Le stronzate di Pulcinella

UE-questione Ucraina:vi dico la mia, poi voi controdeducete pure

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view post Posted on 11/3/2022, 11:23
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Pulcinella291 Forum

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E' inutile dire che non mi voglio atteggiare a politologo o esperto di arte o strategia militare, ma stamattina ho deciso di dare un senso a quello che ho capito di questa immane tragedia che ha colpito il popolo ucraino e della politica espansionistica di Putin, il quale, nonostante alla fine del 2021 abbia avuto rassicurazioni e garanzie di un non allargamento della Nato anche in Ucraina , adducendo motivi banali tipo denazificazione o eccidi dei russofoni nel Donbass, ha deciso ugualmente di invadere e bombardare in maniera incondizionata paesi e città quasi radendoli al suolo.
Problema nazista
Il governo ucraino è tutto fuorché nazista, come potrebbe esserlo con un Presidente ebreo?
E' vero, pero', che ci sono alcuni gruppi politici e milizie che si ispirano al nazismo, ma sono una piccola minoranza che possiamo trovare in Europa , in America e persino nella stessa Russia di Putin. Unico errore, quello di aver concesso di entrare ufficialmente nell’esercito ucraino il battaglione Azov che ha come simbolo delle rune naziste e simboli apertamente neo-nazisti.
Da questo possiamo dedurre che concetto di denazificare è una propaganda messa in opera dagli apparati putiniani cosi' come quello degli eccidi avvenuti in Donbass.
Una propaganda messa in atto piu che per gli occidentali, per tenersi buono il suo stesso popolo. Ogni forma manifestazione di protesta, come abbiamo avuto modo di vedere, viene repressa anche nel sangue, non solo , ma ha anche provato a mascherare la verità, isolando il popolo russo che, a parere dello scrivente, non ha alcuna colpa.
Niente piu' social, niente piu' voli all'estero, niente piu' televisioni indipendenti: i russi devono solo essere imbottiti della sua propaganda o di quella del suo ministro degli esteri Lavrov ce anche ieri, dopo l’incontro tra Russia e Ucraina ad Antalya, in Turchia, con la sua bella faccia di cazzo che potete ammirare qui

ha commentato gli ultimi sviluppi di quella che la Russia continua a descrivere come «un’operazione speciale» e non come un’invasione in Ucraina, anzi ha anche giustificato il bombardamento dell'ospedale di pediatria e maternità di Mariupol perchè era un covo di nazisti. Per avvalorare la sua tesi vi posto qualche foto di donne che stavano mettendo al mondo piccoli nazisti:

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o di questa dottoressa seguace dell'efferato medico nazista Josef Mengele:
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Naturalmente, come il suo Presidente, ha terminato il discorso minacciando l'occidente con un eventuale ricorso ad armi nucleari.
Ora, date per scontate le mire imperialistiche di Mosca , mi sorge spontanea la domanda :fino a che punto si spingeranno le forze militari russe? Noi europei veramente abbiamo da temere?
Sinceramente non so darmi una risposta, anzi chiederei l'intervento di qualche lettore che potrebbe darmi una delucidazione o un chiarimento maggiore.
Posso dire, pero', da europeista convinto ,quello che farei se fossi un politico che conta: ricostruirei da zero l’organizzazione comunitaria a cominciare, a prescindere dall'appartenenza alla Nato, con una Forza Armata europea autonoma che garantisca la sicurezza e le strategie di politica estera del vecchio continente.
Comincerei a diversificare le importazioni di gas, petrolio per ridurre la dipendenza dalle importazioni russe, diversificherei anche le importazioni di materie prime tipo frumento o mais, magari incentivando una produzione nei paesi europei dove questo sia possibile : insomma un po' di autosufficienza per non dire autarchia non guasterebbe.
Diciamo, in qualche modo, se possibile adottare una politica alla Xi Jinping , produrre a discapito delle importazioni.
E credo di aver detto tutto. Aspetto vostri interventi.


Edited by Pulcinella291 - 11/3/2022, 11:46
 
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view post Posted on 11/3/2022, 12:53
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Pubblico la riflessione di Guido Carpi, ordinario di lingua e letteratura russa all'Orientale di Napoli (insomma un altro che di Russia non sa nulla, mica come Belpietro):


