Van Gogh inizia tardi a dipingere. Ha perso tempo nella ricerca di se stesso. Naque lo stesso giorno della morte del fratello avvenuta l’anno precedente.
Questo, pare, abbia caratterizzato il suo stato depressivo. Essere in fondo il figlio non nato
A 27 anni, quando finalmente dopo vari tentativi falliti dirige i suoi interessi verso la pittura. Impara in fretta, in un anno acquisisce una notevole capacità, sia nella gestione della luce, sia del dominio della profondità di campo grazie alla prospettiva.
Dai primi disegni infantili, man mano che cresce artisticamente il talento emerge, e in tempi molto brevi riesce a generare opere di valore. Quel valore che fa la differenza tra chi nasce artista e chi no.
Nemmeno la fede religiosa che in primo tempo lo aveva portato ad immedesimarsi fra i deboli e gli oppressi, cercando di portare la parola di Dio, come il padre pastore calvinista, non lo aiuto’ a districarsi dal labirinto esistenziale che travolgerà tutta la sua esistenza fino alla fine.
Questi ideali lo porteranno comunque a trattare nelle sue prime opere temi legati al sociale, ai lavoratori dei campi, al duro lavoro dei tessitori. Lavora intensamente sui volti dei contadini consumati dalla fatica e dal tempo. Questo suo maniacale impegno si concretizza con quello che sarà nel tempo a torto o a ragione definito “il Capolavoro” di Vincent van Gogh: I mangiatori di patate.
Un quadro che interpreta molto bene lo stato in cui versano i "Miserabili" i senza terra, quelli il cui colore della pelle è simile a quello delle patate, quelli il cui destino è segnato e l’unica speranza il conforto di un piatto di patate e una tazza di caffè.
Quelli che oggi giacciono in fondo al mare di Lampedusa.
I mangiatori di patate, 1885
Museo Vincent van Gogh, Amsterdam