| Cos’è la cannabis? La cannabis, anche detta canapa, è una pianta erbacea che fa parte della famiglia delle cannabaceae e si suddivide in tre sottospecie che si differenziano per dimensioni, principi attivi, proprietà ed utilizzo, dando vita a tantissime varietà.
Vediamo insieme quali sono:
cannabis sativa: utile nei trattamenti terapeutici, viene impiegata anche nella lavorazione tessile, in quella edile, alimentare e cosmetica. E’ adatta alla produzione di carta, riduce l’impatto ambientale e contrasta la deforestazione del nostro pianeta. I semi hanno un alto valore nutritivo e da essi può essere estratto un olio per uso industriale. Sul corpo gli effetti sono di tipo cerebrale, energizzante, creativo e stimolante; cannabis indica: anche questo tipo di canapa è utilizzata in medicina. Produce sul fisico effetti rilassanti, favorisce il sonno, e dona sollievo da nausea e ansia; cannabis ruderalis: è la più piccola in dimensioni e, a differenza delle precedenti, sopporta climi rigidi e fiorisce anche in condizioni sfavorevoli di luce. Viene spesso utilizzata per creare ibridi e le sue proprietà potrebbero renderla utile anche come cannabis terapeutica. Quali sono le proprietà della cannabis terapeutica? I principi attivi presenti nella canapa sono innumerevoli, tra questi troviamo i Cannabinoidi.
I principali e più importanti, dal punto di vista terapeutico, sono i seguenti:
il THC o Delta9 Tetraidrocannabinolo ha proprietà analgesiche ed antinfiammatorie, è un utile miorilassante e broncodilatatore ed è impiegato come antiprurito, antiemetico e antiossidante; il CBD o Cannabidiolo ha effetti citotossici, ovvero aiuta gli anticorpi a danneggiare e distruggere le cellule o i batteri verso i quali è indirizzato. E’ un ansiolitico, un antipsicotico, oltre che un antispasmodico, un anticonvulsivante e ha proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antiossidanti. Contribuisce a ridurre gli zuccheri nel sangue ed allo sviluppo delle ossa; il CBC o Cannabicromene è un antifungino, antibiotico e antidepressivo. Ha anche qualità analgesiche e antinfiammatorie; il CBG o Cannabigerolo che ha effetti antinfiammatori, analgesici, antifungini e antibiotici; il CBN o Cannabinolo ha proprietà sedative, in più è anche antinfiammatorio, anticonvulsivante e antibiotico. Il THC e il CBD sono i principi attivi principalmente utilizzati nelle cure e vengono impiegati nei trattamenti e nella in base alle loro percentuali.
A cosa serve la cannabis terapeutica? In medicina, la canapa terapeutica viene usata per lenire i sintomi di alcune patologie fisiche, psicologiche o psichiatriche, anche gravi. Il trattamento è considerato una cura palliativa usata quando le terapie convenzionali risultano insufficienti o controproducenti.
Le parti utilizzate della pianta sono le infiorescenze essiccate, che contengono i cannabinoidi. Questi interagiscono con il nostro sistema nervoso, attraverso i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 che regolano importanti attività fisiologiche nel corpo.
A chi può servire la canapa terapeutica? La cannabis può alleviare disturbi come l’insonnia, la cefalea e lo stress, oltre ad essere utile per i dolori, la nausea ed il vomito. E’ un trattamento palliativo per le persone con patologie, anche incurabili, che possono richiedere un aiuto in più oltre alle cure farmacologiche consuete.
La strada è ancora lunga e gli studi condotti sull’efficacia dei cannabinoidi e sui suoi effetti sono continui, ma quali sono le malattie in cui può essere utile la cannabis terapeutica?
