| Licola 3/4/2021
Vuolsi così …
Qualche giorno fa ho letto, non ricordo dove, tra le mille cose che circolano, tra le mille insulsaggini che vengono immaginate, propagate e sostenute come grandi spiritosaggini, ho letto una considerazione che mi è parsa graziosa: “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”, frase dotta che sta ad intendere: “fatti i cazzi tuoi”.
Sed tamen amoto, queramus seria, ludo.
Messo quindi da parte lo scherzo, non dimentichiamoci che “vuolsi” che a Pasqua vengano rispettate certi principi dell’animo, non venite quindi a dirmi che gli impasti, le uova sode o sbattute e mischiate con ricotta, i salumi e i formaggi tagliati per incontrare paste di pane arricchite di strutti e profumate di pepe, non venite a dirmi vi prego che tutta questa attività gastronomico culinaria sia dettata dalla spinta a riempire questo tempo pandemico, non me lo dite per piacere, questa è un’attività che è prepotentemente richiesta da moti ben più profondi, tradizioni culturali, religiose, retaggi familiari, affermazioni di ricette mie migliori delle tue, non uniamo il sacro col profano per cortesia.
Non facciamo di un’erba un fascio, impediamo al covid di depauperarci oltre.
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
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Licola 4/4/2021
Buona Pasqua
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
Le parole della sequenza siano per tutti noi fonte di certezza in una vita risorta dallo strazio che stiamo vivendo.
Buona Pasqua di resurrezione a tutti dal profondo del mio cuore.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
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Licola 5/4/2021
Ancora festa
Mentre per le festività natalizie “l’Epifania tutte le feste porta via”, per le ricorrenze Pasquali “apres Paques est fete ancore”.
C’è in effetti la differenza, l’Epifania è considerata festa di precetto per la chiesa cattolica, mentre il lunedì in albis, benché nella sua etimologia conservi un significato religioso, non è ritenuta festa di precetto.
Le feste di Pasqua quindi in termini strettamente religiosi dovrebbero finire con la Pasqua stessa, invece no, il popolo decide che la festa continui.
Ricordiamoci che a Napoli si dice “Natale scurzetelle e Pasqua Mullechelle” ed allora se finite le feste natalizie, sono finite le “scurzetelle”, per Pasqua invece ci sono ancora tante “mullechelle”. E che facciamo? Ci andiamo a fare una bella scampagnata e ce le mangiamo, così possiamo dire, col sorriso malizioso che si compiace del doppio senso, e con un marcato accento partenopeo: “apres Paques est fete ancore”.
Un abbraccio a tutti. Giovanni
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