| P:egregio maestro grazie per aver accettata l'intervista
C:grazie a te di esserti ricordato di me
P: e come non potevo? Sin dai tempi della scuola è stato uno dei miei poeti preferiti
C:forse perchè rappresentavo la comicita' tra tanti poeti barbosi e rompicoglioni di quell'epoca
P: esatto, proprio cosi' C: allora prima di cominciare l'intervista ti dico che pr me parlare l'italiano di oggi è quantomeno difficoltoso , per cui ogni tanto toscaneggero'
P. ma si figuri. Cominciamo ?
C:certo, ma siamo sicuri che i’non t’averò a stancare ?
P:Ma no, che dice mai?!La critica contemporanea sostiene che Lei fu meno ribelle di come lo presentarono i romantici è vero?
C: non proprio , vissi da ribelle e da uomo libero tanto che mi bandirono da Siena
P: perchè la sua poesia si allontano' dai canoni stilnovistici?
C: oh bella! perchè quel tipo di poesia la ritenevo pallosa , la donna venuta dal cielo a miracolo monstrare? Ma scherziamo?? Guinizelli, Folgore da San Gimignano , come dite voi napoletani :una guallera alla pizzaiola. Io la donna la vedevo diversamente, bella , popolana e volgare.La topa, amico mio, la topa.
P: ecco perchè la definirono irriverente? C: irriverente un paio di palle! I miei versi , seppure di forte provocazione, tessevano l'elogio delle passioni terrene. Ecco perchè tu ti sei ricordato di me e non di loro per questa intervista.
P:è vero, ha ragione. Dicevamo del suo essere ribelle.
C: si , non ero ribelle solo nella poesia ma anche nella vita , collezionai piu' multe io che il vostro Berlusconi processi . P: e con Dante?
C:diciamo che ci fu tenzone , lui mi definiva begolardo.. P: begolardo???
C: si si , ciarlatano, buffone ed io gli feci un bel sonetto con le rime , con il quale lo apostrofai a modo mio. P: e lui??
C: lui niente! Evidentemente, accusso' il colpo.
P: infatti in nessuna delle sue opere la nomina
C:e chi se ne cale!
P: ma veramente Lei era un uomo frivolo e spensierato, disordinato e dissipatore?
C: verissimo, i miei ideali di vita? La donna, la taverna e il dado
P: possibile che non si sia mai innamorato?
C: ora posso dirtelo , forse una volta .
P:ci racconti
C:si chiamava Becchina (Domenichina) ed era figlia di Benci, il cuoiaio, fu lei la mia gentile manza .Ma di questo non mi va di cianciare. se vuoi sapere oltre, vatti a leggere il sonetto:Becchin' amor! " " Che vuo', falso tradito?
P: come vuole .Perchè ce l'aveva tanto con suo padre?
C: perchè era un taccagno, un avaro, e perchè osteggio' sempre il mio amore per Becchina,ecco perchè scrissi S'i fosse morte, andarei a mi' padre;s'i fosse vita, non starei con lui;similemente faria da mi' madre.Ce l'avevo anche con mia madre . Per questo dilapidai tutto il loro patrimonio . P: nella taverna , nel dado .....
C: ma sopratutto in donne . All'amore spirituale contrapponevo l'amore sensuale, al motivo della lode quello dell'ingiuria, alla donna-angelo la donna volgare aggressiva, alla celebrazione delle virtù morali l'elogio dei piaceri della vita, e come dite voi e va fa n'culo! E ben fece il Boccaccio che mi cito' in una novella del Decameron, prendendomi come prototipo del gaudente e dello scapestrato. Viva le dissacranti parodie dei moduli del dolce stile. sono stato maestro del vituperium e me ne vanto ancora oggi. P: ma Becchina quanto influi' in queste sue scelte? C: forse in tutto.Il nostro fu amore clandestino e vituperato da tutto e da tutti . E poi ci furono un sacco di malfidati e di maldicenze che le riportarono di un mio tradimento. P: ahi ! ahi!
C: si si . ella ferita penso' di morire, poi, temette le pene dell’Inferno e finse di darla vinta al “babbo”sposando un altro.Disse:“Or moglie vo’ com’io odio il gaudente” il gaudente ero io. Anche io mi sposai per manifestare il mio odio . P: matrimonio infelice il suo?
C :come non avrebbe potuto esserlo? Poverina anche mia moglie. L’aveva sposata per vendetta contro mio padre, contro Becchina. E poi non faceva che strillare e supplicarmidi fare economia, di amministrare la mia roba, di “far masserizia" P: c'è un poeta dell'epoca a cui s'ispiro'?
C; forse si e fu Rustico Filippi , solo che forse io, modestia a parte, usavo un linguaggio un po' piu' colto e ricco, ma entrambi usavamo l'ironia e la dissacrazione. P: vogliamo parlare di "S'i' fossi foco "?
C: e basta con questo S'i' fossi foco , mica ho scritto solo questo?Anzi ti diro' che se la scrivessi ora direi:"S'i' fossi foco mi piacerebbe la fica"
P: mi scusi non volevo.....
C; va bene ! va bene!
P: ma la sua poesia fu tutta comica e realistica?
C:no! Ho cianciato anche di miseria e malinconia :"La strenuità mi richer per figliuolo"ma queste cose non mi fanno 'l cuor lieto sentire.
P: va bene , la ringrazio per aver perso tempo con me.
C: di niente alla prossima,e semmai un di' vedrotti, vieni accompagnato da gentil donzella saro' piu' ispirato P:va bene, magari la prossima intervista la facciamo ad Arcore C : non male come idea , non male!E' un paese che si regge sulla topa anche se la lingua è il lombardo , ma la lingua sulla topa pare sia molto frequente . Si si, vada per ArcoreEdited by Pulcinella291 - 6/9/2018, 17:47
|