"«Mio nonno e mia nonna sono sepolti in Ucraina. Com'è, Vladimir Vladimirovič, che i carri armati del mio Paese passano sopra le loro tombe, mentre a difenderle sarà il paese che noi chiamiamo “nemico”?» (cit.)
Nessuno di noi aveva previsto questa guerra, soprattutto perché non capivamo che obiettivi avrebbe potuto avere: essa appariva e appare controintuitiva e illogica.
E invece, quanto sta accadendo oggi è il punto di deflagrazione di fattori di durata molto diversa: nel lungo periodo, la crisi definitiva di un'idea imperiale-nazionale ottocentesca che – “messa in soffitta” lungo tutto il Novecento dall'esperimento sovietico – viene oggi riattualizzata in modo anacronistico da un regime politico che non riesce a trovare alcun altro collante identitario; nel periodo medio, l'uscita caotica e traumatica dall'esperienza unitaria e multinazionale sovietica, con una sostanziale incapacità (da parte di tutte le nuove formazioni statuali) di riorganizzare i rapporti fra Paesi legati da mille fili storici, etnici, identitari; nel qui e ora, il tentativo da parte di Putin di “rovesciare il tavolo” di un contesto di rapporti internazionali in cui il tempo lavora contro di lui. Se adesso gli appare ancora possibile rendere inoffensiva e marginale l'Ucraina, fra cinque-dieci anni ciò sarebbe stato palesemente impossibile.
Ma l'imperialismo, piaccia o meno, bisogna saperlo fare, bisogna avere i mezzi, le idee, gli alleati per farlo, e chiunque conosca l'Europa orientale lo sa benissimo: la battaglia per l'egemonia di Mosca in quell'area è perduta. Le sue frontiere occidentali sono costellate di vicini che – da Tallinn a Bucarest, da Varsavia a Kiev – non ne vogliono più sapere di lei. Poi su tutto il resto possono detestarsi e pestarsi i piedi, ma su questo sono unanimi: mai più con Mosca.
Questa guerra è il colpo di coda di un regime politico alle corde e fa definitivamente precipitare la lunga crisi di egemonia russa: Putin ha fatto una serie di scelte. Ogni scelta riduce le scelte successive, finché non ti resta nulla.
La guerra finirà presto, e finirà in un disastro prima e soprattutto per la Russia stessa. Essa è infatti governata da un sistema di potere logoro e senescente, punto di equilibrio sempre più fragile fra lobby e corporazioni dagli interessi contrastanti; è istituzionalmente fragile, fondata sulla gestione clientelare e paternalistica di una complessa architettura federale (molti dei cui soggetti etnicamente non russi non possono certo vedere con favore la svolta imperial-nazionale di Putin); è economicamente interconnessa con l'Occidente, in una posizione di subalternità su tutti i fronti, tranne quello gasifero; ha un'opinione pubblica demoralizzata e disillusa, che reagirà certamente con rabbia agli inevitabili, enormi costi di una guerra impopolare (moltissimi russi hanno legami di origine e/o parentela in Ucraina).
Cosa succederà nelle prossime ore? Ora stanno partendo le trattative al confine ucraino-bielorusso, quindi è presto per parlare dell'evoluzione sul campo.Si può però dire cosa Putin ha già ottenuto finora (cito l'analisi di Francesco Dall'Aglio):
1) Ha fornito all'Ucraina una mitologia nazionale. Se, come dice lui, l'Ucraina non esisteva, ora esiste.
2) Ha sdoganato definitivamente gli elementi di estrema destra, per non dire nazisti, della società ucraina, che si prenderanno tutto il credito della resistenza all'invasore (già lo stanno facendo).
3) Ha sdoganato i fascisti anche in Russia, dove la propaganda ufficiale dice formalmente che “siamo andati lì a liberarli”, ma il tono al discorso pubblico lo danno nazionalisti, militaristi e fascisti di tutte le risme.
4) Ha distrutto qualsiasi parvenza di soft power che la Russia aveva ancora, a stento, conservato in Europa Orientale.
5) Ha allargato la NATO, o la ha resa comunque attraente per paesi che prima non erano interessati ad aderire (tipo la Finlandia).
6) Ha complicato enormemente la vita alle minoranze russe nei paesi ex-Unione Sovietica.
7) Ha complicato enormemente la vita ai cittadini russi.
😎 Ha incrinato i rapporti con Pechino, che a) ha grossi interessi in Ucraina b) ha l'intangibilità dei confini di Stato come dottrina primaria nazionale e c) non ha alcuna voglia di impiccarsi alla corda di Putin.
Tutto questo in quattro giorni. Complimenti
.
Il risultato, se il sistema di potere russo attuale riesce a mantenersi, sarà una Russia cacciata nell'angolo degli “Stati canaglia”, impoverita, costretta forse ad affidarsi alla Cina come partner subalterno, a fronte di un rafforzamento della NATO a occidente e di un'inedita centralità nell'area proprio dell'Ucraina, che da questo conflitto acquisterà prestigio, ritrovata coesione patriottica e – prevedibilmente – una lunga egemonia politica della destra nazionalista più intransigente. Questa Ucraina sarà la chiave di volta della politica USA (molto meno di quella “europea”) nell'area slavo-orientale, fino a un sostanziale riequilibrio – o addirittura rovesciamento – di ruolo con la Russia, o di ciò che ne resterà.
Come ne può uscire la Russia? 1) In continuità bene o male col sistema di potere attuale, con le conseguenze appena descritte e un inevitabile declino di lunga durata; 2) con un colpo di Stato e con la deposizione di Putin per preservare gli interessi lobbistici e corporativi che questo non tutela più; 3) con un ricambio reale di direzione politica; 4) col collasso dello Stato. Le possibili conseguenze di ognuno di questi scenari sono troppo chiare perché le debba illustrare.
L'esito migliore, al momento, sarebbe certo un'esautorazione di Putin e un processo che porti a elezioni almeno parzialmente libere di un Governo provvisorio (risiamo lì dopo centocinque anni!)
Ma quale potrebbe essere, nella Russia di oggi, la figura capace di rendersi garante di un processo del genere?
Non il Patriarca della Chiesa Ortodossa Kirill, che con le sue ultime dichiarazioni ha discreditato sé e la Chiesa, Non i membri del governo e del parlamento, né quelli della Corte costituzionale: sono in tutto e per tutto creature di Putin. Decenni di deriva hanno portato il Paese a un punto in cui non è possibile indicare una figura di garanzia per una transizione democratica.
Chi, come noi, è legato con mille fili a quel Paese e a quel popolo, non può non vivere questo momento con terribile angoscia. Cosa possiamo fare? Poco, ma questo poco facciamolo.
Aiutiamo i russi “pensanti” (quelli non accecati dalla propaganda e dal risentimento, e sono tanti!) a non sentirsi soli, a elaborare la tragedia che sta colpendo prima di tutto i loro fratelli ucraini, ma anche loro in quanto corresponsabili di questa aggressione, con tutto lo strascico di vergogna, di umiliazione, di paura per il futuro; sosteniamoli nel loro tentativo di elaborare gli strumenti per pensare a un “dopo”, per aggregare la parte maggiore possibile di opinione pubblica intorno a idee nuove, per una rigenerazione del Paese, dello Stato, della propria identità.
Sull'opinione pubblica russa riguardo alla guerra.
I russi, nella loro grande maggioranza, sono frastornati. Nessuno pensava che fosse possibile questo esito: l'Ucraina è "quasi casa", parlano russo, è inconcepibile per un russo quello che sta accadendo.
In più, il russo "della strada" non si rende conto cosa succederà da domattina, pensa che continuerà a vivere come prima, gli hanno raccontato per anni che il fondo valutario russo, le riserve auree etc. permetteranno al paese la totale autosufficienza. Ma in realtà, col blocco dello SWIFT esteso anche alla Banca Nazionale di Russia, i fondi in valuta (per la maggior parte depositati in banche estere) verranno bloccati, e l'oro serve a poco per effettuare pagamenti correnti. Anche se pensassero di vendere l'oro, a questo punto, non si capisce su quali conti si farebbero versare il ricavato.
 
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view post Posted on 11/3/2022, 15:14
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Ma come siamo noi italiani ora parliamo della guerra in Ucraina perché ci sentiamo coinvolti ci sentiamo in pericolo ma quante guerre ci sono nel mondo e nessuno se ne è mai fregato nulla
La Bosnia la Serbia la ex Jugoslavia sono in Europa ma non co coinvolgono vero ...scusate ma bisogna dire tutte le verità
Ritornando all Ucrania io credo che l America stia lavorando dietro tutto ...e anche per quanto tiguarda le fake news a carico di ucraini e ryssi che abbiano caricato video per mostrare attacchi non veritieri gli uni agli altri
io spero solo che duri poco che una volta presa Kiev finisca perché la Russia è superiore in fatto di milizia
 
