigaille sorretta da due guerrieri: la donna confessa la sua colpa e invoca il perdono degli uomini e di Dio prima di cadere esanime. Zaccaria rivolge a Nabucco l'ultima profezia: «Servendo a Jehova sarai de' regi il re!».


L'opera completa

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