Le stronzate di Pulcinella

Fotografie che hanno fatto la storia

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view post Posted on 19/9/2017, 23:26
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Il bacio (L'infermiera e il marinaio), foto di Alfred Eisenstaedt.

Questa foto è forse involontariamente l immagine diventata la rappresentazione iconografica di un momento storico ossia il 14 agosto 1945.
Data in cui il Presidente Truman aveva appena annunciato la vittoria sul Giappone e, quindi, la fine della Seconda Guerra Mondiale. Armato della sua inseparabile Leica e trovatosi tra la gente che spontaneamente festeggiava la fine della guerra in Times Square, Eisenstaedt colse l’attimo in cui un marinaio impazzito di gioia afferrava tra le sue braccia una giovane infermiera baciandola appassionatamente in mezzo alla strada, tra Broadway e la Seventh Avenue.
L'infermiera ritratta pare sia Edith Shain morta a 91 anni nel 2009.
Alla fine degli anni settanta, scrisse al fotografo dicendo di essere lei la ragazza immortalata e di aver ricevuto quel famoso bacio per caso mentre passeggiava a Times Square. Sul marinaio, le teorie sono principalmente due: la prima, secondo la quale è ancora oggi sconosciuto, e la seconda, che lo identifica come George Mendonsa. Alcuni sostengono anche che il marinaio fosse a Times Square con la moglie e che, ubriaco, baciò per sbaglio l'infermiera, mentre la consorte lo guardava. Infine, giusto per rovinare questa foto iconica, nonostante sia una delle immagini più romantiche mai scattate, la fotografia ritrae un atto di violenza, in quanto il marinaio baciò la ragazza senza il suo consenso e senza conoscerla.

Continua........
 
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view post Posted on 20/9/2017, 17:57
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Questa tenerissima fotografia detiene un record probabilmente sconosciuto alla maggioranza di voi. Questo scatto infatti, oltre ad essere ovviamente carico di emozioni per il papà fotografo, è stato il primo ad essere inviato con uno Smartphone.
Era l'11 giugno 1997 e Philippe Kahn decise di immortalare la figlioletta neonata Sophie e di condividere l'immagine e la felicità con 2000 persone tra parenti ed amici. Nasceva così lo strumento (e un modo di condivisione) che ha cambiato per sempre il nostro rapporto con le fotografie: non solo grazie ai social network, uno per tutti Instagram, ma per i miliardi di immagini che ogni anno si scambiano nel mondo in tempo reale. Se ciascuno di noi può catturare e condividere tramite il telefono che ormai teniamo sempre in tasca ogni attimo della nostra vita è grazie all’immagine di quella bambina.



Continua......
 
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view post Posted on 21/9/2017, 07:56
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Golpe cileno

Fu uno degli eventi più rilevanti dell'intera Guerra fredda. In quel giorno, a Santiago del Cile, corpi speciali dell’esercito, agli ordini del generale Augusto Pinochet, abbatterono con un colpo di Stato ('golpe') il governo democraticamente eletto di Unidad Popular guidato da Salvador Allende, il quale aveva vinto le elezioni del 5 settembre del 1970. Data la politica filo-socialista condotta dal nuovo governo, il presidente Allende si attirò le antipatie del gruppo moderato/conservatore e soprattutto degli Stati Uniti, che non potevano permettersi un altro governo "rosso" all'interno dello scacchiere sud-americano ed in più si vedevano danneggiati economicamente dalle riforme attuate dal nuovo ministero. Il governo statunitense si adoperò quindi per mettere in difficoltà il neo-presidente attraverso una forte pressione diplomatica ed economica, compiuta anche tramite l'azione nell'ombra della CIA. Dopo alcuni tentativi di insurrezione non andati a buon fine, l'11 settembe le forze armate cilene presero il controllo del Paese. Durante il golpe, Allende, in un estremo tentativo di resistenza, si rifugiò con i più fedeli collaboratori nel palazzo presidenziale della Moneda, dove morì poche ore dopo. Ancora oscura rimane la dinamica della sua morte, anche se un testimone oculare sembra confermare la versione del suicidio. Una giunta guidata da Augusto Pinochet prese il potere e diede vita ad una sanguinosa dittatura militare che durerà per ben 17 anni. Nella foto il corpo dilaniato di Salvador Allende.
 
