Le stronzate di Pulcinella

Quando l'Europa conosce la Ndrangheta:Strage di Duisburg

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view post Posted on 3/4/2024, 09:22
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Pulcinella291 Forum

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Sono passate da poco le due della notte fra il 14 e il 15 agosto 2007 a Duisburg, nel Nord Reno Westfalia. Sebastiano Strangio, trentanove anni, cuoco, calabrese originario di San Luca, chiude il suo ristorante e, con due camerieri e tre amici, si accinge a tornare a casa. I sei sono appena entrati nelle macchine, parcheggiate a qualche decina di metri dal ristorante, quando vengono raggiunti e stroncati dal fuoco incrociato di due pistole calibro nove.

Nel giro di pochi secondi vengono esplosi ben 54 colpi da esecutori spietati e lucidi. Lo testimoniano, fra l’altro le rosate strette sulle fiancate delle macchine, il fatto che, ad azione in corso, i due esecutori abbiano addirittura cambiato i caricatori delle pistole, e il colpo di grazia inflitto con calma e determinazione a tutte le vittime. Gli assassini scompaiono dopo aver completato il lavoro con i colpi di grazia.

Nelle due macchine rimangono i cadaveri di Sebastiano Strangio, Francesco Giorgi (minorenne), Tommaso Venturi (che proprio quella sera aveva festeggiato i diciotto anni), Francesco e Marco Pergola (20 e 22 anni, fratelli, figli di un ex poliziotto del commissariato di Siderno) e Marco Marmo, principale obiettivo dell’inaudita azione di fuoco perché sospettato di essere stato il custode delle armi utilizzate per uccidere, a San Luca il precedente Natale, Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta.
Le vittime fanno in vario modo riferimento al clan Pelle-Vottari, in lotta da oltre quindici anni con il clan Nirta-Strangio (non induca in errore il nome del cuoco che, pur chiamandosi Strangio, fa riferimento al clan Pelle Vottari).
Con la strage di Ferragosto a Duisburg la Germania e l’Europa scoprono attoniti la micidiale potenza di fuoco e l’enorme potenzialità criminale di una mafia proveniente dalle profondità remote e inaccessibili di un mondo rurale .

Le indagini
Le indagini, dopo la strage, sono iniziate subito con la collaborazione tra la polizia tedesca (Bundeskriminalamt), i Carabinieri e la polizia italiana (Interpol di Roma, Questura di Reggio Calabria).

Nei giorni immediatamente successivi viene divulgato un possibile identikit di uno di due uomini visti fuggire dal ristorante: un uomo dall'età apparente di 20-30 anni, magro, alto circa un metro e ottanta, con capelli neri corti, due lunghe basette e un grosso neo sotto l'occhio destro.

Si pensa che l'obiettivo principale fosse Marco Marmo, sospettato di avere custodito le armi servite per l'omicidio di Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta, ma anche responsabile di un traffico di armi con la ex Jugoslavia.
Si è pensato che in quei momenti si stesse svolgendo una festa di compleanno, ma il ritrovamento di un santino bruciacchiato nella tasca dei pantaloni di Tommaso Venturi ha fatto pensare piuttosto a un rito di affiliazione tipico della mafia calabrese.
Poi si giunge finalmente ad una conclusione:
responsabili della strage sono infatti appartenenti alla cosca Nirta–Strangio, e personaggio chiave dell’eccidio è una figura paradigmatica della ‘ndrangheta del terzo millennio, in perfetto equilibrio fra tradizione e modernità: Giovanni Strangio.
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Il 16 maggio 2016 la Corte di cassazione decide di condannare definitivamente all'ergastolo: Giovanni Strangio quale ideatore e autore della strage, Francesco Nirta, Giovanni Nirta, Sebastiano Vottari e Francesco Vottari. Assolti: Antonio Pelle e Sonia Carabetta.

Infine, Francesco Pelle e Sebastiano Nirta vengono rinviati alla Corte d'Appello, a quest'ultimo sono confermati i 12 anni di carcere.
 
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