Le stronzate di Pulcinella

Fu il sanguinoso attentato dove persero la vita 4 uomini dell'Arma dei Carabinieri, 2 dell'Esercito Italiano, e un sottufficiale di Polizia

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view post Posted on 8/1/2024, 18:00
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Pulcinella291 Forum

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Fu uno dei più sanguinosi ed orrendi episodii degli anni sessanta che concluse la prima guerra di mafia della Sicilia del dopoguerra.
Stiamo parlando della strage di Ciaculli avvenuta il 30 giugno 1963 dopo la quale si accesero i riflettori sulla mafia siciliana.
Ricordiamo che in quell'epoca era in atto la guerra tra Angelo La Barbera (capo della "famiglia" di Palermo centro) e il resto della "Commissione provinciale" di Cosa nostra capeggiata da Salvatore Greco detto "Cicchiteddu" (capo della "famiglia" di Ciaculli).

I fatti
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A seguito di una telefonata alla questura di Palermo che avvisava della presenza sospetta di un’autovettura, una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri, unitamente a un sottufficiale di Polizia in forza alla Squadra Mobile della Questura, si recò a Ciaculli, rinvenendo la Giulietta abbandonata con le portiere aperte. Sospettando che si trattasse di un’autobomba venne chiamata una squadra di artificieri che ispezionò l’auto e tagliò la miccia di una bombola trovata all’interno, dichiarando il cessato allarme; tuttavia l’apertura del bagagliaio da parte del tenente Mario Malausa, comandante della tenenza di Roccella, causò l’esplosione della grande quantità di tritolo contenuta, provocando la morte dei 7 uomini dello Stato: il maresciallo Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci dell’esercito, il tenente Mario Malausa, il maresciallo capo Calogero Vaccaro e gli appuntati Eugenio Altomare e Marino Fardelli dei carabinieri, il maresciallo di polizia Silvio Corrao.

Le indagini
Basandosi soprattutto su fonti confidenziali e ricostruzioni indiziarie, le indagini dell'epoca ipotizzarono un mancato attentato preparato dai mafiosi Pietro Torretta, Michele Cavataio, Tommaso Buscetta e Gerlando Alberti contro il rivale boss di Ciaculli Salvatore Greco oppure contro il suo associato Giovanni Prestifilippo, che non avrebbe centrato l'obiettivo perché la Giulietta imbottita di esplosivo bucò i pneumatici e perciò venne abbandonata.
Si ipotizzò anche che il vero obiettivo dell'attentato fosse il tenente Mario Malausa a causa delle indagini fatte sui rapporti tra mafia e politica.
Torretta e Buscetta (nel frattempo resosi latitante) vennero rinviati a giudizio per le autobombe di Villabate e Ciaculli ma nel processo di Catanzaro contro i protagonisti della prima guerra di mafia (il famoso “processo dei 117") vennero assolti per insufficienza di prove, anche se nello stesso processo Torretta venne condannato a 27 anni di carcere per un altro duplice omicidio mentre Buscetta (giudicato in contumacia) a dieci anni per associazione a delinquere.

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Nel 1984 Tommaso Buscetta, divenuto un collaboratore di giustizia, si discolperà e dichiarerà al giudice Giovanni Falcone che Michele Cavataio era l'unico responsabile delle autobombe di Villabate e Ciaculli.

Tuttavia, ad oggi, rimangono ignoti i responsabili e il movente della strage
 
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