| Lo trovo un ottimo argomento di discussione , per cui mi sembra doveroso offrire il mio contributo. Partirei dall'unico presupposto, cioè quello che vede la donna come un soggetto/oggetto sottoposto al potere maschilista di mariti, compagni, ma anche padri; purtroppo un vecchio modello culturale , anche se molto mitigato , non è ancora del tutto debellato. Se pensiamo che il delitto d'onore, cioè quel reato commesso per vendicare l'onorabilità del proprio nome o della propria famiglia, era sanzionato con pene attenuate rispetto all'analogo delitto di diverso movente, nel nostro ordinamento è stato abrogato del tutto solo nel bel 1981 , spiega, forse, perchè certe mentalità, sono difficilmente sradicabili. Certi uomini proprio non ce la fanno a sopportare la separazione o per meglio dire la perdita dell'oggetto su cui esercitare il loro potere assoluto. Negli ultimi anni, nonostante il nostro legislatore sia intervenuto con molteplici strumenti tendenti alla tutela di donne e minori, non si è, purtroppo riuscito a limitare la crescita e il rafforzamento del fenomeno della violenza di genere. Neanche l'ultimo apporto legislativo, il cosiddetto Codice Rosso (legge 17 luglio 2019 n.69) con l'aumento delle pene è riuscito allo scopo. Se poi pensiamo che il nostro è un paese connotato da una forte presenza di colture variegate le quali, spesso, trovano normale esercitare il potere maschilista di cui sopra, il cerchio si chiude. Ora torniamo al che serve denunciare, oggetto della discussione, e qui mi sembra opportuno rimarcare che, secondo una recente statistica solo il 4,4% dei violenze viene denunciato e qui occorre fare una riflessione sui perchè. Molte non denunciano per paura di eventuali ritorsioni, altre perchè sono convinte di non voler mettere in piazza i cosiddetti panni sporchi, altre perchè non ritengono il proprio consorte capace di eventuali gesti folli. Eppure ai primi campanelli d'allarme, bisognerebbe allertare le autorità competenti e con loro discutere eventuali soluzioni. Spesso, pero', le stesse autorità, tendono a sottovalutare il fenomeno pensando , magari, si stia esagerando. E se vengono credute, le misure che permettono di limitare i contatti, allontanare gli uomini violenti e proteggere le donne e i figli sono ancora troppo deboli e complesse da applicare, al punto che spesso è troppo tardi anche per la lentezza della giustizia che non ha pene certe. Che si potrebbe fare, invece? Si potrebbe, per esempio, assicurare una indipendenza economica alla ipotetica vittima ed allontanarla dai luoghi pericolosi, piu' o meno come si fa per il collaboratori di giustizia, altrimenti si rischia che le donne smettano di denunciare e si rassegnino.
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