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| Canestra di frutta (nota anche con il nome antico di "Fiscella")
Olio su tela di 31x47 cm del 1599 di Michelangelo Merisi detto “il Caravaggio” conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Sulla Canestra di frutta, per descriverla ed interpretarla, troverete fiumi di parole, nel Web, nelle enciclopedie, nelle riviste specializzate, nelle biografie dedicate al Caravaggio....ne ho lette alcune, tutte uguali ed è proprio per questo farne una sintesi sarebbe inutile, noioso e ridondante.
Preferisco descrivere la personale interpretazione su quello che ritengo “l’orizzonte degli eventi”, prendendo in prestito il termine usato dalla fisica a proposito della teoria della relatività generale di Einstein, Uso e abuso del termine per definire quest’opera l’inizio di una nuova era nel campo dell’arte
Basta seguire quell’esile pennello che ha ricamato con dovizia la Canestra, avendo cura di renderla viva e profonda su quel tavolaccio privo di prospettiva e tridimensionalità, un trucco, certo, un errore anche, voluto senza dubbio. Quel Tavolo rappresenta l’orizzonte a cui alludevo prima. Una linea di rottura inconsueta per l’epoca, quindi un nuovo evento, su cui giace una Canestra con i suoi contenuti, le sue allegorie, i drammi e le gioie dell’umanità.
Nonostante questa sia universalmente riconosciuta come una natura morta, ove è evidente l’assenza della figura umana, io sento una presenza, immagino al di fuori del quadro chi lo dipinge, vedo l’espressione del viso, la luce degli occhi, le smorfie della bocca, il sudore perlato della fronte.
Ho il sentimento di trovarmi davanti ad un capolavoro di prima grandezza, una tra le più importanti pietre che hanno concorso alle fondamenta dall’arte moderna, di cui nei secoli a venire tutti scriveranno...anche noi 400 anni dopo...
saluti marco
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