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view post Posted on 23/9/2017, 18:03
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"Young Lion", ovvero la fotografia più conosciuta di Jim Morrison, è sicuramente indelebile. Solo nominando il cantante, viene in mente l'immagine di Morrison a torso nudo con le braccia spalancate come se potesse sacrificarsi per la sua musica, mentre guarda direttamente l'obbiettivo della macchina fotografica con uno sguardo cupo e misterioso.
Nel 1967, un giovane fotografo di Brooklyn, Joel Brodsky, era sotto contratto con la Elektra Records per fotografare una band emergente di Los Angeles, i The Doors. Due memorabili servizi fotografici, produssero le immagini più iconiche della band e del suo leader.
Inizialmente sembrò che ci potesse essere gelosia per l'attenzione riservata a Morrison che appariva in primo piano anche nelle foto alla band, ma presto gli altri componenti si resero conto del potere di seduzione e attrazione che il frontman poteva esercitare. La serie di foto in bianco e nero di Jim Morrison in seguito sarebbe stata conosciuta come la sessione fotografica "The Young Lion". Questa particolare collezione di fotografie venne poi usata per copertine di album, compilation, libri e altri cimeli di Morrison.
 
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view post Posted on 24/9/2017, 15:17
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28 agosto 1963. I have a dream
"Oggi sono felice di essere con voi in quella che nella storia sarà ricordata come la più grande manifestazione per la libertà nella storia del nostro paese.
Un secolo fa, un grande americano, che oggi getta su di noi la sua ombra simbolica, firmò il Proclama dell’emancipazione.
Si trattava di una legge epocale, che accese un grande faro di speranza per milioni di schiavi neri, marchiati dal fuoco di una bruciante ingiustizia.
Il proclama giunse come un’aurora di gioia, che metteva fine alla lunga notte della loro cattività.
Ma oggi, e sono passati cento anni, i neri non sono ancora liberi.
Sono passati cento anni, e la vita dei neri é ancora paralizzata dalle pastoie della segregazione e dalle catene della discriminazione.
Sono passati cento anni, e i neri vivono in un’isola solitaria di povertà, in mezzo a un immenso oceano di benessere materiale.
Sono passati cento anni, e i neri ancora languiscono negli angoli della società americana, si ritrovano esuli nella propria terra.
Quindi oggi siamo venuti qui per tratteggiare a tinte forti una situazione vergognosa.
In un certo senso, siamo venuti nella capitale del nostro paese per incassare un assegno.
Quando gli architetti della nostra repubblica hanno scritto le magnifiche parole della Costituzione e della Dichiarazione d’indipendenza, hanno firmato un “pagherò” di cui ciascun americano era destinato a ereditare la titolarità.
Il “pagherò” conteneva la promessa che a tutti gli uomini, sì, ai neri come ai bianchi, sarebbero stati garantiti questi diritti inalienabili: “vita, libertà e ricerca della felicità”.
Oggi appare evidente che per quanto riguarda i cittadini americani di colore, l’America ha mancato di onorare il suo impegno debitorio.
Invece di adempiere a questo sacro dovere, l’America ha dato al popolo nero un assegno a vuoto, un assegno che é tornato indietro, con la scritta “copertura insufficiente”.
Ma noi ci rifiutiamo di credere che la banca della giustizia sia in fallimento.
Ci rifiutiamo di credere che nei grandi caveau di opportunità di questo paese non vi siano fondi sufficienti.
E quindi siamo venuti a incassarlo, questo assegno, l’assegno che offre, a chi le richiede, la ricchezza della libertà e la garanzia della giustizia.
Siamo venuti in questo luogo consacrato anche per ricordare all’America l’infuocata urgenza dell’oggi.
Quest’ora non é fatta per abbandonarsi al lusso di prendersela calma o di assumere la droga tranquillante del gradualismo.
Adesso é il momento di tradurre in realtà le promesse della democrazia.
Adesso é il momento di risollevarci dalla valle buia e desolata della segregazione fino al sentiero soleggiato della giustizia razziale.
Adesso é il momento di sollevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale per collocarla sulla roccia compatta della fraternità.
Adesso é il momento di tradurre la giustizia in una realtà per tutti i figli di Dio.
Se la nazione non cogliesse l’urgenza del presente, le conseguenze sarebbero funeste.
L’afosa estate della legittima insoddisfazione dei negri non finirà finché non saremo entrati nel frizzante autunno della libertà e dell’uguaglianza.
Il 1963 non é una fine, é un principio.
Se la nazione tornerà all’ordinaria amministrazione come se niente fosse accaduto, chi sperava che i neri avessero solo bisogno di sfogarsi un pò e poi se ne sarebbero rimasti tranquilli rischia di avere una brutta sorpresa.
In America non ci sarà né riposo né pace finché i neri non vedranno garantiti i loro diritti di cittadinanza.
I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione finché non spunterà il giorno luminoso della giustizia.
Ma c’é qualcosa che devo dire al mio popolo, fermo su una soglia rischiosa, alle porte del palazzo della giustizia: durante il processo che ci porterà a ottenere il posto che ci spetta di diritto, non dobbiamo commettere torti.
Non cerchiamo di placare la sete di libertà bevendo alla coppa del rancore e dell’odio.
Dobbiamo sempre condurre la nostra lotta su un piano elevato di dignità e disciplina.
Non dobbiamo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica.
Sempre, e ancora e ancora, dobbiamo innalzarci fino alle vette maestose in cui la forza fisica s’incontra con la forza dell’anima.