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Scusami, ma credo che un po' di chiarezza deve essere fatta.
Parlavi della Bosnia e quindi dell'ex Jugoslavia, ebbene anche qui stava accadendo quello che è successo ora in Ucraina: Milosevic fu l'autore di quella famosa pulizia etnica contro i musulmani di Croazia, Bosnia e Kosovo che causo' centinaia di migliaia di morti Caro Enrico, se non lo conosci ti invito a documentarti su di un tale chiamato Arkan, capo delle milizie paramilitari serbe delle “tigri”, responsabili dei peggiori crimini di guerra durante il conflitto jugoslavo . Ambedue, furono accusati di crimini di guerra, ma nessuno fu condannato per premorienza.
Per quanto attiene le altre guerre, possiamo citarne tante da addebitare ai Russi come le stragi in Cecenia, in Siria , in Georgia per citare le ultime, sempre allo scopo di non voler rinunciare ad una parte dell' ex impero sovietico.
Gli americani, invece, sono piu' subdoli, loro organizzano i golpe , atti a modificare, sostituire o preservare governi stranieri per un loro tornaconto, senza mai apparire esplicitamente.
Ti dico pure, carissimo, che io emozionalmente mi sento pure coinvolto quando vedo centinaia di persone che muoiono in mare, nel tentativo spesso vano, di arrivare presso le nostre coste.
Parli di Fake news, addebitandole agli Usa, ebbene anche qui non mi trovi d'accordo , basta vedere i bombardamenti e la distruzione che stanno causando i Russi in Ucraina per renderti conto che tanto fake le notizie non sono.
Le vere fake news le sta facendo Putin verso il suo popolo stesso, che non possono essere realmente informati di quello che sta accadendo in Ucraina: gli ha chiuso internet, i media indipendenti e ha minacciato di condannare a 15 anni di carcere chiunque pubblichi quelle che lui chiama fake news, giornalisti stranieri inclusi. I Russi devono solo ascoltare quello che lui vuole sappiano.
Ti ringrazio cmq del tuo intervento.
 
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view post Posted on 11/3/2022, 16:45
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Chiedo scusa non mi sarò espresso ma io citando le altre guerre intendevo dire che la preoccupazione lo sconforto la paura che stiamo provando adesso non era cosi esplicita durante le guerre da me citate e non mi ripeto nel perché
Poi per le fake news sta parlando ora Biden che revoca a Mosca l importazione dei beni fondo monetario no e stop ai diamanti alle bevande e produzioni varie dalla Russia
Non ho detto che l America fa e da le fake news ma che remi dietro a questa guerra si spostando già i suoi soldati ai confini della Polonia
Grazie per la lezione di storia che dire c è un peso di queste sanzioni fatte a Putin
Biden aumenta le sanzioni e a noi ne viene ancora da pagarla tosta
Ti dimentichi del nucleare..Putin è folle speriamo.si fermi in una guerra che non la sta vincendo ma prese di mira le centrali è un grosso problema
 
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view post Posted on 11/3/2022, 16:51
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CITAZIONE
si spostando già i suoi soldati ai confini della Polonia

Non è Biden , è la Nato che sta fortificando le difese ai confini degli stati , per non farsi trovare impreparata in caso di attacco.
Speriamo solo che cio' non avvenga, egregio Enrico, sarebbe una catastrofe per tutti.
 
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CITAZIONE (Pulcinella291 @ 11/3/2022, 16:51) 
CITAZIONE
si spostando già i suoi soldati ai confini della Polonia

Non è Biden , è la Nato che sta fortificando le difese ai confini degli stati , per non farsi trovare impreparata in caso di attacco.
Speriamo solo che cio' non avvenga, egregio Enrico, sarebbe una catastrofe per tutti.

Caro Seb sono forze americane che sono state spostate in Polonia per fare la guardia ai posti di frontiera lungo il confine con l’Ucraina
Sicuramente un confine che fino a ieri era tra stati amici, ma improvvisamente é reso caldo ed incerto dall’invasione russa. Poiché l’Occidente non può prevedere come si evolverà il conflitto e fino a dove si spingerà Putin io dal canto mio dico che la linea é sottilissima e bisogna stare attenti
 
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view post Posted on 11/3/2022, 18:51

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Buonasera,
premesso che la guerra intrapresa da Putin è condannabile in tutto e per tutto; che gli ucraini debbono essere aiutati in ogni modo possibile da chiunque abbia a cuore la democrazia e le sorti del pianeta;che la Russia deve essere messa in condizioni di non nuocere più, come sta facendo invece ora pur di ripristinare l'ex impero sovietico;tutto questo premesso c'è da dire, a mio parere, che gli europei devono avere una visione più allargata dell'intero scenario politico mondiale. Sempre partendo da quelle premesse non chiudiamo gli occhi di fronte alla politica di accerchiamento operata dagli USA cercando, e spesso riuscendo, di attrarre nella loro sfera di influenza molte delle ex repubbliche sovietiche. Anche senza l'adesione alla NATO notate come si stesse realizzando l'accerchiamento della Russia, così pensando di tenerla buona e dedicarsi al contenimento della Cina nell'indo-pacifico.Era prevedibile che un dittatore del calibro di Putin, degno della massima esecrazione, ma non stupido, si lanciasse in un'avventura come questa per dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte: limitare l'avanzata della NATO o comunque dell'influenza americana e riprendersi un pezzo dell'impero perso.
E l'Europa? Vaso di coccio tra vasi di ferro paga un prezzo enorme. A parte i pericoli immediatamente derivanti da una guerra deve affrontare crisi energetica, ritardo della crescita economica ( non bastava la pandemia), aumento dei prezzi di tutti i beni, primari e secondari, gestione di una massa immensa di profughi che non possono certo essere lasciati soli.
La Germania si riarmerà notevolmente( questo non ci spaventa?), tutte le nazioni aumenteranno il budget della difesa, magari a scapito della ricerca e del benessere delle popolazioni, lasciando che aumentino le diseguaglianze sociali, con i conseguenti costi in termini di salut e sicurezza interna.
Il discorso sarebbe ancora lungo, ma tengo a sottolineare che gli sforzi dell'Europa dovrebbero puntare a scongiurare ogni ipotesi di guerra futura(ci pensate cosa può succedere se per sbaglio accadesse un incidente tra russi e americani o europei? Se, vistosi con l'acqua alla gola, Putin usasse le armi chimiche o, addirittura, quelle nucleari?
Noi, cosiddetti democratici e civili, dovremmo cominciare a pensare al mondo in cui viviamo come ad un luogo dove la guerra non abbia alcun diritto di attuazione.
Utopia? Forse, ma senza questo pensiero il futuro dei nostri figli potrebbe essere cattivo, o potrebbe anche non esistere.
 
