Le stronzate di Pulcinella

LA BOMBA ALLA SCUOLA DI BRINDISI:sconcerto e commozione in Italia

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view post Posted on 21/2/2024, 11:57
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Era il 19 maggio 2012 quando una bomba artigianale esplose davanti all'istituto professionale Francesca Morvillo Falcone di Brindisi, causando la morte di una studentessa e il ferimento di altre dieci persone.
A causare l'esplosione fu una bomba artigianale, azionata a distanza con un telecomando, realizzata tramite tre bombole riempite di nitrato di sodio, carbone e zolfo e nascoste dietro ad un cassonetto dei rifiuti posizionato vicino ai cancelli della scuola.
L'esplosione investì un gruppo di studenti appena scesi dall'autobus che proveniva dal vicino comune di Mesagne. La studentessa sedicenne Melissa Bassi fu travolta in pieno dalla forza della potente onda d'urto, subendo terribili ferite e ustioni sul 90% del suo corpo, oltre alla perdita di un braccio: morì poco dopo l'arrivo in ospedale.

Le prime indagini

Nelle prime ore dopo l'attentato circolò subito la voce che la bomba fosse stata opera della criminalità organizzata. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, dichiarò ai giornalisti che si trattò di un attacco senza precedenti della Sacra corona unita. Anche le prime indagini si orientarono in questa direzione e furono perquisite le abitazioni di noti pregiudicati del luogo.
L'ipotesi sembrò trovare fondamento in alcune coincidenze: l'istituto è intitolato a Francesca Morvillo (moglie del giudice Giovanni Falcone), e pochi giorni dopo sarebbe caduto l'anniversario della strage di Capaci.
Alcuni giornali parlarono anche di un nuovo tentativo per riaprire la trattativa Stato-mafia o di una nuova strategia della tensione..
Poi un colpo di scena.
Nel giro di pochi giorni tuttavia emerse con chiarezza che la Sacra Corona Unita non era coinvolta nell'attentato. Si trattava invece dell'opera di un solitario che aveva agito per motivazioni personali, scollegato da qualsiasi organizzazione.
Le telecamere della città fecero il resto.
Le registrazioni, infatti, permisero di risalire rapidamente al colpevole, Giovanni Vantaggiato, sessantottenne originario di Copertino, che venne identificato e arrestato il 6 giugno.
Vantaggiato, commerciante di carburanti agricoli, ammise davanti ai magistrati la propria responsabilità[1]. Inizialmente disse di aver agito senza una vera ragione e raccontò anche il modo in cui aveva assemblato e costruito la bomba. Successivamente si appurò che il motivo del gesto era da ricercarsi in una truffa da 342.000 euro di cui fu vittima l'azienda della moglie di Vantaggiato, per una partita di carburante non pagato. Per tale motivo, Vantaggiato, peraltro già sotto accusa per tentato omicidio nei confronti del presunto truffatore, escogitò una vendetta eclatante per far conoscere al mondo intero la truffa da lui subita.
Vantaggiato è stato condannato all'ergastolo sia in primo grado che in appello, con sentenza passata in giudicato il 6 novembre 2014
 
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