Il nuovo e meraviglioso clima di combattività di cui oggi é impregnata l’intera comunità nera non deve indurci a diffidare di tutti i bianchi, perché molti nostri fratelli bianchi, come attesta oggi la loro presenza qui, hanno capito che il loro destino é legato al nostro.
Hanno capito che la loro libertà si lega con un nodo inestricabile alla nostra.
Non possiamo camminare da soli.
E mentre camminiamo, dobbiamo impegnarci con un giuramento: di proseguire sempre avanti.
Non possiamo voltarci indietro.
C’é chi domanda ai seguaci dei diritti civili: “Quando sarete soddisfatti?”.
Non potremo mai essere soddisfatti, finché i neri continueranno a subire gli indescrivibili orrori della brutalità poliziesca.
Non potremo mai essere soddisfatti, finché non riusciremo a trovare alloggio nei motel delle autostrade e negli alberghi delle città, per dare riposo al nostro corpo affaticato dal viaggio.
Non potremo mai essere soddisfatti, finché tutta la facoltà di movimento dei neri resterà limitata alla possibilità di trasferirsi da un piccolo ghetto a uno più grande.
Non potremo mai essere soddisfatti, finché i nostri figli continueranno a essere spogliati dell’identità e derubati della dignità dai cartelli su cui sta scritto “Riservato ai bianchi”.
Non potremo mai essere soddisfatti, finché i neri del Mississippi non potranno votare e i neri di New York crederanno di non avere niente per cui votare.
No, no, non siamo soddisfatti e non saremo mai soddisfatti, finché la giustizia non scorrerà come l’acqua, e la rettitudine come un fiume in piena.
Io non dimentico che alcuni fra voi sono venuti qui dopo grandi prove e tribolazioni.
Alcuni di voi hanno lasciato da poco anguste celle di prigione.
Alcuni di voi sono venuti da zone dove ricercando la libertà sono stati colpiti dalle tempeste della persecuzione e travolti dai venti della brutalità poliziesca.
Siete i reduci della sofferenza creativa.
Continuate il vostro lavoro, nella fede che la sofferenza immeritata ha per frutto la redenzione.
Tornate nel Mississippi, tornate nell’Alabama, tornate nella Carolina del Sud, tornate in Georgia, tornate in Louisiana, tornate alle baraccopoli e ai ghetti delle nostre città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare e cambierà.
Non indugiamo nella valle della disperazione.
Oggi, amici miei, vi dico: anche se dobbiamo affrontare le difficoltà di oggi e di domani, io continuo ad avere un sogno.
E un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.
Ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Ho un sogno, che un giorno sulle rosse montagne della Georgia i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di schiavi potranno sedersi insieme alla tavola della fraternità.
Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, dove si patisce il caldo afoso dell’ingiustizia, il caldo afoso dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e di giustizia.
Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per l’essenza della loro personalità.
Oggi ho un sogno.
Ho un sogno, che un giorno, laggiù nell’Alabama, dove i razzisti sono più che mai accaniti, dove il governatore non parla d’altro che di potere di compromesso interlocutorio e di annullamento delle leggi federali, un giorno, proprio là nell’Alabama, i bambini neri e le bambine nere potranno prendere per mano bambini bianchi e bambine bianche, come fratelli e sorelle.
Oggi ho un sogno.
Ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà innalzata, ogni monte e ogni collina saranno abbassati, i luoghi scoscesi diventeranno piani, e i luoghi tortuosi diventeranno diritti, e la gloria del Signore sarà rivelata, e tutte le creature la vedranno insieme.
Questa é la nostra speranza.
Questa é la fede che porterò con me tornando nel Sud.
Con questa fede potremo cavare dalla montagna della disperazione una pietra di speranza.
Con questa fede potremo trasformare le stridenti discordanze della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fraternità.
Con questa fede potremo lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme, andare in prigione insieme, schierarci insieme per la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi.
Quel giorno verrà, quel giorno verrà quando tutti i figli di Dio potranno cantare con un significato nuovo: “Patria mia, é di te, dolce terra di libertà, é di te che io canto.
Terra dove sono morti i miei padri, terra dell’orgoglio dei Pellegrini, da ogni vetta riecheggi libertà”.
E se l’America vuol essere una grande nazione, bisogna che questo diventi vero.
E dunque, che la libertà riecheggi dalle straordinarie colline del New Hampshire.
Che la libertà riecheggi dalle possenti montagne di New York.
Che la libertà riecheggi dagli elevati Allegheny della Pennsylvania.
Che la libertà riecheggi dalle innevate Montagne Rocciose del Colorado.
Che la libertà riecheggi dai pendii sinuosi della California.
Ma non soltanto.
Che la libertà riecheggi dalla Stone Mountain della Georgia.
Che la libertà riecheggi dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Che la libertà riecheggi da ogni collina e da ogni formicaio del Mississippi, da ogni vetta, che riecheggi la libertà.
E quando questo avverrà, quando faremo riecheggiare la libertà, quando la lasceremo riecheggiare da ogni villaggio e da ogni paese, da ogni stato e da ogni città, saremo riusciti ad avvicinare quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, protestanti e cattolici, potranno prendersi per mano e cantare le parole dell’antico inno: “Liberi finalmente, liberi finalmente.
Grazie a Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”.
 
