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| Certamente non era uno stinco di santo, si trattava, infatti, di un feroce killer, ma mori' in modo atroce. Stiamo parlando del Mafioso Vincenzo Puccio (Palermo, 27 novembre 1945 – Palermo, 11 maggio 1989) appartenente alla famiglia di Giaculli. Arrestato la sera del 4 maggio 1980 in flagranza di reato per l'omicidio del capitano Emanuele Basile, assieme a Giuseppe Madonia e ad Armando Bonanno, e poi assolto dopo un travagliato iter giudiziario in primo grado (ma è stata poi stabilita in secondo e terzo grado, con certezza, la loro colpevolezza). Fu probabilmente coinvolto negli omicidi del colonnello Giuseppe Russo, del giornalista Mario Francese, del magistrato Cesare Terranova e del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella. Mentre era detenuto al carcere dell'Ucciardone: il killer Giuseppe Marchese gli fracassò la testa nel sonno con un colpo di una bistecchiera in ghisa. Il cadavere avvolto in una coperta con il cranio sfondato. Per evitare vendette o ritorsioni, meno di un'ora dopo, nel Cimitero dei Rotoli di Castelvetrano, veniva ucciso a colpi di pistola anche il fratello Pietro Puccio (36 anni). Un terzo fratello, Antonino (53 anni), fu ucciso per strada a Palermo il 5 luglio dello stesso anno. Ma perchè tanto accanimento? Ce lo spiegherà lo stesso Marchese , oggi collaboratore di Giustizia. Fu condannato a morte dallo stesso Toto' Riina, perchè a quanto pare Vincenzo Puccio stava organizzando una trama contro il potere assoluto del padrino Corleones.
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