| Elegantemente glisso sul vostro cinguettare, mi assido sul cerasiello per pontificare su "il mio desiderio di oggi" testé pubblicato dall'amico Giovanni inzolfato da quella strega di Mariateresa (abbraccio per lei).
La questio si svuota non appena si consideri il nostro essere reale. Ognuno di noi è quello che è non come entità a sé stante ma in quanto immerso del suo ambiente spazio-temporale a sua volta parte di un "sociale". In parole povere, io non sarei quello che sono, QUI ed ADESSO, se non avessi vissuto la mia storia fin ora dove e come l'ho vissuta, se non avessi avuto le mie rogne, i miei successi, se non fossi e non fossi stato circondato dalle persone che ho conosciuto e da altre di cui nemmeno so l'esistenza, se mio malgrado non fossi stato partecipe degli eventi del mio tempo...
Quindi il voler chirurgicamente distingure fra "ME" ed il "MIO DESTINO" è solo esercizio di schematizzazione dialettica senza alcuna aderenza alla realtà. Fin da quando fui un ovulo concepito (o forse già da prima, ma non andiamo ad invischiarci in considerazioni ontologiche), io sono stato "IO" anche perché stavo lì dove stavo e quel posto era quello e non un altro. E dare la "colpa" del mio dividermi in blastomeri, e poi della blastulazione, della gastrulazione... e via via del mio accrescimento e trasformazione fino al mio "IO" di oggi a qualcuno o qualcosa, alla placenta di mamma o la stronzità del capufficio è strumentale, perché io non sarei stato io senza quella placenta né potrei parlare di mé stesso avulso dalla stronzità di quel mio superiore nell'ufficio...
Ma oserei andare oltre, eliminando del tutto la "colpa" (e che il signor Parroco mi perdoni!) affermando (ma, ammetto, con titubanza) che forse nessunissima nostra "scelta" è libera, e che il nostro "libero arbitrio" rimane solo su di un piano squisitamente speculativo. Cioè a dire che io tendo a credere (sempre con titubanza, ma non mi viene di meglio) che ogni singola nostra azione sia del tutto "condizionata", nel senso che se ci ritrovassimo nelle stesse identiche condizioni personali, ma anche sociali ed ambientali... noi rifaremmo esattamente la stessa scelta.
Cioè infine che siamo delle marionette mosse da fili. Ma non chiedetemi cosa ci sia all'altro capo di quei fili!
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