Di seguito trovi alcune delle patologie che possono affliggere i pazienti e su cui può essere provata la terapia:
dolore cronico: può essere causato da un danno ad un tessuto in particolare e, per essere considerato tale, deve avere una durata superiore ai 3 mesi. L’azione congiunta dei cannabinoidi ai farmaci già utilizzati può potenziare l’effetto analgesico, diminuendo l’utilizzo di sostanze come gli oppiacei e gli oppioidi che possono avere effetti secondari come la dipendenza; : è un dolore cronico generalizzato, accompagnato da un’eccessiva sensibilità e rigidezza muscolare. L’origine di questa patologia è ancora sconosciuta ed è difficile controllarla con l’uso degli analgesici. Tuttavia la terapia con cannabis terapeutica ha rilevato un miglioramento nei sintomi di dolore e rigidità; epilessia ed epilessia refrattaria: sono disturbi del sistema nervoso centrale che provocano convulsioni incontrollate. Nel secondo caso gli attacchi sono talmente ravvicinati da impedire un accettabile stile di vita. I cannabinoidi possono rivelarsi utili nel controllare le convulsioni e nel rallentare il danno progressivo sui neuroni; psoriasi: è uno stato cronico di infiammazione della pelle che si presenta in diverse forme. Può provocare lesioni dovute al rinnovamento delle cellule epiteliali che, in questa patologia, è molto veloce. La canapa terapeutica può intervenire sui sintomi mettendo in atto le sue capacità antinfiammatorie; glaucoma: si genera con l’aumento della pressione intraoculare, dovuta al ridotto o mancato assorbimento dell’Umor Acqueo nell’occhio. Il trattamento con cannabinoidi può ridurre la pressione, mantenerla costante e proteggere le cellule della retina; anoressia e denutrizione: sono patologie che causano al corpo un’importante perdita di peso e massa muscolare. Possono derivare da aspetti psicologici o essere la conseguenza di altre malattie. La canapa terapeutica può dare sostegno placando i dolori, la nausea ed il vomito, aumentare l’appetito e ridurre la spiacevole sensazione di debolezza; cancro: si genera con crescita incontrollata di cellule vecchie o danneggiate che, anziché morire, continuano a moltiplicarsi. I cannabinoidi possono essere utilizzati nella cura di molti tumori come quelli cerebrali o al fegato, in quanto stimolano i recettori presenti nelle “masse” e possono portare alla morte delle cellule malate. Sono inoltre utili a placare nausea e vomito dovuti a chemioterapia e radioterapia; sclerosi multipla: è una malattia invalidante, spesso degenerativa. In questa patologia il sistema immunitario attacca il sistema nervoso centrale, distruggendo la mielina e le fibre nervose. Sintomi come spasmi e crampi possono trovare sollievo con l’utilizzo della canapa terapeutica; parkinson: questa malattia degenerativa distrugge i neurotrasmettitori, compromettendo progressivamente le funzioni motorie e inducendo il deterioramento cognitivo. L’uso della cannabis medica può aiutare a contenere i tremori associati a questa patologia; alzheimer: è un morbo neurodegenerativo caratterizzato da perdite di memoria, sintomo del deterioramento cognitivo, probabilmente dovuto a ripetute infiammazioni nel cervello. Anche le funzioni motorie vengono compromesse. I cannabinoidi possono essere utili nel placare le infiammazioni e nel proteggere i neuroni. L’impiego dei principi attivi nella cannabis è un valido supporto anche in stati depressivi o psichiatrici, sindromi d’astinenza, in patologie come la SLA, la sindrome di Tourette o la malattia di Crohn. Gli studi scientifici su queste sostanze, col tempo, potrebbero portare a nuove scoperte ed utilizzi.
Quali tipi di cannabis terapeutica si usano nel nostro paese? L’Italia, per rispondere alle richieste di cannabis terapeutica, deve affidarsi ampiamente all’importazione di produzioni estere, approvate dal Ministero della Salute. Le preparazioni possono essere reperite nelle farmacie o nelle strutture autorizzate, presentando la prescrizione medica. I prodotti in commercio hanno contenuti di principi attivi diversi fra loro e vengono prescritti in base alla patologia accertata dal medico curante.
Vediamo quali sono:
Bedrocan: infiorescenze essiccate di cannabis sativa; Bedrolite: infiorescenze essiccate in granuli di canapa sativa; Bediol: cannabis sativa in granuli di infiorescenza essiccata; Sativex: estratto naturale di principi attivi della cannabis sativa in forma di spray orale; Bedrolite: infiorescenze essiccate di canapa sativa in granuli; Bedica: granuli di infiorescenze essiccate di cannabis indica; Pedanios: tre diverse proposte. Infiorescenze essiccate di cannabis terapeutica sativa, indica e ibrida. Inoltre, da qualche anno, il Ministero della Salute ha autorizzato lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze a produrre e distribuire due nuove varietà di cannabis terapeutica, totalmente made in Italy. La prima ad essere commercializzata, nel gennaio 2017, è stata la FM2, prodotta con infiorescenze essiccate e macinate di cannabis sativa, mentre a luglio 2018 è arrivata la FM1, che contiene prevalentemente THC ed in percentuale superiore alla prima.
Quali sono gli effetti collaterali della cannabis terapeutica? La canapa ad uso medico, pur essendo un prodotto naturale, a volte può portare ad avere effetti indesiderati sulle persone che ne fanno utilizzo. Di seguito trovi una lista degli effetti più comuni:
alterazione dell’umore; insonnia o letargia; tachicardia;
crisi paranoiche o di panico. Bisogna prestare particolare attenzione nei disturbi cardio-polmonari, di insufficienza epatica o in persone con disordini psichiatrici o maniaco-depressivi, in quanto la cannabis terapeutica può avere controindicazioni che interferiscono negativamente con lo stato di salute di questi pazienti. E’ molto importante che il medico curante valuti, in maniera individuale per ogni malato, le percentuali di principi attivi presenti nei preparati, per ridurre al minimo i rischi.
Vista la seguente motivazione
"La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il conseguente sottobosco criminale".
Personalmente non sono d'accordo "stranamente" sono dello stesso parere di Pulcinella aggiungo dietro prescrizione medica specialistica.
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