Le stronzate di Pulcinella

1940/45 i bombardamenti e gli sfollati italiani:con immagini d'epoca

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Pulcinella291
view post Posted on 15/12/2016, 10:27 by: Pulcinella291
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I nuovi obiettivi dei bombardamenti




Il morale degli italiani cessò di essere un obiettivo degli anglo-americani dopo l’armistizio e l’occupazione tedesca dal settembre 1943, ma i bombardamenti alleati su obiettivi industriali, ora con il solo scopo di distruggerne le capacità produttive, continuarono.
Poichè , molte industrie erano state spostate nelle province vicine (un processo che era iniziato dopo gli attacchi dell’inverno 1942-1943 e che non fece che rallentare una produzione già provvisoria)
.


In seguito, le città sulla linea ferroviaria tra la Liguria, il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e il Friuli divennero nuovi obiettivi.


Brescia,per esempio, fu bombardata nel 1944 e nel 1945 per il suo snodo ferroviario perché ospitava un distaccamento delle fabbriche d’armi milanesi Breda.
Verona,Vicenza, Padova, Treviso, Udine e Trieste furono pure bombardate ripetutamente tra il 1944 e il 1945. Poiché centrali elettriche, del gas e ferrovie erano vicine ai centri cittadini, questi attacchi causarono vittime in numero elevato: il bombardamento di Treviso nell’aprile 1944 fece 1600 morti


Due bombardamenti su Vicenza distrussero la cattedrale e uccisero 56 civili nel maggio 1944 e 317 in novembre.
Tutta la città è atterrita. Neanche un’ora dopo un falso allarme, questo sì dato efficacemente dalle sirene, fa trasalire di nuovo i vicentini, ma dopo due ore si torna faticosamente alla normalità. Che non sarà più la stessa. Vicenza deve imparare a convivere con le bombe, che saranno tante. La gente non ha mai visto tante distruzioni in una volta sola, e la curiosità è tanta.
Così anche il pranzo natalizio passa in seconda linea e la gente esce nuovamente di casa, arrivando a formare subito una colonna ininterrotta di persone che si snoda da Corso Fogazzaro per contrà Riale e ponte Pusterla, per recarsi vicino all’osteria “Alle Tre Bale” dei Giacomin dove sono cadute altre bombe. Poi, proseguendo (sempre a piedi) per porta San Bortolo e viale d’Alviano, si osserva una fabbrica per la lavorazione del ferro (Pozzan & Meggiolan) praticamente abbattuta.
La soddisfazione per aver conservato la vita i vicentini devono archiviarla in fretta appena tre giorni dopo: il 28 dicembre 1943. E’ la volta di Borgo Berga e dell’inizio del Viale Riviera Berica, Stradella dei Nani, Valletta del Silenzio, la Commenda. Alcune bombe cadono in Borgo Casale di fronte alla caserma della Milizia, presso lo Stadio, e una inesplosa viene poi trovata nel recinto del cotonificio Rossi. Non è una grande incursione ma i morti sono 41, fra cui cinque soldati italiani. I feriti ricoverati all’Ospedale S. Bortolo 53.


Il 29 il comune fa affiggere un manifesto:
"Cittadini, la pace della sepoltura non aveva ancora accolto le salme dei caduti per la prima incursione, quando la furia assassina del nemico, che non aveva esitato a profanare la santità del Natale, si abbatteva nuovamente sulla nostra città cercando, come sempre, le sue vittime fra le creature più innocenti, operai, donne, fanciulli. Stringiamoci ancora una volta attorno alle famiglie dei colpiti, con quella umana solidarietà e cristiana fratellanza di cui la nostra città ha già saputo dare una prova luminosa. E il nostro fiero dolore che non ci abbatte, ma ci purifica, tempri i nostri cuori e sia monito al nemico”.
Il 26 marzo 1944 alle ore 21,30 il terrore ritorna dal cielo.Particolarmente colpita la zona a sud della città con lancio di bombe dirompenti (oltre un centinaio) e di spezzoni incendiari (alcune migliaia). Immobili distrutti totalmente o parzialmente 69 fra cui le ville Clementi, Piovene e Valmarana, il Cotonificio Rossi, la provvida delle F.F.S.S., ecc. Le vittime furono 14, i feriti una ventina. Gli incendi circa trenta. Il bombardamento contrastato da un violento fuoco dell’artiglieria controaerea durò 36 minuti”.
Ormai il tono dei rapporti del Comune alla Prefettura diventa monotono: i morti, le case distrutte, i senza tetto, i feriti. E’ una città che non si riconosce più, che perde la sua fisionomia, il suo modo di vivere normale. Le grandi “R” nere in campo bianco rappresentano il rifugio per la gente ma anche la tomba, visto che in alcuni casi il risultato é peggiore che sostare all’aperto nascosti in qualche buca. Comunque si deve continuare a vivere e i vicentini non sono da meno degli altri abitanti della provincia o delle altre città italiane.
Spariscono edifici di rara bellezza architettonica o di valore storico: il Duomo è distrutto, il Vescovado pure. L’Arco delle Scalette è a terra; Viale Roma, con l’Albergo Terminus e la vecchia Cavallerizza dei Nobili (cinema Palladio), è tutto una rovina; il deposito FIAT di Giurietto & Ferretto è un ammasso di auto contorte



Il Bombardamento di Trieste


il 10 giugno 1944, settant’anni fa, i bombardieri alleati del 47th e 55th Bomb Wing, e del 449th e 450th Bomb Group, scortati dai caccia, da una quota intorno ai cinquemila metri sganciarono 400 bombe dirompenti e incendiarie su Trieste provocando 463 vittime, 800 feriti ricoverati e 1.500 medicati, 101 case private e due edifici pubblici distrutti e oltre 4.000 sinistrati. Le bombe ridussero in macerie la Chiesa della Madonna delle Grazie in via Rossetti, e danneggiarono seriamente la raffineria Aquila, lo Scalo Legnami, la zona di San Sabba, il Magazzino Sali Deposito Monopoli di Stato e lo stabilimento Omsa, per non parlare del cantiere San Marco, dell’Arsenale Triestino e di molti altri impianti industriali.


Edited by Pulcinella291 - 15/12/2016, 10:43
 
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