| Licola 5/4/2024
L’alluvione
“A distanza di quindici o vent’anni durante i quali si è risparmiato e si sono riparati i danni, l’alluvione rimane sempre qualcosa di grande e terribile,ma anche di caro e intimo, costituisce, infatti, un momento di profondo legame e solidarietà tra le persone ancora vive – sempre meno numerose - di quella generazione, perché nulla unisce gli uomini più che una sciagura comune, felicemente superata.” Da ”Il ponte sulla Drina” di Ivo Andric
L’uomo e l’acqua, che connubio, che bisogno e che attrazione, che spavento e che ripulsa. Leggo e ricordo un altro grande, Riccardo Bacchelli, col suo fiume, il Po, e le sue piene. C’è poi la mia meravigliosa figlia, Elvira, col suo fiume, il Lamone, e la sua alluvione, la sua forza di ripresa, il suo impegno per la ricostruzione e il suo accumulare ricordi da raccontare ai nipoti. Anch’io ho avuto la mia alluvione. Ero piccolo, qualche anno, e si svolgono ora, dinnanzi ai miei occhi, i fotogrammi di un film sbiadito ma preciso nel ricordo: io sulla branda, per esser posto in salvo, in cui riposava, influenzata, la nostra donna di servizio, uno scialle mi dava conforto, mi ero bagnato i piedi nell’acqua che aveva invaso la casa, forse si era rovesciata la “bagnarola” piena d’acqua per un bagno o per il bucato. Un disastro, per come lo avranno vissuto i miei familiari, per me invece … il calore, la protezione, lo scampato pericolo, il senso di casa e di tranquilla sicurezza. Sono nato nell’acqua, i miei forse mi hanno concepito a Meta di Sorrento, ho vissuto sempre nei pressi dell’acqua, voglio ritornare ad essa, quando sarà. Un abbraccio a tutti. Giovanni
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