Le stronzate di Pulcinella

In Ospedale

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view post Posted on 20/10/2021, 10:05
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lesame_in_ospedale





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L’esame in Ospedale


Infermiera – Lei domani ha l’esame delle urine… le lascio una provetta? o un bicchiere, che poi ci pensiamo noi?...

Io – (mi vien da sorridere) In che senso, scusi? temo di non aver capito…

Inf. – nel senso che se ci riesce, se la sa fare, nella provetta!... lei, la sa fare?...

Io – aspetti, non sono sicuro… mo’ glielo chiedo, se la sa fare...

Risata generale.
Più tardi.

Inf. – Ecco, le ho portato sia la provetta che il bicchierino. E mi raccomando!, che sia la prima urina del mattino!... la prima

Io – Non si preoccupi, non mancherò! Quella dell’alba! tanto, con tutti i diuretici che mi sparate in vena, orino ogni ora!
Ah! a proposito… poi glielo ho chiesto…

Inf – A chi ha chiesto, cosa?...

Io – quello… il fatto dell’analisi…
Mi ha risposto subito, esaltatissimo: “Si, si, nel bicchierino voglio farla, nel bicchierino!... così poi mi fai vedere quando te la bevi!...”
Non ci crederà, Signorina, ma non m’è riuscito di convincerlo che lo scopo era tutt’altro…

Lucio Musto 17 ottobre 2021


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Cena_allOspedale





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Cena all’ospedale


OSS – Allora, come è andata la cena, qui in reparto?

Io – Tutta un’altra cosa, effettivamente, rispetto al Pronto Soccorso!... Innanzi tutto seduti a tavola e non coi piedi a penzoloni dalla barella! e poi posate di acciaio, servizio in ceramica bianca e non in plasticaccia vuoto a perdere, OSS carine e premurose… proprio di lusso!

OSS – che le avevo detto, io?...

Io – Solo… il Ristorante… potete unirlo strettamente con quello del Pronto Soccorso, così fate un carico unico, per l’indifferenziata!...


Lucio Musto 17 ottobre 2021


io 11-40 Ospedaliera 1

‘O silenzio assordante e ‘sta città
m’ha frasturnato ‘e cervella!

Lucio Musto 17 ottobre 2021


io 11-41 Ospedaliera 2

OSS (all’infermere) – Ma che ci ha il 15?... fa le orine blu!
Infermiere – Boh??
Io (serio) – E’ fenomeno noto: si chiama “Ematuria araldica”

Lucio Musto 17 ottobre 2021



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Dalla_rianimazione_ospedaliera




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Dalla rianimazione Ospedaliera

E’ finito il filo d’erba
dove c’eravamo avventurati, e
siamo finalmente in cima.

Giriamo il capino tutt’intorno
frastornati dall’infinito
che chissà mai cos’è:

vuoto, inutile, impraticabile,
vagamente ci affascina, ma
più che altro ci riempie di terrore.

Cominciamo a rodere lo stelo
sul quale siam saliti fin quassù,
e lentamente ritorniamo.

E’ presto ancora per noi, di erba
dobbiamo mangiarne ancora tanta
e poi mangiarne ancora, e ancora!

Non siamo pronti e non lo capiamo,
d’essere destinati pure noi
a quello splendido nulla lassù,

quando diventeremo farfalle.


Lucio Musto 11 ottobre 2011


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Lara_0




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Larà



Mario…
Mario è un tetraplegico completo senza previsione alcuna di regressione del male progressivo che avrebbe dovuto portarlo alla tomba, e che invece stranamente s'è bloccato un attimo prima del suo morso definitivo.
Non è sempre stato così. Fino a pochi anni or sono era una promessa dell'atletica leggera. Decisamente bello e vigoroso mirava ad alti traguardi, forse addirittura a competizioni internazionali dove avrebbe potuto gareggiare sia nella corsa veloce, sia in specialità più multiple come il decathlon.
Oltre quello era brillante di intelligenza ed assetato di cultura. I suoi studi erano coronati da notevole successo.
Ma il male lo colse all'improvviso. La rara sindrome supposta di origine batteria gli tolse rapidamente e progressivamente l'uso e la sensibilità degli arti esaurendo all'improvviso la sua aggressività e lasciandolo per quel che è ora: una mente vigile in un corpo morto.
Mario ha rinunciato alla vita, farfuglia fra sé e biascica poesie.

