Le stronzate di Pulcinella

La pietanza di Pasqua

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view post Posted on 16/4/2022, 16:58
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La pietanza di Pasqua



SP - … e oggi?

e questa è tutta da raccontare, leggere, meditare e riproporre… magari rifinita con quel nonnulla d’amore che ognuno di noi mette nel fare le cose, perché è una pastasciutta davvero buona che merita di avere un grande successo nel cuore grande degli italiani.

Gustatevi dunque questa mia ricetta, ma pagate lo scotto di leggervi anche l’antefatto, cioè lo spunto ispirativo di questa delizia e, siate corretti non interrompere anzitempo la lettura! anche la chiosa che ne contiene l’essenza, il sapore e la giustificazione del titolo di “la pietanza di Pasqua”.

Partiamo dunque dall’antefatto, vecchio ormai di alcuni anni, ma sempre vivido nel mio ricordo:
ero a far la spesa di verdura dal mio erbivendolo abituale e mi accingevo a scegliere dei carciofi, sempre molto belli i suoi, per far bella figura ad una cena di amici. Una attempata signora, soave come solo sanno essere certe donne una volta superata la preoccupazione dell’età, smanettava anche lei intorno al grande cesto, e mi sembrò di essere socievole:
“proprio belli oggi i carciofi del nostro amico Nicola, vero?” – mi guarda per un attimo e riabbassa il capo.
“non so, io prendo solo i gambi tagliati…”.

Stamattina il vicino mi ha portato i carciofi di Pasqua del nostro orto (nostro perché la terra è mia ma la coltiva lui) ed erano belli e freschi con turgidi gambi e foglie ancora umide della rugiada della notte. Ho deciso di cuocerli subito.
Pulendoli, m’è tornata in mente l’immagine dell’antefatto, e quei bei gambi non li ho buttati via né messi in padella insieme al resto, come invece faccio di solito; li ho tenuti da parte con l’uzzolo di dar loro una nuova, diversa dignità: già li pensavo tagliuzzati e sposati a del prosciutto cotto come imbottitura di una frittatina da aperitivo.

Ma le cose vanno come devono andare e misteriose sono le vie dell’inventiva. Mia moglie che era alle prese con dei peperoni arrostiti mi fa:
“questi ritagli di peperone ed i filetti troppo corti te li lascio in un piattino, tu certo ne farai qualcosa…”

Ma certo che sì! Mi mancava un connubio originale per i miei dischetti di gambo di carciofo che già stufano in padella con l’olio, l’aglio e l’immancabile verdicchio! – stavo già pensando a qualche pomodorino a fine cottura ma no, i peperoni arrostiti gialli e rossi daranno la giusta briosità di colore e dolcezza di sapore al sugo!... visto che sono già cotti li aggiungerò in chiusura, con una buona spruzzata di prezzemolo… e vediamo che ne esce!

La pasta da abbinare l’ha scelta mia moglie, dopo breve riflessione: “Casarecce Garofalo” (ovviamente non ho raffronti con altri tipi di pasta) e mi ha trovato consenziente.
La peculiarità di questo formato di pasta è quella di sembrare “al dente” anche quando è ben cotta, e questo suo spirito rustico ben s’è adattato al mio sugo, apparentemente “spettinato” anche se, a mio avviso, squisitamente equilibrato nel gusto.
Ultimo dettaglio, tecnico, ma decisamente anche romantico, è stato lo sguardo di noi due che all’unisono, in quasi “celeste corrispondenza d’armoniosi sensi” di Foscoliana memoria alla vista del colorato, patriottico piatto abbiamo esclamato: “e qui ci vuole una bella passata di pecorino grattato grosso!”.

(Mi spiace di non aver fatto una foto da mettere a corredo e ne chiedo venia. Prima abbiamo strafogato… e poi ci abbiamo pensato!)

Qui finisce la ricetta della serie “… e oggi?” ma ancora, prima di correre ai fornelli, dovete leggere e meditare la chiosa di chiusura, come vi avevo chiesto di fare; quindi

Chiosa.
Nulla è gratuito, e quello che è donato deve produrre dono.
Torniamo dall’inizio: una soave signora anziana mi ha donato la sua umiliazione di contentarsi dei gambi di carciofi, e l’ha fatto nella massima semplicità e serenità, insegnandomi la dignità dell’indigenza e la commestibilità di quei torsoli, che certo io avrei disdegnato anche solo perché scarti di altri.
Dopo anni quel dono ha fiorito, suggerendo alla mia fantasia questo condimento davvero apprezzabile, che mi ha gratificato come preparatore di vivande.
E da questo fiore fra tre giorni nascerà un piccolo frutto.
Porterò all’amico Nicola, il mio erbivendolo abituale e persona di assoluta onestà, dieci “buoni di spesa sospesa” da passare ai suoi clienti più poveri. E so che lui di clienti poveri ne ha, infatti in un angolo appartato del suo negozio ha un cestone di verdure “tutto ad 1€ al chilo” – euro che non si fa mai pagare.


Lucio Musto 16 aprile 2022

Edited by Lucio Musto - 16/4/2022, 18:57
 
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