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view post Posted on 12/3/2022, 22:01

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Buonasera,
qualcuno ha osservato che nel mio intervento "ho detto tutto, ma non ho offerto soluzioni". Ha anche detto che è un'utopia pensare che possano non esserci guerre. "Si vis pacem para bellum"(se vuoi la pace prepara la guerra, un detto dei Romani), ha concluso.
Certo, al momento storico attuale pensare ad un mondo senza guerre è utopico, ma accettare senza reagire che il mondo debba andare così aiuta i governi guerrafondai. I governi fanno la guerra e i cittadini muoiono, soffrono la fame, vivono comunque male.
Essere contro la guerra significa promuovere in tutti i modi possibili una cultura alternativa.
L'uomo, nella sua parte primitiva è guerriero e aggressivo, fino alla distruzione del suo prossimo. L'uomo, però, è anche un essere evoluto, raziocinante, capace di comprendere la giustezza e l'importanza di un vivere civile basato sulla pace; di capirne anche la convenienza, alla fine.
Il discorso sarebbe troppo lungo e lo sintetizzo in poche, semplici parole: promuovere l'uguaglianza di tutti, serve ad impedire ai pochi di soverchiare i molti. Questo è, infatti,quello che succede ad ogni scoppio di guerra, militare,economica o sociale che sia.
Utopia? Forse, ma inseguiamola lo stesso, promuovendola tra le generazioni giovani.
 
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view post Posted on 13/3/2022, 08:19
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Do un titolo al mio intervento perché nessuno finora l ha detto:Occidente Ipocrita

Tutto ciò che viene detto su questa guerra che è sbagliata é giustissimo, ma vorrei ricordare che l Occidente, noi compresi, siamo moralisti e non dovremmo proprio e vi dico il mio perché
Niente a dire che in questa guerra ci sono degli interessi e sappiamo tutti quali ecco perché l Italia si sente più coinvolta pure, al di là del discorso di Sebastiano che lui ha degli affetti in Ucraina e lo comprendo
Ma quelli che fanno gli indignati oggi per la guerra in Russia niente hanno detto per Afganistan Iraq e Libia
Se gli ucraini che io considero un popolo coraggioso e resistente, si battono così come stanno facendo risulta un sacrosanto diritto, se invece lo fa e fatto il popolo afghano ad esempio sono dei terroristi ed anche se hanno vinto la partita tali restano e non si dà legittimità ad un governo che è diventato il proseguimento di quello esistente prima dell'invasione e occupazione occidentale e ricordo che all Afghanistan sono stati confiscati i soldi che il governo precedente aveva versato nelle banche americane, proprio come ora si sta facendo con la Russia
Bene nessuno ha detto mai che bisognsva togliersi dall Afghanistan Italia compresa
Eppure in Afghanistan ci sono state più di 200 mila vittime e contiamo anche i Talebani che erano dei guerriglieri soldati che sapevano ed accettavano i rischi della guerra
Ora che ad attaccare è la Russia esplode il pacifismo occidentale che era a dormire dai tempi della guerra nel golfo
Si vuole trascinare Putin difronte al tribunale Dell aia per crimini di guerra e ci dovrebbero andare davanti a questo tribunale anche Bush figlio ad esempio, dei generali come Erdogan ad esempio
La prima guerra del golfo 1990 gli americani bombsrdarono per 3 mesi Bagdad e Bassora prima di affrontare l esercito iracheno che era stato battuto anche dai curdi
E pur vero che la prima Guerra del golfo aveva la sua leggitimita perché Saddam aveva aggredito il Kuwait, uno Stato sovrano inventato dagli americani nel 1960 per usi petroliferi

Seconda guerra del golfo Saddam viene aggredito sulla base della menzogna cioè che possedesse armi di distruzione di massa.
Ecco ma scusate chi gliele aveva fornite queste armi ve lo ricordo io, sono stati gli americani, francesi,tedeschi e russi affinché lui li usasse in funzione antiracheni e anticurdi e nel 2003 non le aveva più perché appunto le aveva usate infatti in una città irachena-curda morirono in un solo colpo 5000 persone
Ma in Occidente nessuno alzò nessun lamento perché in quel momento il rais di Bagdad era un nostro criptoalleato eppure non venne giustiziato per il bombardamento di questa cittadina ma per crimini meno gravi
Passiamo alla Libia 2011 invasa da Gheddafi Non solo fu una guerra perpretata senza l avallo dell Onu ma contro la volontà dell Onu e senza nessun motivo
Gheddafi aveva rapporti con Francia Italia, amicizia con all epoca Berlusconi che all arrivo in Italia di Gheddafi gli fece ogni tipo di onorificienze
Ma quando però la Libia di Gheddafi venne attaccata dai franco-americani nessuno disse niente
Gheddafi fu linciato torturato ed ucciso
Oggi la Libia è un campo di battaglia fra le tribù che lo stesso Gheddafi teneva sotto controllo e l. Isis
Gli scafisti devono pagare una taglia all isis per poter salpare dalle coste libiche con i loro barconi sfondati per caricare persone che arrivano dall africa subsahariana ridotti alla fame proprio dall intrusione del nostro modello di sviluppo che ha scalzato il loro sul quale quelle genti avevano a volte prosperato
Tutto questo per dire che l Occidente non ha nessun titolo per fare la morale a nessuno e attenzione io rinnego Putin per ogni cosa che sta facendo ma esiste il contraccolpo del "due pesi e due misure"
E in tutto questo i bambini, sono i bambini afghani, curdi, siriani, libici sono i bambini di tutto il mondo che non dovrebbero soffrire e ora ahimè anche i bimbi ucraini, ma non sopporto l ipocrisia dell Occidente.. No non la sopporto
 
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view post Posted on 13/3/2022, 10:07
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Condivido il pensiero di Ciro e ora anche quello di Tommaso (Winilio), mio carissimo amico da circa 35 anni, quando dice "promuovere l'uguaglianza di tutti...... promuovendola tra le generazioni giovani."
E prendendo spunto dall'asserzione di Tommaso,vorrei anche dire che se riusciamo a capire che la guerra è una cosa inerente alla struttura della società umana, possiamo liberarcene soltanto costruendo delle strutture sociali che la impediscano o, perlomeno, la rendano difficile
Grazie per i vostri interventi.
 
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view post Posted on 16/3/2022, 18:47

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Buonasera,
anche se un po' lunga vi nvito a leggere lintervista fatta ad un profondo conoscitore della Russia e dell'Ucraina.



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Cause e prospettive della guerra. Intervista a Sławomir Sierakowski

Dalle origini della paranoia putiniana alle prospettive future per l’Europa: conversazione a 360 gradi tra Sławomir Sierakowski e Irena Grudzińska Gross.
Irena Grudzińska Gross 11 Marzo 2022

Hai vissuto a Kiev per qualche tempo prima dell’invasione, hai scritto e offerto analisi politiche da lì. Secondo te quali sono le ragioni di questa guerra?
Le ragioni sono strutturali, affondano nella cultura politica della Russia, che preclude ogni alternativa alla volontà del leader. Molti libri sono stati scritti in merito, intere biblioteche. Tutto dipende dalla personalità del leader, molto meno dalle istituzioni. Dovremmo quindi riconoscere le persone responsabili delle loro azioni, anche in tribunale.