Larà nasce al mondo civilizzato come immigrata. Clandestina, senza documenti, di origini ignote; qualche provincia del sud del mondo, a giudicare dalla pelle abbronzata, ma senza particolari caratteristiche, e "Larà", il nome con cui viene ora individuata, è un accettabile traslato grafico del suono che ha emesso indicando se stessa nel suo sconosciuto scheletrico idioma.
Non bella, non brutta, dall'apparente età di circa vent'anni, alla voce "segni particolari" della sua schedatura lo psicologo di confine ha annotato:
"Immensi occhi neri, spauriti e tristi, che lasciano intuire un passato di terrore e sofferenza morale. L'estrema mitezza e l'atteggiamento costante di grata disponibilità e pronta sottomissione fa pensare che sia lieta del suo stato attuale e che tema di perdere un qualche importante privilegio conquistato. Per esempio la vita. O la libertà".
Nel centro di accoglienza dove resta rinchiusa, in mancanza evidente di altra possibile sistemazione, pur senza prendere alcuna iniziativa né cercare di mettersi in mostra, è sempre attiva ed obbediente, e nostra notevoli capacità di apprendimento sia della nostra lingua che di qualsiasi attività. Si adopera di svolgere ogni compito le venga affidato con massima umiltà, solerzia e costante attenzione.

Fu per questo motivo che la destinarono alla cura di Mario, nell’ottica del nuovo indirizzo governativo di “reinserimento utile e produttivo” degli immigrati una volta chiamati clandestini ed ora benevolmente “profughi migrantes”, solo perché magari il termine latino fa più effetto.

La “assegnarono” quindi a Mario, senza alcuna qualifica né specializzazione, né preparazione specifica. Gliela misero vicina dicendole: “tu sorveglialo, e se accade qualcosa chiama. Ti va bene questo lavoro?”.

Larà fece cenno di sì, con gli occhi sorridenti di gratitudine.

E da vicino a Mario non si mosse più.

Cercarono, prima gli amministrativi, poi gli infermieri, quindi i sindacati di far capire a Larà che ora era una lavoratrice italiana regolarmente assunta, coi suoi “inalienabili diritti” all’orario di lavoro, il giorno di riposo, le ferie pagate, i permessi ordinari, speciali, straordinari… ma inutilmente. Lei sta intorno al letto di Mario, perennemente indaffarata a far qualcosa o niente, ché anche solo guardarlo, o salmodiare sottovoce esotiche, molli filastrocche è tangibilmente fare.
E quando Mario si addormenta lei gli si accuccia accanto, sul pavimento, o si rannicchia nella scomoda sedia ospedaliera e si appisola di colpo, come di una lampadina che venga spenta per poi, quasi magicamente scuotersi un attimo prima che anche Mario si svegli, trovandola ancora accanto a sé, vigile ed operosa.

Il primario ha consentito che Larà occupasse il letto di cortesia messo a corredo della stanza di Mario e lei ha ringraziato, col suo solito sguardo espressivo, ma non lo usa sempre. Spesso preferisce ancora accucciarsi di fianco al letto, o rannicchiarsi sulla seggiola.

Ma quando Mario è sveglio, lei è lì intorno, che lo custodisce, lo sfiora, semplicemente lo guarda, o gli sussurra qualcosa, in lieve melodia.

Passano i giorni in fila come gocce di pioggia sul filo di una ragnatela, e formano settimane, e mesi. Come previsto e sperato, lentamente ma con continuità, Larà ha imparato la più parte delle cure da riservare al suo affidato ed ogni giorno di più è un po’ più autonoma nell’accudirlo, e non chiama quasi più il personale sanitario per aiuto.

Ma sembra, anzi lo psicologo ne è certo! che si sia stabilito un vero rapporto fra Mario e Larà, come se tanto assoluta dedizione fosse riuscita in qualche modo ad ammorbidire la stasi di assoluto isolamento mentale del povero tetraplegico.