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view post Posted on 27/9/2017, 07:58
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15 gennaio 1950
Fiorentina - Juventus.
Ultimo minuto di gioco, il risultato è inchiodato sullo 0-0 ma la Fiorentina continua ad attaccare per trovare la rete del vantaggio. Il momento decisivo della partita è il lancio lungo del difensore Magli verso Egisto Pandolfini, la stella della Viola. Tra lui e il gol c’è solo Parola che si esibisce in un colpo che sarebbe diventato storico anche grazie alla fotografia di Corrado Bianchi, fotografo di guerra prestato al calcio.
E’ un attimo che diventa leggenda: il gesto stilisticamente perfetto, la gamba sinistra piegata ad accompagnare il movimento, la destra tesa a mostrare la forza e poi il pallone colpito di collo. Nasce la rovesciata di Carlo Parola, l’ideale massimo di bellezza calcistica, il sogno di ogni calciatore. È l'essenza del calcio, lo spettacolo della forza e dell'armonia. Dal 1965 diventa un'icona di stile
Sugli spalti c’è un ragazzo che si innamora di quel gesto tecnico, è modenese e decide di acquistare i diritti di quella foto: si chiama Giuseppe Panini e farà diventare la rovesciata di Parola il simbolo delle sue raccolte di figurine.
Un gesto improvviso, istintivo e magicamente romantico destinato a diventare immortale.
Oggi Carlo Parola avrebbe compiuto 95 anni ma la sua leggenda rimarrà impressa per sempre nella mente di milioni di ragazzini italiani che hanno fatto almeno una volta la raccolta di figurine Panini.
Grazie a Giovanni Parente per foto e didascalia!
 
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view post Posted on 28/9/2017, 10:21
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Chi di voi non li ricorderà?Impossibile perchè ci hanno fatto ridere e ancora oggi si suscitano allegria e divertimento .Questa è una delle ultime foto di Stan Laurel e Oliver Hardy, il mitico duo comico che diede vita ai leggendari personaggi di Stanlio e Ollio (in inglese Laurel & Hardy).
Più o meno questa foto dovrebbe risalire al 1956 unico anno in cui Ollio, al contrario della sua famosa fisionomia, risulta molto magro a causa delle malattie che pochi mesi più tardi lo porteranno alla morte e venne scattata alla firma di un nuovo film basato su fiabe per bambini, mai girato a causa della morte di Ollio.
Ollio infatti ebbe un forte attacco di cuore nel 1955. Appena si riprese, si sottopose a una dieta ferrea, come si può vedere nella foto, ma pochi mesi dopo ebbe un ictus che lo portò alla paralisi e al mutismo. Stanlio, che gli stette sempre vicino, riuscì a superare queste barriere grazie all'arte mimica che li rese famosi.
Morì il 7 agosto 1957 a soli 65 anni.
Stanlio non si presentò al funerale alimentando le male lingue, ma si scoprì successivamente che lui stesso ebbe un attacco di cuore proprio negli stessi giorni, che lo obbligarono a letto. Stanlio mori il 23 febbraio 1965 a 74 anni facendo una battuta all'infermiera che lo seguiva: « Mi piacerebbe essere in montagna a sciare in questo momento! »
Infermiera: « Le piace sciare Signor Laurel? ». « No, lo detesto... ma è sempre meglio che stare qui! »
 
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view post Posted on 29/9/2017, 18:56
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Fallito

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Per la prima foto è vero, si tratta di aggressione sessuale, probabilmente aggravata da ubriachezza.
 