Partiamo dalla cultura politica.
Mi riferisco alle ideologie, che sono formulate molto chiaramente in Russia dove si usano ancora i manifesti politici. Alcuni sono stati scritti da Vladislav Surkov, ideologo molto influente della “democrazia sovrana”. Alcuni sono stati pronunciati da Putin nei suoi discorsi alla 43a sessione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 2007 o al vertice della Nato del 2008 a Bucarest. Il mondo non credette a ciò che sentiva: era così oltre i limiti. Ma il messaggio era chiaro. La Russia è un Paese la cui esistenza e il cui significato dipendono incomparabilmente più dal sentimento di dignità che dall’economia o dallo sviluppo. E la dignità è uguale al territorio, e alla paura e al rispetto che si ispirano agli altri. Possiamo essere poveri, vivere vite più brevi, subire un numero qualsiasi di vittime in prima linea, ma gli altri devono temerci. Da qui i legami e i trattati con i piccoli territori che circondano la Russia, come l’Ossezia, la Transnistria, il Donbass. La Russia è molto coinvolta su questo piano, anche se occupa un settimo della Terra. Richard Pipes e molti altri esperti hanno scritto che la tradizione russa risale alla conquista mongola ed è il risultato di una specifica apertura territoriale della Russia senza confini naturali. Il cristianesimo ortodosso nella versione russa, fortemente influenzato nelle sue origini dalle sette gnostiche, è una religione dal dualismo contrastante: tutto o niente. La gnosi dice che il mondo materiale che ci circonda è malvagio e il dio buono è lontano nell’aldilà. La strategia razionale in tale contesto è o il passatismo estremo o la distruzione rivoluzionaria totale. Poiché il mondo circostante è ostile e malvagio, può essere ignorato o distrutto senza rimpianti. Tertium non datur. Nella storia russa, uno è intrecciato con l’altro. Pertanto, la forza delle nostre sanzioni sarà sempre limitata. E la disponibilità a sopportare perdite di guerra sarà sempre più alta in Russia che in Occidente.

Questa è la spiegazione storica, parliamo adesso del leader.
Questo leader in una certa misura ci ha sorpreso, poiché viene dal Kgb, finora ha evitato le guerre tradizionali. Agiva di sorpresa, come nel judo: rivolgi di sorpresa le forze del tuo nemico contro se stesso. Era sempre lì davanti al nemico: hackerare, influenzare le elezioni. Sembrava che si sarebbe attenuto a questi metodi, visto come è riuscito a dividere l’Unione Europea, pacificare la Nato, isolare e corrompere i singoli Paesi. Decidendo di condurre una guerra del genere, si è assunto un rischio. Ovviamente, è entrato nella terza fase del suo essere al potere. Ha iniziato con la modernizzazione, poi si è dedicato ad assicurarsi il potere costruendo il suo stato di polizia. La terza fase consiste nel mantenere il suo potere nella storia, iscrivendosi tra i padri dell’impero e non solo dello Stato russo. In quel momento è venuto meno ogni calcolo razionale secondo i nostri criteri politici. Sta entrando in una lotta in una dimensione che non si calcola sulle generazioni ma sul millennio, Mosca come la Terza Roma. Da qui la nostra sorpresa che abbia scelto una conquista così tradizionale e sia stato pronto a capovolgere tutto, a differenza di altri leader europei.

Questa è la direzione generale delle sue azioni, ma come si concretizzeranno?
Tutto è esplicitato in questi manifesti. In ogni testo di Putin il punto di riferimento è la Russia Bianca, non l’Urss. Ciò è generalmente frainteso, perché ha dichiarato che la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo è stata il crollo dell’Unione Sovietica. Ma gli interessa la Russia Bianca, non quella rossa, la Russia che è composta da tutte le terre russe, il russo Mir. Ha preso in considerazione l’idea di consentire all’Ucraina di andare per la sua strada, ma ha cambiato idea dopo la rivoluzione arancione del 2004-2005. Ha sempre posto all’Ucraina la seguente scelta: confini per lealtà, per un atteggiamento favorevole. Questo contratto è stato ora violato dagli ucraini, crede. L’Ucraina è una creazione dei Paesi vicini, principalmente della Russia, ma anche della Polonia e della Romania, ha affermato. Se l’Ucraina non vuole questo contratto, non rispetteremo i confini. L’Ucraina non può essere anti-russa; ora sarà filo-russa. Sappiamo che molto tempo fa ha offerto a Donald Tusk la spartizione dell’Ucraina. E spesso ha detto: Leopoli, è davvero una città ucraina?

Vuol dire che la guerra si fermerà in Ucraina? Il suo discorso la mattina del 24 febbraio ha indicato che si tratta di una guerra contro gli Stati Uniti. Non ha menzionato l’Ucraina fino a metà del suo discorso.
È ossessionato dagli Stati Uniti, la sua paranoia è iniziata in un qualche momento a metà del mandato di Obama, si è sentito ingannato. Obama si è ritirato dallo scudo antimissilistico, ma non da altre cose. Questo ha scoraggiato Putin. Il Cremlino crede sinceramente che la Nato possa attaccare la Russia; non pensa alla neutralità, le persone sono con noi o contro di noi. E se qualcuno è vicino a noi, abbiamo il diritto di dire cosa deve fare. Non siamo ipocriti, diciamo la verità, a differenza dell’Occidente, difendiamo l’ordine mondiale, vogliamo la divisione in sfere di influenza. Ha un grande talento nel distorcere il significato di questo linguaggio.

Quindi, non si fermeranno?
C’è una semplice regola nella storia della Russia: la Russia finisce dove si ferma. Se negli ultimi 300 o 250 anni la Polonia ha fatto parte della Russia o è stata suo satellite, perché non dovrebbe tornare a esserlo? Cosa è cambiato nella cultura politica della Russia o nel mondo per cui non dovrebbe assorbire la Polonia? Certo, la Russia sarà impegnata a lungo con l’Ucraina, ma se ci sarà un confronto più ampio in cui la Russia alleata con la Cina riuscirà a ottenere un qualche vantaggio, allora la Russia richiederà sicuramente ulteriori concessioni politiche. A ogni modo, non dobbiamo interrogarci a riguardo, perché siamo parte dell’ultimatum che Putin ha inviato alla Nato a novembre. Esso non riguardava solo l’Ucraina, ma anche gli Stati baltici e la Polonia: smantellare le installazioni militari, tornare allo status quo del 1997, eventuali esercitazioni solo con il nostro consenso. E non dimentichiamo che non c’è stata alcuna reazione né del presidente polacco né del primo ministro, come se fosse impossibile credere di essere i prossimi.