Mario sembra gradire le cure di Larà ed essere invece infastidito dagli altri, e forse capisce i sussurri melodici della sua assistente. Non lo sappiamo, ma il dubbio viene. In fondo non sappiamo granché della malattia di Mario, e lui era una mente brillante prima di contrarre il bizzarro morbo che avrebbe dovuto ucciderlo e l’ha risparmiato giusto sulla soglia.

La storia di Mario e Larà potrebbe finire qui, perché non c’è altro da dire, che non sia scontato. Nel giro di un anno Larà non ebbe praticamente più affatto bisogno dei sanitari che si limitarono al controllo mensile, mentre si approfondiva sempre più il misterioso, incomprensibile rapporto fra i due, che oramai potrebbe definirsi senz’altro simbiotico, unico, chiuso e completo in sé stesso.

Maturato presto e già con qualche filo bianco fra i capelli, ché il male e l’ospedale invecchiano in fretta, Mario morì il quattro settembre, giorno del suo quarantesimo compleanno, e la sua morte fu dichiarata “per cause naturali”.

Lo trovò ormai freddo la donna delle pulizie, nel suo quotidiano giro. Ed accanto a lui, sul suo letto, anche Larà, accoccolata in posizione fetale contro il suo corpo, morta anch’essa “per cause naturali”. Fu notata la stranezza. Nessuno aveva mai notato, in tanti anni, nessun segno di intimità fisica fra i due.

Ne siamo convinti tutti, fra quelli che li hanno conosciuti.
Quello fra Mario e Larà è stato un amore, un grande amore incomprensibile a noi che ha viaggiato su binari sconosciuto e volati in cieli diversi da quelli che sappiamo noi.

Ora sono andati e no, nessuno ci ha mai capito nulla. Nemmeno il nostro signor Vescovo, credo, che comunque, senza alcuna richiesta o sollecitazione, ha provveduto a che Mario e Larà fossero inumati nella stessa cassa da morto, appositamente costruita per loro.


Lucio Musto 14 ottobre 2021


‘O sole d’o ‘spitale

‘o sole stammatina s’è scetato
nu poco allero… e nu poco rabbuuiato;
se fa vedé scanzann’ na nuvola ‘ncazzata
po’, s’annasconne scurnuso arèto a n’ata…

Ma che ‘nce sta diccenno, isso ca vede ‘o cielo,
che sta a significà pe nuie ‘stu paraustievo?
‘O tengo mente, a int’ a ‘stu lietto d’Ospedale,
voglio capì, mo’ ca me sento meglio,
si faccio buono o si sto campanno male,
si ‘a Vuluntà ‘e Dio la seguo, o so’ capa tosta…
e quale’è a parte mia e chella soia… ‘nzomma
si ‘stu Paradiso me l’abbusco… o nun ‘o coglio!

‘O sole ‘n cielo luce, chiagne ‘a nuvola ‘e dolore,
mente che all’intrasatta a me me sbatte ‘o core:
Ce sta nu ninno, ca nasce, in sala parto, mentre
ca nel tramento ‘o nonno more cu l’infarto.

Lucio Musto 17 ottobre 2021 - Autobiografica


immagino ci voglia la traduzione... eccola:

Il Sole dell'Ospedale

il Sole stamattina si è svegliato
un poco allegro, e un poco malinconico.
Si mostra schivando una nuvola arrabbiata,
poi, vergognoso si nasconde dietro ad un'altra,

Ma cosa vuol dire a noi, lui che contempla i cieli
cosa vuol comunicare questa sceneggiata?
Io lo scruto, dal mio letto ospedaliero...
vorrei comprendere, ora che mi sento meglio,
se mi sto comportando bene, o se sto vivendo nell'errore,
se faccio la volontà di Dio, o son di dura cervice...
e dove finiscono le mie responsabilità, e cominciano le sue [di Dio]. Insomma,
se questo Paradiso me lo sto guadagnando... o non ci riesco!