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view post Posted on 1/10/2017, 09:05
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650 soldati rendono omaggio agli oltre 8 milioni di cavalli, muli e asini caduti durante la prima guerra mondiale.
 
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karma overdrive johatsu girl
view post Posted on 3/10/2017, 19:49




August Landmesser, l’uomo che si rifiutò di salutare Hitler

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Operaio presso l'arsenale navale Blohm + Voss di Amburgo, August Landmesser diventò noto nel 1991 per la sua probabile ma non certa apparizione in una fotografia ove, unico fra centinaia di operai e autorità, si rifiutò di eseguire il saluto nazista ad Adolf Hitler, rimanendo impassibile a braccia conserte nel corso dell'inaugurazione del varo della nave scuola della marina militare tedesca, la Horst Wessel, il 13 giugno 1936. Questa fotografia fu ritrovata solamente nel 1991, esposta al centro di documentazione Topografia del terrore presso il vecchio quartier generale della Gestapo a Berlino e pubblicata dal quotidiano Die Zeit. In quello scatto, le figlie di August, Ingrid e Irene, credettero di riconoscere il loro padre nel suo significativo gesto di protesta.

August Landmesser: la forza della ragione. Questa è una delle foto che più mi pace.

Edited by drogo11 - 19/12/2020, 22:34
 
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view post Posted on 4/10/2017, 06:38
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Quando le chiesero di rivelare i suoi segreti di bellezza, Audrey Hepburn scrisse questo bellissimo testo che venne poi letto anche al suo funerale.

"Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone.
Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l'affamato.
Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.
Per avere un bel portamento, cammina sapendo di non essere mai sola, perchè coloro che ti amano e ti hanno amato, ti accompagnano.
Le persone, ancora più che gli oggetti, hanno bisogno di essere riparate, viziate, risvegliate, volute e salvate: non rinunciate mai a nessuno.
Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano, le troverai alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa, nel suo viso o nel suo modo di sistemare i capelli. La bellezza di una donna si vede nei suoi occhi, perchè quella è la porta aperta sul suo cuore, la fonte del suo amore.
La bellezza di una donna non risiede nel suo trucco, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la tenerezza che da' l'amore, la passione che essa esprime.
La bellezza di una donna cresce con gli anni"
 
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view post Posted on 9/10/2017, 13:45
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Accadeva il 9/10/1963
Il Disastro del Vajont quando alle 22.39, dal versante settentrionale del monte Toc a cui è appoggiato un fianco della diga si staccò un’enorme frana, che scivolò rapidamente nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont. La massa della frana era più grande dell’intero lago e quando ci precipitò dentro causò due onde gigantesche: una travolse le frazioni della valle del Vajont a est della diga, disperdendosi nel punto dove si allarga e risparmiando per pochissimo il paese di Erto; l’altra scavalcò la diga a ovest e si rovesciò sugli abitati nella valle del Piave con un percorso durato quattro minuti, poi salì sul versante opposto fino a perdere forza e rovesciarsi di nuovo all’indietro nella valle. Distrusse paesi e frazioni, soprattutto Longarone, e uccise quasi duemila persone.
La massa d’acqua cadde sulla valle dopo un salto di più di 260 metri, lasciando integra la diga. Aveva una tale massa e velocità che secondo alcuni studi recenti generò un onda d’urto forte come quella provocata da una piccola esplosione nucleare, e un vento fortissimo la precedette. Probabilmente molte case e persone vennero spazzate via ancora prima di essere toccate dall’acqua: quella sera in molti erano a casa e nei bar a guardare la partita di Coppa dei Campioni tra Glasgow Rangers e Real Madrid. Dei 1918 morti stimati, soltanto 1500 furono recuperati e soltanto 750 erano in condizioni tali da poter essere identificati.
"La mattina dell’incidente l’ingegner Alberico Biadene, direttore dei lavori della SADE, la società che aveva costruito la diga del Vajont da poco passata sotto il controllo dell’ENEL, aveva inviato una lettera al capocantiere Mario Pancini, chiedendogli di rientrare dalle ferie. La lettera terminava con un post-scriptum in cui diceva di essere preoccupato per quello che stava succedendo sul versante del monte Toc. Si nota anche qualche piccola caduta di sassi al bordo ovest (verso la diga) della frana. Che Iddio ce la mandi buona».