Questo suona terribilmente grave.
Sì, e anche la svolta avvenuta nella politica tedesca è molto grave. La Russia è strettamente connessa con la Germania, non solo per il gas, ma anche per l’orgoglio di Stato. L’identità russa si basa in gran parte sulla vittoria sul nazismo. E sulla sottomissione, sull’umiliazione della Germania, e sull’accordo con la Germania, una specie di sindrome di Stoccolma, l’unione della vittima con il carnefice. Questo accordo è stato ora spezzato. La Germania era amichevole, economicamente dipendente, smilitarizzata. Ora la Germania si sta militarizzando, il che la pone nell’orbita degli interessi geopolitici della Russia. Sembra che al Cremlino ci sia la convinzione che l’unificazione della Germania sia stata un errore.

Ma questo è un risultato molto recente di quanto è appena accaduto.
Sì, ma finisce in una sorta di spirale conflittuale, la sfera del grigio si sta restringendo, il che impone una responsabilità enorme e un ruolo completamente nuovo alla Polonia. Stiamo diventando uno Stato in prima linea e un entroterra di guerra, il primo oggetto della vendetta di Putin, e la Germania sarà il prossimo. La Russia desidererà sempre i suoi più ampi confini storici, e in questo Putin è l’erede dell’Unione Sovietica.

Hai una visione molto pessimistica di ciò che sta accadendo.
No, è realismo.

Va bene, chiamiamolo realismo. Ho capito bene: ti aspetti che questa guerra si espanda?
Lo stesso Putin ha annacquato la definizione di guerra o l’ha complicata. Questa è una guerra ibrida. Forse in senso classico non siamo in guerra con la Russia, perché non c’è stata una dichiarazione ufficiale di guerra, non ci sono due eserciti che si fronteggiano. Ma qualche altra forma di confronto ibrido è già in azione e si sta espandendo. La Nato ora sta comprando e inviando armi letali, valuta l’idea di inviare aerei e persino di farli volare dagli aeroporti polacchi. Penso che questo non accadrà, ma tutto sta cambiando, svolta dopo svolta, anche Stati neutrali hanno iniziato a inviare armi. La Svezia, la Spagna (esotica dal punto di vista della Polonia o della Russia) stanno inviando armi. Altri Paesi europei hanno concesso ai propri cittadini il permesso di unirsi alle forze di difesa in Ucraina. La Lettonia è stata la prima, la Francia ha permesso ai suoi soldati della Legione straniera di andare in Ucraina. La Russia ha minacciato i Paesi che stanno inviando armi. Tali decisioni non sono facili da dimenticare e sono molte e si moltiplicano mentre parliamo. Non siamo mai stati così vicini alla terza guerra mondiale. Putin è in un bunker per un motivo, e lì ha trasferito la sua famiglia.

Se Putin è in un bunker, probabilmente è lui stesso pronto a usare un’arma nucleare…
Sì, certo. Putin ha due regole che ha imparato per strada o al Kgb e se ne vanta. La prima è che nel suo file Kgb aveva un report che attestava la sua bassa propensione al rischio. Questa è una valutazione negativa nel Kgb, ma lui se ne vanta. La seconda è che quando inizi a sentire che uno scontro è inevitabile, che qualcuno ti colpirà, colpisci per primo. Qualche settimana fa Surkov ha pubblicato un manifesto sulla «fine della pace senza vergogna». È un cliché nazista o tedesco degli anni Venti. L’Unione Sovietica è crollata senza sparare un colpo, senza perdere la guerra con l’Occidente. Eravamo potenti, siamo stati umiliati. È stato un tradimento di Gorbačëv e delle élite liberali, ma meritiamo il nostro posto nel mondo e siamo una superpotenza mondiale. Ricordi come Obama ha usato l’espressione «potere locale» o «potere regionale» quando parlava della Russia? Ha fatto terribilmente arrabbiare i russi. In questo manifesto Surkov esprime la convinzione che questa pace instaurata negli anni Novanta sia solo temporanea, insostenibile, senza ragioni strutturali o giustificazioni, non corrisponde al rapporto di forze, soprattutto oggi, che la Russia è molto più forte e ben preparata.

Vieni da una prospettiva di sinistra, voglio quindi chiederti cosa ne pensi della posizione assunta nei confronti di questa guerra dalla sinistra europea. All’inizio degli anni Novanta, c’era la possibilità di cambiare il rapporto tra Occidente e Russia, di smilitarizzare quella relazione. Questa opportunità è stata mancata. La parte vittoriosa, se si può parlare di una vittoria della guerra fredda, ha deciso che la Russia è sempre una minaccia e ha mantenuto l’atteggiamento avuto durante la guerra fredda. Da qui l’atteggiamento della sinistra che vede nell’allargamento della Nato la causa della situazione attuale.
La mia opinione sulla sinistra europea è molto critica. Nel 2014, quando attaccavano i «fascisti ucraini di Maidan», ho scritto sul New York Times un articolo sulla sinistra americana e tedesca intitolato “Gli utili idioti di Putin”. Questa posizione è stata spesso assunta a sinistra a causa dell’antiamericanismo. Anche dalla sinistra americana. E chi è il critico più accanito dell’imperialismo americano? La Russia! E cosa dice la Russia? Che l’Ucraina è governata dai fascisti. E così il cerchio si chiude. Non c’è niente di sinistra in questo. Perché la sinistra non capisce che ogni Stato, ogni nazione e popolo ha il diritto di decidere del proprio destino? Se questo non è un prerequisito della sinistra, non so cosa lo sia. Per me questo è patologico, è una sinistra patologica. E quanto al fascismo, diamo un’occhiata all’Ucraina. È un Paese che ha un presidente ebreo, ha avuto recentemente un primo ministro ebreo, alle elezioni i nazionalisti non hanno mai raggiunto la soglia elettorale. E mettiamo questi elementi a confronto con il numero di partiti di estrema destra o di leader politici che ci sono nei parlamenti europei e negli Stati Uniti.

Ci sono altri motivi per cui la sinistra è così riluttante a sostenere l’Ucraina?
Il secondo motivo è una sorta di eredità dell’Unione Sovietica. C’è una tradizione di sostegno all’Urss, cose del genere vengono tramandate di generazione in generazione. La sinistra più decente per fortuna non è su questa linea, vedi l’articolo di Žižek su Project Syndicate.

Durante la tua permanenza in Ucraina, hai incontrato fascisti, nazisti?
Questo è un mito simile a quello dei Protocolli dei Savi di Sion.

