E' detta cosi' quella canzone nata alla fine dell'800 in cui il cantante si presentava sulla scena in giacca e cappello, secondo la moda del tempo, e non con il classico smoking. Erano chiamate anche canzoni 'e malavita ed il cantante doveva essere anche attore, poichè per poterle interpretare, occorreva dare ad esse tantissime intonazioni. La piu' famosa del genere è senza dubbio Guapparia scritta nel 1914 nientemeno da Libero Bovio che, forse, ne fu il corifeo. Primo insuperabile interprete fu il mitico Gennaro Pasquariello, l’esecutore del brano indossava sempre una giacca con l’aggiunta di un fazzoletto annodato alla gola, per apparire agli agli occhi del popolino quasi sempre di umili condizioni e generalmente semi-analfabeta. Il tutto si concludeva sempre o quasi sempre con un azione violenta e finale delittuoso. La parte musicale veniva adattata dai musicisti alle azioni descritte dal poeta, ora con impetuoso slancio per quindi passare a sottolineare passionali e romantiche. Molto spesso gli autori, per le loro canzoni prendevano spunto dai fatti di cronaca In seguito altri autori si dedicheranno a questo filone, vogliamo citare E.A.Mario e Francesco Fiore, fino agli anni ’70 con il boom della sceneggiata, figlia diretta della canzone di giacca, interpretata da compagnie guidate da veri maestri del genere, si ricordano i nomi di Mario Merola, Pino Mauro, Mario Da Vinci fra quelli che ebbero maggiori successo.
Parlavamo della canzone "guapparia"che, forse racchiude tutte le caratteristiche della canzone di giacca. E' la storia di un guappo offeso dalla sua donna, Margherita, «'a femmena cchiù bella d''a 'Nfrascata». Chiama a raccolta un gruppo di suoi amici («Scetáteve guagliune 'e malavita!...») che sono in grado di suonare degli strumenti e li porta con sé per la città a cantare contro (o forse per?) la sua donna. Ascoltiamola qui cantata da Sergio Bruni:
Come tutte le canzoni di giacca, nelle strofe la melodia è più incalzante, di solito in tempo ternario come in questo caso, mentre nel ritornello tende a distendersi in valori più ampi. In questo caso il ritornello è il verso singolo. Predomina, tra tutti gli strumenti, il flauto, che spicca dall’organico orchestrale tramite un’abile e sapiente esecuzione di volatine.
Piu' tardi, da fine cesellatore nelle interpretazioni melodiche, si trasformo' in famoso cantate di giacca Enzo Romagnoli (Napoli, 28 gennaio 1914 – Napoli, 6 maggio 1974), che ebbe come suo riferimento canoro ed interpretativo il mitico Gennaro Pasquariello. Una canzone che gli gli diede il grande successo fu "a legge" una struttura poetica e narrativa di grande efficacia. In tre strofe, E.A. Mario sintetizzò la vicenda di un amante assassino che si rivolge a tra distinte figure. Dapprima, parla alle guardie che lo arrestano. Poi ai carcerieri che lo custodiscono e, infine, al magistrato che lo giudica. Ascoltiamola:
Vi potrà sembrare strano perchè siamo stati abituati a vederlo grande interprete di macchiette , ma Nino Taranto (Napoli, 28 agosto 1907 – Napoli, 23 febbraio 1986) fu anche un cantore di giacca. Un suo successo fu CANZONA 'MBRIACA di E.A. Mario e Salvatore Di Giacomo del 1932. Ascoltiamolo dal vivo:
Un'altra grande interpretazione Nino Taranto ce la offrre ne"o schiaffo"musica Ferdinando Albano testo Pacifico Vento data 1922. ascoltiamola:
Non possiamo chiudere questo3d senza parlare dell'ultimo grande interprete della canzone di giacca :Mario Merola (Napoli, 6 aprile 1934 – Castellammare di Stabia, 12 novembre 2006), che diede a questo genere, anche lcon e sue sceneggiate, una popolarità e una dimensione nazionale e un successo sconosciuto prima. Ascoltiamolo ne "'O MEGLIO AMICO" di Ferdinando Albano testoLibero Bovio del 1928