Il Sole in cielo splende, piange la nuvola di dolore...
mentre che d'un tratto io sento un tuffo al cuore:
c'è un bimbo che nasce [adesso] che nasce, in sala parto,
mentre che un anziano muore con l'infarto...

Dimissione Ospedaliera

Ed eccoci agli ultimi sofferti scampoli
di questa nostra crociera esistenziale
a bordo dell’anonimo e bianco
piroscafo collinare dalla doppia meta:
provvisorio congedo per i più,
serena morte per quelli fortunati…


Lucio Musto 17 ottobre 2021
 
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view post Posted on 20/10/2021, 10:20
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Grazie Lucio della cronaca, ma con l'Ematuria araldica meriti l'Oscar! ^U^ ^U^ ^U^
 
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view post Posted on 29/10/2021, 21:13
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Hai vissuto l autunno della tua vita Lucio
Sicuramente questa tua esperienza ti avrà consolidato l idea che dobbiamo lasciare andare le cose che non ci nutrono più.
Abbiamo sempre così poco tempo da non renderci conto che quando siamo malinconici siamo di una bellezza struggente
Tutto cio che hai scritto, ogni pensiero, ogni persona conosciuta da te durante il tuo soggiorno collinare (da te così definito a telefono con me) è stata per me una bellissima esplorazione del tuo animo
Continua a vivere che é bella la vita e poi devi ancora vivere perché voglio ritornare a Monsano, dove guardavo le piane e le colline difronte casa tua, ammirandone i colori, ascoltando i suoni e percependo gli odori e voglio sentirmi spensierata, felice ed accettata come mi avete fatto sentire tu e Ro❤️
 
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view post Posted on 30/10/2021, 07:31
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e noi ti aspettiaamo sempre, gioiosi di partecipare alla tua giovinezza essuberante, golosi del tuo sorriso e del tuo sguardo franco ed aperto.

Davvero hai ragione: conviene anche andare in ospedale per poter condividere con altri le proprie sofferenze, e consoloare quando ci riesca e prendere
per mano chi di una mano sente il bisogno...
 
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view post Posted on 30/10/2021, 08:35
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Vedi caro Lucio c è un aforisma che amo molto ed è questo :

Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatti sentire”

E a Monsano mi sono sentita amata e per questo ti dico grazie 🤗💐😘




Se provo ad analizzare l’effetto che le persone hanno avuto nella mia vita, molto probabilmente, posso dire che non esiste una proporzione rispetto all’impatto ricevuto e registrato dentro di noi e il tempo in cui le abbiamo realmente frequentate; talvolta un incontro di pochi minuti può generare più cambiamenti di relazioni coltivate da anni, donandoci sensazioni positive o negative, che rimarranno dentro, contribuendo a renderci quelli che siamo.
Non è un caso infatti che le emozioni siano tra gli elementi più importanti nel fissare un ricordo.

Ciao carissimo amico
 
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view post Posted on 30/10/2021, 10:32
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ed io quel grazie contraccambio perché anche tu sei stata dono per noi!
 
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view post Posted on 30/10/2021, 12:54
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CITAZIONE (Lucio Musto @ 30/10/2021, 11:32) 
ed io quel grazie contraccambio perché anche tu sei stata dono per noi!

Dici una grande verità
Lei é un dono per tanti di noi bravo Lucio
 
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view post Posted on 31/10/2021, 06:25
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CITAZIONE (Lucio Musto @ 30/10/2021, 11:32) 
ed io quel grazie contraccambio perché anche tu sei stata dono per noi!

Ciò che nella vita rimane,
non sono i doni materiali,
ma i ricordi dei momenti che si sono vissuti e che ti hanno fatto felice.
Ecco a Monsano si è felici a starci ❤️
Grazie Lucio per il tuo pensiero

CITAZIONE (Cirowalkers1 @ 30/10/2021, 13:54) 
CITAZIONE (Lucio Musto @ 30/10/2021, 11:32) 
ed io quel grazie contraccambio perché anche tu sei stata dono per noi!

Dici una grande verità
Lei é un dono per tanti di noi bravo Lucio

Grazie pure a te Ciruzz😊
 
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7 replies since 20/10/2021, 09:59   78 views
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