Durante il tuo soggiorno a Kiev, hai parlato con persone che non la pensavano come te?
Durante il mio soggiorno a Kiev, quello che desideravo di più era incontrare persone del partito Servant of the People, tutti neofiti della politica, non li conoscevo prima. Ho sentito molte critiche a Zelensky e ho voluto verificarle. Ho un’ottima opinione su questa squadra, sono tuttora in contatto con loro. Sono spesso ex soldati, molto patriottici, non estremisti, senza riflessi comunisti o nazionalisti. È stato molto difficile per me trovare qualcuno filo-russo, sapevo che né Odessa né Kharkov [due città per lo più di lingua russa] si sarebbero sottomesse alla Russia. Le persone che conoscono la Russia, compresi i russi stessi, non vogliono unirsi alla Russia. Da nessuna parte i russi vengono accolti con i fiori. A Odessa li stanno già aspettando con decine di migliaia di bottiglie molotov. E inoltre, l’Ucraina merita il suo momento nazionalista, ogni Paese che è in fase di costruzione attraversa un tale momento di amor proprio. L’Ucraina lo attraversa molto dolcemente. Gli ucraini hanno imparato che devono evitare, doppiamente evitare l’estremismo dell’estrema destra, perché vengono identificati con esso, il che è un successo della propaganda russa. In una parola, la Russia non solo ha aiutato molto a costruire la nazione ucraina, ma ha anche eliminato questi estremisti di destra. La Russia prima ha unito il popolo ucraino e ora sta unendo gli europei. È l’altro lato che si comporta da nazista, questa copia carbone della “difesa delle minoranze”, il revisionismo storico, è tutto preso dal nazismo. Il Cremlino non è solo incollato al mondo criminale, che ora fa parte dell’apparato della violenza, ma anche i neonazisti appartengono all’apparato della violenza del Cremlino. Pensa all’opposizione autorizzata che viene utilizzata nel Donbass, come Igor Strelkov, gruppo Wagner, fondato da neonazisti. Pensa al partito “Nashi”, un movimento fascista molto forte. La Russia ha i movimenti fascisti più forti d’Europa. Ed è una dura competizione. Timothy Snyder e Sergey Medvedev ne hanno scritto rispettivamente in The Road to Unfreedom e in The Return of Russian Leviathan. Gli ideologi del Cremlino – Ivan Ilyin, Aleksandr Dugin – sono loro i fascisti.

Puoi spiegare, a noi che non eravamo lì, come si esprimono visivamente questa guerra e questa tensione? Ho in mente street art, simboli, segni condivisi. Vediamo le bandiere, e l’uso del giallo e del blu, ma nient’altro. Ricordi l’esplosione di simboli e colori che si è avuta con la rivoluzione in Bielorussia, e prima ancora, con la rivoluzione di Solidarność in Polonia? Eri presente alla rivoluzione in Bielorussia. Cosa hai visto, cosa ricordi del tuo soggiorno in Ucraina?
In primo luogo, l’Ucraina è molto più povera della Bielorussia, circa dieci anni indietro rispetto alla Bielorussia. Maidan [la piazza principale di Kiev] è un posto davvero triste e povero. Non c’è colore. In secondo luogo, la Bielorussia è un Paese in via di costruzione della propria identità. La prima “generazione” era dissidente e perse, come tutte le generazioni dissidenti nel mondo, le generazioni di idealisti, troppo lontane dagli standard sociali per essere accettate. La seconda generazione è stata, come la chiamo io, una “generazione del ricamo”: celebrava la lingua, la cultura, i colori nazionali, le canzoni. Quello è stato il suo momento colorato. In Bielorussia è stato il passaggio dalla coscienza locale a quella nazionale. Reso possibile da varie cose, compresa la pandemia. I media di seconda circolazione sono diventati i media di circolazione primaria. La popolarità è iniziata con le informazioni autentiche sulla pandemia, e poi è diventata un pasticcio politico. Lukashenko era il simbolo del passato, della cultura russa e della russificazione. La risposta è stata creatività culturale, c’erano i colori nazionali, i simboli, soprattutto perché questo movimento doveva essere pacifico. Quando non puoi prendere un fucile, apri un barattolo di vernice e scrivi slogan. Giochi con i mezzi a tua disposizione. In Ucraina c’è stata una guerra per otto anni, non c’è tempo per un libro da colorare lì.

È per questo che Zelensky e il suo entourage si presentano sempre in verde militare?
Per noi è una novità, ma loro sono sempre stati così. Prima del 24 febbraio, prima dell’esplosione, c’erano circa 1 milione e 300 mila armi in Ucraina, mezzo milione di persone ha attraversato il fronte, è una nazione militarizzata. Una società militarizzata, una grande quantità di forze armate. La loro identità cosacca si basa sul concetto di lotta e indipendenza personale.

Significa che questa resistenza durerà a lungo.
Tornano gli scenari storici. È interessante che stiamo dando un’occhiata ai libri sull’ordine mondiale. Intellettualmente questo è il momento più interessante della mia vita. Eppure allo stesso tempo la mia vita è finita, soprattutto in Polonia. Questo Paese dovrà militarizzarsi, perché è integrato con l’Ucraina, è un canale militare tra l’Ucraina e l’Europa. Questa potrebbe essere una cattiva notizia per la democrazia in Polonia. Il governo può trarre due conclusioni: o raggiungere un accordo con l’opposizione oppure pensare che l’Europa ora chiuderà un occhio su quello che sta facendo perché sta difendendo un altro Stato. Scommetto su quest’ultima opzione al 99%. Fatta eccezione per il presidente Duda [risate], perché sta crescendo così tanto di statura parlando con Zelensky che potrebbe persino iniziare ad amare la democrazia.

Eppure ora in Polonia abbiamo ben oltre un milione e mezzo di rifugiati e il numero sta crescendo… L’80% sono donne con figli. Come influenzerà la democrazia polacca? E la democrazia europea? L’onda si diffonderà in tutta l’Ue.
Fino a poco tempo la società polacca era una delle più omogenee d’Europa. Con le fobie anti-rifugiati, anti-ucraine sempre pronte. È Vladimir Putin che ci ha uniti. Per ora abbiamo un grande entusiasmo e un desiderio quasi sconfinato di aiutare. Ma certo, non può durare. Le persone si stancheranno. Quello che serve è l’aiuto finanziario dell’Occidente. Altrimenti la Polonia non sarà in grado di sostenere una tale massa di nuovi arrivati. La Polonia avrà improvvisamente una minoranza del 10%! L’economia dei sentimenti trasformerà l’attuale euforia in risentimento.
 
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view post Posted on 17/3/2022, 10:57
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Pulcinella291 Forum

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Grazie Tommy, condivido parola per parola.

