Da bambino nei presepi lo cercavo. In genere è nascosto in qualche anfratto tra i sugheri ma non mi davo pace sino a quando non lo trovavo.
Il caganer che tengo nel palmo è uno dei protagonisti del presepe napoletano, direttamente arrivato dalla tradizione catalana. Postai questa foto anni fa turbando qualche pinzochero. La ripubblico oggi come augurio.
La sua necessità fisiologica non è sfregio verso la Nascita, anzi lui viene vinto dal bisogno e probabilmente ignora ció che sta accadendo. Questo pastore simboleggia il miracolo della nascita che accade nel quotidiano, nella distrazione, mentre si soddisfano bisogni e si assolvono doveri. Questa è l’incantevole bellezza del presepe napoletano: i miracoli non fermano il mondo per essere celebrati, avvengono nel frattempo della vita, nel trambusto, lungo strade scassate, tra le urla dei mercanti mentre i bambini giocano e i cavalieri caracollano.
I nuovi inizi, racconta il presepe napoletano, persino l’arrivo del Dio bambino, non hanno nessuna proclamazione, nascono mentre tutti sono nell’inesauribile affaccendarsi.
Il presepe napoletano è lì a indicare semplicemente: in mezzo a tutto questo caos dentro questo rumoroso disordine, se riesci, trova il miracolo.
Trova il miracolo.