La frana che cadde quella sera aveva una massa di 270 milioni di metri cubi. I primi detriti impiegarono circa 20 secondi a raggiungere l’acqua. Poi, quando il grosso della frana precipitò nel lago, ci fu un rumore «come di un milione di camion che rovesciano un milione di cassoni di ghiaia», ha raccontato al Corriere della Sera lo scrittore Mauro Corona che all’epoca aveva 13 anni e viveva vicino alla diga."


La diga era ed è un capolavoro, che è ancora lì e ha fatto storia nell’ingegneria.
 
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view post Posted on 9/10/2017, 18:32
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Parliamo di una delle attrici piu divertenti del cinema e siamo nel lontano 1984, Whoopi Goldberg era una brillante attrice emergente. Incaricata da Vanity Fair di fotografare il giovane talento, Annie Leibovitz venne ispirata da una pièce teatrale della Goldberg in cui scherzava sull'uso della candeggina per schiarirsi la pelle.
La Leibovitz decise di servirsi del latte per questo ritratto, dopo che un amico le disse che questo nelle fotografie risultava bianco opaco.
Mentre le implicazioni politiche della fotografia erano intenzionali, la posa esuberante della Goldberg non era premeditata: l'attrice scivolò infatti mentre stava entrando nella vasca piena di latte. Di quel momento la Leibovitz disse: "Oh mio dio! Questo è graficamente sorprendente e interessante".
 
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view post Posted on 11/10/2017, 08:22
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Cosa ci fa questa foto
ve lo spiego subito è storia lo stesso ...Subito vi dico che è chiaramente una delle foto più sfruttate nel mondo di Internet e Facebook in Italia, ma spesso in maniera comica, se non addirittura trash.
Cominciamo da una data ...il 30 settembre 2001. Quinta giornata del campionato di Serie A: al Rigamonti si gioca Brescia-Atalanta.
È una partita di tempi che non ci sono più, in campo si muovono gli idoli di provincia di una generazione di fantallenatori: ci sono i gemelli Filippini, gente dal 6,5 garantito; c'è Cristiano Doni e poi c'è un tal Roberto Baggio, per cui si combatteva fantamilione su fantamilione. Dirige Collina di Viareggio, nome che davanti alla parola arbitro obbliga all'articolo determinativo. In panchina si siedono da una parte Vavassori, dall'altra Carletto Mazzone.

Parliamo di un Mazzone che aveva plasmato un giovane Totti e che ebbe l'idea dello spostamento da mezzapunta a regista di centrocampo di Andrea Pirlo e che un tale Guardiola indica come suo maestro.
La partita inizia ed è molto più che sentita. Baggio porta in vantaggio il Brescia, poi però i ragazzi di Vavassori pareggiano, ribaltano e, apparentemente, dominano portandosi sull' 1-3. E allora gli ultras atalantini, forse sicuri del risultato iniziano con cori contro Mazzone. Lui sta lì, fermo, una statua.
Poi Baggio segna la rete della speranza. Mazzone si rianima e promette: “Se pareggiamo vengo sotto aa curva”. Poi, quando i minuti di recupero sono già cominciati, Baggio s'inventa un goal su una punizione a giro. È il segnale: Mazzone non si trattiene più e corre: cercano di trattenerlo ma è impossibile, e lui, rosso in viso, urla “mortacci vostri, mortacci vostri”, arriva sotto alla curva dei tifosi ospiti, fa festa, viene espulso e squalificato, si consegna alla leggenda.
E' memorabile. E' controverso. E' un'immagine comica eppure fortissima. Su Internet verrà pure usato come meme virale, ma qui c'è rinchiuso tutto il calcio vecchio stile. Con allenatori in tuta che con il loro carisma portano i campioni a giocare per loro e che combattono e giocano per l'orgoglio prima che per i soldi.
E allora sì, secondo me questa foto sta benissimo in questa pagina.😁😁😁😁😁😁😁😁
 
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Aristippo
view post Posted on 11/10/2017, 08:48




Grandissimo Carletto!!
 
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