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view post Posted on 18/3/2022, 16:07

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Buona sera,
vi propongo questa interessante analisi, che, a mio avviso, integra l'intervista che vi ho copiato.
Devo riconoscere, tornando al mio primo intervento, che, se è vero che la Nato ha fatto in modo di espandersi e circondare di fatto la Russia, è altrettanto vero che le nazioni dell'ex Unione Sovietica erano stanche dell'oppressione russa, di natura praticamente dittatoriale, e caldeggiavano un avvicinamento all'occidente. Di tutto ciò ha approfittato Putin per inseguire il suo delirio restauratore e imperialista.
Cari saluti,
Winilio.



La storia tende a ripetersi perché la geografia rimane la stessa. Ma nelle sue ripetizioni la storia fa emergere un passato di cui ci eravamo dimenticati. Quando Putin ha attaccato, passando irrimediabilmente dalla parte del torto, i commentatori avevano in mente la proiezione europea dell'Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, ma Putin non disponeva né delle condizioni politiche (l'alleanza con l'Occidente) né delle condizioni demografiche e militari che resero possibile quella proiezione.

Guerra Ucraina-Russia: diretta no stop

I DOSSIER: IL CONFLITTO | LE CONSEGUENZE SULL'ITALIA | SENTIERI DI GUERRA


Basti dire che per una operazione militarmente secondaria, la presa di Berlino nell'aprile 1945, i Russi poterono investire un milione e mezzo di soldati, mentre oggi, per prendere non una città, ma una nazione, non possono contare su più di centocinquantamila uomini, mercenari e tagliagole inclusi, gli equivalenti della Banda Dirlewanger che i tedeschi adoperarono per reprimere la rivolta di Varsavia nel 1944. Pensare che l'azione militare russa possa estendersi anche al di là dell'Ucraina, per esempio nei Paesi Baltici, è credere di avere a che fare non con la Russia, ma con l'Unione Sovietica (più del doppio di abitanti, senza contare le nazioni del Patto di Varsavia). È dimenticare che un pezzo della vecchia Prussia Orientale è oggi una exclave russa circondata dalla Nato, che potrebbe essere presa in un giorno.


Quanto dire che la no fly zone esiste già, ed è tutto l'Est europeo passato sotto la Nato. Coloro che oggi sostengono, a ragione, che gli Stati Uniti non hanno tenuto fede al gentlemen's agreement del 1991 di non ammettere nella Nato paesi dell'ex Patto di Varsavia, non dovrebbero dimenticare che quei Paesi appartenevano storicamente all'Occidente. Che non avevano mancato di rivendicare, a Berlino, a Budapest, a Praga, e poi di nuovo a Berlino, nel 1989, questa loro appartenenza. E che se Stalin, a Yalta, aveva potuto ottenere l'Est europeo, ciò dipendeva da eccellenti motivi: l'enorme tributo di morti nella lotta contro il Terzo Reich e la forza dell'Armata Rossa, la debolezza politica dell'impero britannico, la debolezza fisica del presidente Roosevelt e, soprattutto, la necessità degli Stati Uniti, che ancora non disponevano della atomica, di assicurarsi l'appoggio sovietico per finire la guerra contro il Giappone.


Come è naturale e giusto, visto che la storia non finisce mai, nessuna di queste condizioni è rimasta in piedi quasi ottant'anni dopo. Putin non se ne è accorto, ed è per questo che c'è chi lo considera pazzo; ma, a quanto pare, non se ne sono accorti nemmeno i suoi avversari, tranne la Cina, che ne coglie pienamente la debolezza e vede in questo suo passo falso, o disperato, l'occasione per trasformare la Russia in un satellite. Come che sia, trattare Putin come se fosse uno zar, confonderlo con Stalin, è dargli troppa importanza, e non voler guardare, sotto l'influsso di fantasmi vecchi di decenni, il probabile risultato politico e geopolitico di questa guerra.


Sul piano politico, la sostanziale vittoria di Putin prima dell'attacco militare (camuffare Russia con il mito zarista e sovietico, ottenere la smilitarizzazione del Donbass, rassicurare l'orgoglio nazionalista) si è trasformata in una sconfitta militare, perché in un caso come questo non vincere equivale a perdere. E la sconfitta peggiore è proprio quella politica, perché Putin è riuscito a trasformare la Russia in uno Stato canaglia, entrato in guerra come se fosse l'Unione Sovietica e uscitone come se fosse l'Iraq di Saddam Hussein. Senza dimenticare che riuscire ad avere contro di sé la Svizzera, la Svezia e persino la Serbia (per difendere la quale la Russia era entrata in guerra nel 1914) è un record negativo difficilmente eguagliabile.


Anche più significativo, e carico di conseguenze, sarà il risultato geopolitico di questo azzardo. La guerra non è una opinione, e non si può tentare uno sfondamento a Occidente, in un Paese ostile, con truppe numericamente e militarmente inadeguate. Molto più a Ovest nello spazio e molto prima nel tempo se ne accorse Hitler nel dicembre 1944 nelle Ardenne. Quando, dopo aver sprecato le migliori truppe di cui disponesse nel tentativo fallito di prendere Anversa e interrompere i rifornimenti degli Alleati, Hitler venne informato da Guderian del fatto che Stalin aveva schierato milioni di uomini e di mezzi su un fronte che dalla Prussia Orientale raggiungeva i Balcani commentò che si trattava della "più grande falsità dai tempi di Gengis Khan". Forse qualcuno dovrebbe dire a Putin e a Lukaš?nka di Gengis Khan e dei suoi mongoli, che invasero la Russia di Kiev nel 1228 rimanendoci per duecentocinquanta anni.


Andrà a finire così. Interrompendo una proiezione verso occidente che ebbe inizio con Pietro il Grande, la Russia diventerà, come ai tempi dell'Orda d'Oro, uno stato vassallo non più di un Khan mongolo, ma della Cina. A meno che gli oligarchi, per difendere i propri interessi in Occidente, non la trasformino in uno Stato vassallo della Nato. In questo quadro, la Russia ha pagato un prezzo carissimo non solo per le ambizioni sbagliate, e probabilmente per le paure, di Putin, ma anche per la propria singolarità culturale, per una tradizione profonda che la lega a Bisanzio (una Bisanzio che non c'è più né in Grecia, né in Turchia, né nei Balcani) e che, con le tirate del Patriarca Kirill a favore della guerra contro le lobby gay, la sospinge violentemente verso il Medio Evo.
 
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view post Posted on 20/11/2022, 16:46
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Ad oggi risulta che il missile che ha ucciso due operai polacchi è ucraino. Quindi, di fatto, è l'Ucraina che ha attaccato militarmente la NATO e non la Russia.
 
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14 replies since 11/3/2022, 11:23   236 views
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