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| Continuano, purtroppo, i maltrattamenti e le violenze nei confronti di malati di mente o anziani ospiti di Rsa o case di riposo. Le cronache degli ultimi anni ci hanno raccontato di casi raccapriccianti scoperti solo dopo intercettazioni ambientali. La maggior parte degli episodi riguardano il reato di maltrattamento pluriaggravato commesso con più azioni, talvolta singolarmente, altre volte in gruppo. da chi è pagato ed avrebbe il dovere di assistere e spesso curare questi soggetti fragilissimi . Quello che è stato scoperto presso la struttura ‘Don Uva’ di Foggia e ancora poco tempo fa in una Rsa di Manfredonia, mi spingono a qualche riflessione. Gli abusi sono difficili da rilevare e spesso sono soprattutto quelli fisici che emergono, testimoniati da fatti di cronaca, poichè quasi sempre i pazienti o sono incapaci di denunziarli o, poichè in stato di soggezione o dipendenza, temono ulteriori maltrattamenti e violenze . Riassumendo, i fattori di rischio riconducibili alle potenziali vittime sono l’età avanzata, le condizioni di disabilità fisica o cognitiva, la difficoltà o impossibilità di comunicare l’abuso subito, la paura di denunciare e la tendenza a proteggere o giustificare chi compie un comportamento d’abuso. Secondo il mio modesto avviso , sebbene nel nostro codice penale sono previsti e punibili i reati commessi nella fattispecie, solo se essi vengono condotti in maniera continuativa, (ci sono molte sentenze della cassazione in tal senso)il legislatore dovrebbe prendere a cuore il problema , punendoli sempre ed inasprendo oltremodo la pena che, ad oggi, va da anni tre fino ad anni sette Nel contempo dovrebbe predisporre i controlli tramite mezzi elettronici obbligatori , ma anche evitare che presso queste strutture private o pubbliche che siano, vengano utilizzati operatori privi di qualsiasi formazione e spesso malpagati. Anche obbligare i familiari degli ospiti o pazienti almeno a 3/4 visite mensili, potrebbe essere un altro elemento dissuasivo. Io ho detto la mia. Voi come la pensate?
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